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BookSprint Edizioni Blog

16 Mar
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Intervista all'autore - Raffaele Bonato

1. Parliamo un po’ di Lei, dove è nato e cresciuto?
Sono nato e ho passato la mia infanzia in un paesino isolato sui Colli Berici, in provincia di Vicenza, dove, negli anni '50, non erano ancora presenti servizi pubblici come acquedotto, linee elettriche e trasporti pubblici.
Gli abitanti, per lo più contadini, erano autosufficienti quasi da ogni punto di vista e la vita si svolgeva a contatto o meglio in simbiosi con la natura.
Poi per studiare ho dovuto andare in collegio ed abbandonare quel mondo bucolico.
 
2. Che libro consiglierebbe di leggere ad un adolescente?
Negli anni vi è stato un grande cambiamento culturale per cui sicuramente ciò che piace a me difficilmente piacerà ai giovani d'oggi ma io consiglierei "il gabbiano Jonathan Livingston" di Richard Back affinché osino andare contro corrente e credere nei propri sogni.
 
3. Cosa pensa della progressiva perdita del libro cartaceo a favore dell’ eBook?
Sicuramente l'eBook è molto pratico perché permette di portare sempre con sé un'intera biblioteca ma io preferisco il libro cartaceo, per poterlo sfogliare con le mie mani, vederne le pagine ingiallire nel tempo e sentirne il profumo.
Vedere nel mio studio una parete coperta di libri mi riempie di calore. Il libro cartaceo stimola tutti i miei sensi.
 
4. La scrittura è un colpo di fulmine o un amore ponderato?
Lo scrivere è immortalare le proprie emozioni, i propri pensieri e io ho sempre desiderato lasciare delle fotografie dei miei stati d'animo.
 
5. Cosa l’ha spinta a scrivere questo libro?
Io non volevo che le mie esperienze particolari come la mia infanzia e quindi le tradizioni contadine andassero perdute, soprattutto agli occhi dei miei figli, così come la figura di mio padre che loro non hanno conosciuto. E infatti l'idea iniziale era di lasciare uno scritto per i miei familiari ma poi alcuni amici mi hanno convinto a pubblicare tale scritto.
 
6. Quale messaggio vuole inviare al lettore?
Non esiste una vita migliore di un'altra, ogni storia ha la sua dignità e noi siamo la nostra storia, non possiamo prescindere dal nostro passato.
Noi dobbiamo credere nei nostri sogni e per realizzarli serve, come scrivo nel libro "un mix di elementi: impegno, fortuna, incontro con persone -giuste-, fede e speranza".
 
7. La scrittura era un sogno nel cassetto già da piccolo o ne ha preso coscienza pian piano nel corso della sua vita?
Da adolescente tenevo il diario e scrivevo poesie. Da giovane scrivevo lunghe lettere a morose ed amici, non c'era ancora internet o il cellulare. Poi il lavoro mi ha preso gran parte del mio tempo e l'unica cosa che scrivevo era qualche articolo scientifico ma l'amore per la scrittura è sempre stata latente.
 
8. C’è un episodio legato alla nascita o alla scrittura del libro che ricorda con piacere?
L'idea del libro è nata con i figli nel senso che ho sempre desiderato lasciare loro una foto di me, spogliato delle maschere che ogni giorno indossiamo ma poi l'occasione per scriverlo si è verificata col pensionamento e soprattutto col lockdown del 2020 che sono state l'occasione per avere molto tempo libero da dedicare alla scrittura.
Lo scrivere mi ha permesso di tornare a vivere in altre epoche della mia vita e di estraniarmi da quel momento terribile rappresentato dal lockdown.
 
9. Ha mai pensato, durante la stesura del libro, di non portarlo a termine?
No, sono testardo e determinato per cui se inizio una cosa, devo assolutamente portarla a termine, ne va del mio orgoglio.
 
10. Il suo autore del passato preferito?
Io credo che in base ai vari periodi della vita o anche agli stati d'animo che viviamo ci sia un autore preferito. Così per esempio da ragazzino mi piacevano i romanzi d'avventura di Emilio Salgari, da ragazzo leggevo Primo Levi, Giorgio Bassani ed altri, da giovane uomo leggevo autori contemporanei come Ken Follet, Don Brown, Wilbur Smith, ora sono ritornato a leggere i classici del passato.
Per esempio, durante il lockdown ho riletto i Promessi Sposi, che a scuola odiavo forse per il fatto che ero obbligato a studiare, mentre ora ho apprezzato la scrittura del Manzoni.
 
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
L'audiolibro rappresenta senz'altro una opportunità perché permette di "leggere" anche in situazioni in cui non si può come mentre si guida l'auto o risulta utile per persone con deficit visivi. Tuttavia per me valgono le considerazioni fatte con l'eBook ossia io preferisco avere un rapporto più "fisico" col libro cartaceo.
 
 
 
 
 

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