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08 Mar
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Intervista all'autore - David Gómez Valdés

1. Parliamo un po’ di Lei, dove è nato e cresciuto?
Sono nato a La Habana (Cuba, 30/10/1988), dove ho ottenuto la Licenza in Storia all’Università dell’Avana (2012). Sono diventato cristiano cattolico nel 1998 durante la visita di San Giovanni Paolo II a Cuba. Dopo seguendo la mia vocazione sono entrato in Seminario con la Comunità di Sant'Egidio, trasferendomi a Roma nel 2012, lo stesso giorno della mia laurea. Ho una sorella. Sono stato ordinato presbitero marzo 2018, destinato alla Diocesi di Frosinone-Veroli-Ferentino, sono vicario parrocchiale della Chiesa Sacra Famiglia a Frosinone. Ho preso la Licenza in Teologia Dogmatica alla Pontificia Università Urbaniana di Roma (2019) e frequento attualmente il Dottorato di ricerca nella medesima facoltà.
 
2. Che libro consiglierebbe di leggere ad un adolescente?
“Il piccolo principe”, di Antoine de Saint-Exupéry,
 
3. Cosa pensa della progressiva perdita del libro cartaceo a favore dell’ eBook?
Dobbiamo valorizzare le due forme di produzione. Comunque credo che tanti ancora si appassionano di aver un libro cartaceo fra le sue mani, sottolinearlo, e odoralo.
 
4. La scrittura è un colpo di fulmine o un amore ponderato?
Entrambi. Occorre un po' di follia per scrivere, ma molta serietà nel farlo, perché è una maniera di comunicar ciò che uno ha dentro del cuore.
 
5. Cosa l’ha spinta a scrivere questo libro?
È il frutto di un lavoro di tesi. Mi ha spinto il contatto personale con tanti amici con disabilità (psico-fisico-motrice) ogni settimana in un "laboratorio d'arte" gestito dalla Comunità di Sant'Egidio nel quartiere periferico di Torpignattara (e dopo trasferito a Centocelle). Ho imparato tanto da loro, disegnando insieme ogni martedì e partecipando tutti alla santa messa la domenica mattina. Voglio mettere luce sulla loro spiritualità e quanto hanno da comunicarci. Sono maestri e non hanno nessun handicap nella sfera spirituale. Vanno considerate "persone" con uguale dignità a noi, che ci crediamo "normali". Vanno ascoltate e capite nella loro fragilità.
 
6. Quale messaggio vuole inviare al lettore?
Da ciò l'importanza di conoscere il concetto di persona, come la Chiesa Cattolica vede in ogni persona la "imago Dei", la cui vita va rispettata fin dalla concezione fino alla morte naturale (anche se è un criminale o malato grave). Partendo dalla Bibbia e durante la storia passata e recente si è verificata una "lotta" per la piena accettazione delle persone con disabilità come essere umani con uguale dignità, diritti (e secondo le loro capacità), responsabili del compimento di alcuni doveri. Proporre una catechesi "adatta" e "adattata", così come l'amministrazione dei sette sacramenti nelle condizioni permesse dal Codice di Diritto Canonico e fare una rilettura spirituale della vulnerabilità in chiave teologica.
 
7. La scrittura era un sogno nel cassetto già da piccolo o ne ha preso coscienza pian piano nel corso della sua vita?
Da bambino credo che quasi tutti abbiamo sognato scrivere un libro. Ho pensato che questa tesi di Licenza può aiutare a rivolgere il nostro sguardo sul mondo della disabilità. Anche se si scrivano 30 libri all'anno sui disabili, ancora è poco, perché tanti non sanno cosa sia un handicap.
 
8. C’è un episodio legato alla nascita o alla scrittura del libro che ricorda con piacere?
Mi amico "Stefano" (disabile di 53 anni) mi ha insegnato a pregare dopo vedere le notizie al telegiornale: è una "preghiera geografica". Non dimenticare nessuno e "toccare" almeno con la nostra preghiera le ferite di "lontani" e i sogni dei "vicini". Lui mi ha insegnato a vedere nell'invisibile ascoltare nel silenzio.
 
9. Ha mai pensato, durante la stesura del libro, di non portarlo a termine?
Sì, dato che ha molte citazioni che possono annoiare il lettore. Ma penso che trovare riferimenti esterni e i pensieri di tanti Autori sul tema ci danno una panoramica generale di quanto finora si ha scritto sulla disabilità e quanti hanno dedicato la loro vita alla promozione umana del più debole e vulnerabile.
 
10. Il suo autore del passato preferito?
Albert Camus e nella sfera ecclesiastica Joseph Ratzinger (divenuto nel 2005 Benedetto XVI)
 
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Geniale, soprattutto per le persone cieche, possono "leggere" ascoltando. Anche aiuta ai bambini, ai ragazzi e ai giovani che forse non riescono a fermarsi un po' e rallentare il ritmo quotidiano della loro vita, gli può essere utile ascoltare opere notissime mentre vanno in macchina o sui loro dispositivi elettronici. La tecnologia ha sempre un volto "umano", sembra che il "il digitale ci pensa".
 
 
 

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