1. Che cos’è per Lei scrivere, quali emozioni prova?
Per me scrivere è una specie di sfogo. Se ti accade qualcosa che ti scatena delle emozioni, non esiste modo migliore per tirarle fuori.
2. Quanto della sua vita reale è presente in questo libro?
Non ci crederete ma... niente! Ho espresso semplicemente dei concetti e dei pensieri, attraverso delle personificazioni, metafore ecc. Questo perché secondo me la bellezza della poesia è rivedersi nei pensieri del poeta, non leggere dei suoi avvenimenti personali.
3. Riassuma in poche parole cosa ha significato per Lei scrivere quest’opera.
In poche parole: esprimere a parole l'accettazione delle sconfitte e una forma di scetticismo nelle vittorie, fondamentali per raggiungere obbiettivi.
4. La scelta del titolo è stata semplice o ha combattuto con se stesso per deciderlo tra varie alternative?
Il titolo in realtà è stata la cosa più semplice da scegliere, poiché esprime ciò che per me è il raggiungimento degli obbiettivi: una strada impervia costituita da salite e discese.
5. In un’ipotetica isola deserta, quale libro vorrebbe con sé? O quale scrittore? Perché?
Ovviamente Robinson Crusoe almeno imparerei a fuggire dalla stessa... A parte gli scherzi, mi porterei L'Istituto di Stephen King, un capolavoro che esprime una perfetta metafora di come funziona il mondo.
6. Ebook o cartaceo?
Cartaceo.
7. Quando e perché ha deciso di intraprendere la carriera di scrittore?
Era un periodo di noia (la quarantena) e per trovare qualcosa da fare che mi dilettasse ho deciso di scrivere.
8. Come nasce l’idea di questo libro? Ci racconterebbe un aneddoto legato alla scrittura di questo romanzo?
Si ricollega abbastanza alla domanda precedente, ma comunque il mio scopo era quello di esprimere cosa vuol dire per me "vivere", quindi raggiungere degli obbiettivi (in un periodo sterile e privo degli stessi quale il lockdown). Pensavo venisse uno schifo totale (non avevo scritto prima d'ora niente di serio in realtà, scrivevo solo delle storielle comiche da leggere tra amici), poi andando avanti mi sono stupito da solo.
9. Cosa si prova a vedere il proprio lavoro prendere corpo e diventare un libro?
Non saprei descrivere con i termini adatti, ma se dovessi direi: "Wow".
10. Chi è stata la prima persona che ha letto il suo libro?
Era un periodo di quarantena, non vedevo nessuno tranne i miei familiari, ergo proprio loro.
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Sinceramente a me non piacciono gli audiolibri, tolgono il piacere della lettura a mio parere. Io capirei la metà dei concetti se un libro me lo leggesse qualcun altro. Anche se la trovo una grande risorsa per i non vedenti.