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21 Dic
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Intervista all'autore - Gabriel Uccheddu

1. Che cos’è per Lei scrivere, quali emozioni prova?
È un modo per guardare oltre, uscire dagli schemi della quotidianità.
Quando scrivo esco completamente dalla normalità dei giorni. Delle volte quando mi trovo a parlare con le persone esse mi chiedono il motivo per cui scrivo, io mi ritrovo costantemente, ogni volta a rispondere ''scrivere mi depura l'anima.''
Scrivo quando sono arrabbiato, quando la tristezza si prende gioco di me...
Per me scrivere è come creare una piccola finestra da cui è possibile affacciarsi e vedere tutto ciò che una persona desidera. Lì è tutto lecito.
La scrittura per me è un po' come il mio migliore amico, delle volte prendo per mano la penna e comincio a camminare, segno su un foglio bianco tutto quello che mi passa per la mente.
Ripensando agli anni passati, scrivere non è mai stato il mio punto di riferimento, quasi odiavo scrivere. Adesso non potrei non scrivere, non riuscirei a vivere. Scrivere per me è come il respiro. Se manca quello, non si vive.
 
2. Quanto della sua vita reale è presente in questo libro?
Dunque, in ''Mancavi solo tu'' c'è un po' della mia realtà. La storia è frutto della mia immaginazione e le emozioni che sono descritte all'interno sono frutto del mio vissuto. Tante volte, come i personaggi di questa storia, mi sono trovato ad amare, mi sono sentito perso e solo, mi sono trovato a sorridere e tante volte mi sono trovato a combattere ostacoli che per me erano insuperabili.
Chi conosce Gabriel saprà cogliere sin dalla prima parola quale è il filo che collega questo libro a lui.
 
3. Riassuma in poche parole cosa ha significato per Lei scrivere quest’opera.
Scrivere questo libro è stato come prendermi un riscatto. Un riscatto verso tutte quelle persone che invece di sorreggermi hanno provato a buttarmi giù.
Scrivere è stato anche impadronirmi di nuovo, della mia voglia di vivere che alcune persone seppur non riuscendoci hanno provato a spezzare.
Questa è stata anche una grande prova per me.
 
4. La scelta del titolo è stata semplice o ha combattuto con se stesso per deciderlo tra varie alternative?
Ho scelto il titolo prima di cominciare a scrivere, ovviamente avevo già in mente tutta la storia. So benissimo che questo è un errore poiché il titolo si sceglie sempre alla fine, io invece, l'ho voluto scrivere prima, quindi non ho combattuto mi è semplicemente passato per la testa e l'ho scritto.
 
5. In un’ipotetica isola deserta, quale libro vorrebbe con sé? O quale scrittore? Perché?
Se dovessi partire su un'isola deserta non partirei...perché non saprei proprio che libro portate, tanto meno che scrittore! però fra i tanti che porterei con me c'è sicuramente Oriana Fallaci che per me è stato un punto fondamentale. Attraverso i suoi scritti ho capito alcune parti della storia del mondo, attraverso i suoi scritti mi sono emozionato ma anche arrabbiato. Oriana è un grande punto di riferimento letterario.
 
6. Ebook o cartaceo?
Assolutamente il libro cartaceo, per me non c'è ebook che tiene!
l'ebook non mi dà emozione, io devo tenere il libro fra le mani e assaporarne il profumo.
 
7. Quando e perché ha deciso di intraprendere la carriera di scrittore?
Ho deciso di intraprendere la carriera da scrittore circa cinque anni fa. Ricordo anche il giorno! era il giorno in cui uscirono i risultati di scuola, il mio risultato ebbe un esito negativo. Da quel momento cominciai a scrivere e non smisi più, ero arrabbiato con me stesso, essendo una persona chiusa, invece di parlare scrivevo tutto ciò che volevo urlare al mondo su un foglio bianco che ancora custodisco in una parte segreta della mia casa.
 
8. Come nasce l’idea di questo libro? Ci racconterebbe un aneddoto legato alla scrittura di questo romanzo?
Il libro in sé per sé nasce tanto tempo fa...
una notte ero sul terrazzo di casa mia e fumavo una sigaretta, annoiato decisi di accendere la radio ad alto volume, fregandomene totalmente delle persone che dormivano. Passò una canzone di Claudio Baglioni e Così decisi di cominciare a scrivere il libro. La melodia mi ricollegava ad alcuni temi del libro. Vi confesso che delle volte per scrivere ascolto dei sound che magari si avvicinano al genere del libro. Per esempio se devo scrivere una storia d'amore cerco sempre di ascoltare canzoni o sound che parlano d'amore. Quella melodia di quella canzone la porterò per sempre con me, le emozioni di quella notte le custodirò gelosamente nel profondo del mio cuore.
 
9. Cosa si prova a vedere il proprio lavoro prendere corpo e diventare un libro?
Non so bene come spiegarvelo perché non ci sono parole. Ho provato tante emozioni che porterò per sempre con me. Sono veramente contento e anche un po’ orgoglioso di me, non c'è cosa più bella che vedere il proprio lavoro prendere vita. Un sogno chiuso in un cassetto che finalmente può uscire e volare alto.
 
10. Chi è stata la prima persona che ha letto il suo libro?
La prima persona che ha letto il libro è una a me molto cara, con questa ho condiviso tantissime cose, molto importanti. Essa è fra le tante che mi ascolta e mi guarisce dai problemi di cuore, questa persona è sempre stata al mio fianco, non ho mai mollato la sua mano neanche per un'istante anche se per un po’ ci siamo allontanati, ma ci siamo ritrovati subito dopo mi aspettava come sempre...da quel momento non mi ha più lasciato.
 
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
L'audio-libro è una nuova grande frontiera, secondo me ti fa sentire ancora più partecipe della storia. Oltre allo scritto c'è anche l'audio, questo vuol dire tanto. Finalmente i personaggi vengono dotati di una loro voce.
 
 

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1 COMMENTO

  • Link al commento gabriel inviato da gabriel

    Grazie mille per aver pubblicato la mia intervista.
    Grazie di cuore a tutta la casa editrice che ha lavorato sodo per tanto tempo, grazie per la gentilezza e la professionalità con cui essi svolgono il loro lavoro.
    -gabriel.

    Mercoledì, 23 Dicembre 2020 17:21

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