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19 Dic
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Intervista all'autore - Carmine Migliore

1. Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittore?
Io sino un musicista, lo sono dall’età di 8 anni. Ho iniziato, come molti, in parrocchia, negli scout. All’età di 14 anni ho fondato la mia prima band seria ed ho iniziato a girare l’Italia e poi l’Europa e poi gli States. Sono di Capua, una cittadina storicamente molto importante, abito a 50 metri dal palazzo Fieramosca ed a 100 metri da dove fu scritto il Placito Capuano. Diventare scrittore? In realtà non è che mi senta scrittore, almeno non ancora, mi piacerebbe molto anche se scrivo tantissimo, ho molte cose nel “cassetto” ed ho iniziato a scrivere un romanzo.
 
2. Nell’arco della giornata qual è il momento che dedica alla scrittura?
Tra testi di canzoni, poesie ed il nuovo romanzo, purtroppo ancora poco, un’ora grosso modo.
 
3. Il suo autore contemporaneo preferito?
Paolo Coelho.
 
4. Perché è nata la sua opera?
Perché la mitologia e la filosofia mi hanno sempre affascinato. Poi, visto che, di dionisiaco ed apollineo nel jazz, nessuno aveva mai scritto, ho voluto farlo, mi piace affrontare sfide difficili, addentrarmi in argomenti per lo più inesplorati.
 
5. Quanto ha influito nella sua formazione letteraria il contesto sociale nel quale vive o ha vissuto?
Io credo tantissimo anche se, a dire il vero, se fossi stato un po’ più attento ed “aperto”, forse lo sarebbe stata ancora di più.
 
6. Scrivere è una evasione dalla realtà o un modo per raccontare la realtà?
Mah, direi un po’ ed un po’. Spesso si racconta del nostro vissuto lasciando volare la nostra fantasia. Un po’ come succede quando si scrive musica.
 
7. Quanto di lei c’è in ciò che ha scritto?
Nel mio libro c’è molto di me, infatti ne parlo nella prefazione. Ho sempre cercato un’architettura ritmico/armonica che poi, una volta assimilata mi ha permesso di librarmi e di lasciare volare il mio spirito dionisiaco.
 
8. C’è qualcuno che si è rivelato fondamentale per la stesura della sua opera?
Certamente, molti sono citati come fonte di ispirazione. Tantissimi artisti di musica afroamericana ma anche tantissime persone che ho incrociato nella mia vita, non solo artistica. Una tra tutte mia sorella Anna che mi ha trasmesso da sempre il suo amore per la mitologia e la filosofia.
 
9. A chi ha fatto leggere per primo il romanzo?
Ad alcune persone che mi hanno dato consigli a riguardo, mi hanno aiutato a trovare la via giusta quando mi trovavo fermo in quegli “incroci” e non sapevo che direzione scegliere e che mi hanno sempre incoraggiato.
 
10. Secondo lei il futuro della scrittura è l’ebook?
Io spero di no, cioè, fondamentale è non sottovalutare il progresso, quindi se questo è un mezzo per far arrivare la cultura a più persone possibili, ben venga. Però io adoro la carta, le copertine, l’odore della stampa, sono per me, un po’ come il vinile.
 
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
L’audiolibro in questo momento storico che viviamo, con la vita frenetica che facciamo, è un’ottima alternativa. Sei in metro, stai facendo jogging o sei in fila allo sportello della posta, ascolti un paragrafo, un capitolo di un romanzo, letto da una voce bella, armonica, ha il suo perché, no?
 
 
 
 
 

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