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10 Dic
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Intervista all'autore - Antonella D'Oriano

1. Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittore?
Sono nata a Milano e a 13 anni dopo la separazione dei miei genitori ho deciso di venire a vivere con mio padre a Napoli. Non è stato facile ambientarmi a Napoli, nei paesini la mentalità è un po’ ristretta. Sono sempre stata molto timida, il tipo di persona che preferisce stare da sola in disparte. Nella vita avrei voluto fare altro, mi sarebbe piaciuto prendere il diploma artistico per poi fare l’accademia di belle arti per diventare una mangaka dal momento che ho una passione sfrenata per il mondo Fantasy e per gli Anime; ma la vita mi ha portato su un’altra strada e dopo undici anni di sacrifici oggi sono diventata una parrucchiera e negli ultimi anni ho preso anche la qualifica.
Grazie a questo lavoro sono riuscita ad uscire dal mio guscio, sono sempre molto timida quando si tratta di parlare davanti a tante persone, ma ora riesco a relazionarmi anche con altre persone di qualsiasi età e genere. Scrivere è un’altra passione che fin da bambina era solo un hobby che mi piaceva tanto; alle elementari ho cominciato con le poesie, poi un giorno ho fatto un sogno e l’ho messo per iscritto (era appena nata la protagonista del mio romanzo) da lì la storia è venuta fuori da sola, quasi spontanea come se fosse una cosa che ho sempre fatto. Ci ho messo un paio d’anni a concludere la storia, poiché il mio lavoro di parrucchiera mi prende la maggior parte del tempo delle mie giornate, infatti sono riuscita a finirlo durante la quarantena di marzo 2020. Così ho deciso di provarci.
 
2. Nell’arco della giornata qual è il momento che dedica alla scrittura?
La maggior parte delle volte di notte, essendo le uniche ore che passo senza pensieri, ma in genere ogni volta che ho del tempo libero cerco di proseguire. Attualmente sto scrivendo il secondo capitolo del romanzo.
 
3. Il suo autore contemporaneo preferito?
Non preferisco nessun autore in particolare, basta che il genere sia Fantasy. nella mia camera ho solo libri di genere fantasy come Twilight, Harry Potter, il bacio dell’angelo caduto, le cronache del mondo emerso (che ammetto di non aver mai finito) e tanti altri.
 
4. Perché è nata la sua opera?
Per il puro ed egoistico desiderio di scrivere, amo scrivere.
 
5. Quanto ha influito nella sua formazione letteraria il contesto sociale nel quale vive o ha vissuto?
Abbastanza. La mia storia parla di un conflitto tra padre e figlia e anche io oggi non ho un bel rapporto con mio padre. La mia protagonista a due fratelli maggiori e anche a me sarebbe piaciuto avere un fratello più grande, ma c’è la mia sorellona e va bene così.
 
6. Scrivere è una evasione dalla realtà o un modo per raccontare la realtà?
È esattamente una fuga dalla realtà, quando scrivo ascolto la musica, senza musica non riuscirei ad immaginare le mie fantasie, mi immergo completamente in ciò che sto scrivendo, come se andassi in un’altra dimensione, come se io fossi lì in mezzo ai miei personaggi, un tutt’uno con la mia storia. Infatti sono talmente assorta che se mi parlano non sento ciò che mi dicono.
 
7. Quanto di lei c’è in ciò che ha scritto?
Diciamo che vorrei avere la determinazione della mia protagonista e comunque in maniera velata ogni personaggio principale possiede un tratto del mio carattere.
 
8. C’è qualcuno che si è rivelato fondamentale per la stesura della sua opera?
Sinceramente no. Ho semplicemente deciso di provare, spronata dal valore che ho dato a questo romanzo e dal desiderio di farlo vedere a qualcun altro che non fosse mia madre. Volevo sentire dalla bocca di un esperto se il mio romanzo valesse qualcosa e la recensione che mi ha fatto BookSprint, oltre ad avermi fatto piangere, mi ha resa ancora più determinata a voler sentire il parare di tutti. Alla fine vorrei solo poter fare almeno una cosa che amo tanto ed è scrivere.
 
9. A chi ha fatto leggere per primo il romanzo?
A mia madre.
 
10. Secondo lei il futuro della scrittura è l’ebook?
Probabile. Penso che più andremo avanti con i tempi e più saremo circondati da tecnologia, ma io preferisco i libri cartacei.
 
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Sinceramente non mi piace molto, io preferisco leggere ed immaginare. Leggere nella vita delle persone normali è un piccolo passatempo per rilassarsi (a me concilia anche il sonno) un audio costante nelle orecchie io penso che dopo pochi minuti mi verrebbe il mal di testa. È una buona idea per chi ha una disabilità come la cecità, o anche per i bambini, libri interattivi che insegnano qualcosa di buono. (ma questo è solo il mio modesto pensiero).
 

 

 

 

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