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26 Nov
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Intervista all'autore - Alessandro Michele Polizzi

1. Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittore?
Sono nato e cresciuto a Caltanissetta, una piccola città nell'entroterra siciliano.
Caltanissetta è una città molto sottovalutata anche da noi nisseni. Ha molte potenzialità ma esse sono poco sfruttate.
Amo la mia città, mi ha permesso di diventare ciò che sono oggi da tutti i punti di vista.
Ma il tempo va avanti e le opportunità in questa città sono poche. Adesso sto concludendo i miei studi magistrali a Palermo, ma torno a Caltanissetta periodicamente.
Ho deciso di diventare scrittore durante la mia adolescenza. Sentivo il bisogno di esternare le mie emozioni ed ecco che provai a scrivere qualcosa di qualsiasi genere. Tutto ciò mi piaceva e continuai fino ad arrivare ad oggi con la mia prima pubblicazione.
 
2. Nell’arco della giornata qual è il momento che dedica alla scrittura?
Trascorro molto tempo nei miei libri, studio e faccio ricerche per concludere la mia carriera universitaria. Preferisco dedicarmi alla scrittura solo dopo aver concluso i miei doveri oppure sporadicamente durante il tempo libero.
 
3. Il suo autore contemporaneo preferito?
Tra i grandi scrittori contemporanei non può mancare il grande Umberto Eco. Il suo primo romanzo, Il nome della rosa, è un vero e proprio capolavoro della letteratura.
 
4. Perché è nata la sua opera?
Durante l'adolescenza non conoscevo il percorso di vita che mi aspettava. Contemporaneamente vedevo che esternare le proprie emozioni con "carta e penna" mi faceva sentire bene. Inoltre mi eccitava l'idea di una storia totalmente inventata da me. Ed ecco che dopo anni concludo un'opera iniziata diciamo per caso.
 
5. Quanto ha influito nella sua formazione letteraria il contesto sociale nel quale vive o ha vissuto?
Il contesto in cui vivo ha molto influito nella mia formazione letteraria.
 
6. Scrivere è una evasione dalla realtà o un modo per raccontare la realtà?
Secondo me scrivere è solo un altro modo per raccontare la realtà da un altro punto di vista.
 
7. Quanto di lei c’è in ciò che ha scritto?
Il mio è un racconto in cui chiunque può rispecchiarsi non solo il sottoscritto. Viviamo ogni giorno immersi in una realtà difficile, ognuno di noi è un eroe nella propria vita, dunque penso che in ciò che ho scritto ogni lettore può intravede se stesso nel racconto.
 
8. C’è qualcuno che si è rivelato fondamentale per la stesura della sua opera?
Sicuramente devo ringraziare tutte le persone che mi stanno accanto, ad una in particolare.
 
9. A chi ha fatto leggere per primo il romanzo?
Una volta conclusa l'opera, l'ho fatta leggere ad una mia persona speciale. Ella ha sempre creduto in me e alle mie pazzie.
 
10. Secondo lei il futuro della scrittura è l’ebook?
Assolutamente si. Il progresso è una cosa positiva. Se non avessimo avuto progresso nel passato, oggi non avremmo a disposizione così tante tecnologie fondamentali nella vita quotidiana.
 
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Non condivido la nuova frontiera dell'audiolibro.
Un libro non ha solo il fine di raccontare. La lettura di un libro è fondamentale anche per sviluppare molte abilità linguistiche. Con l'avvento dell'audiolibro la lettura viene messa da parte e ciò può solo essere una cosa negativa.
 
 
 
 

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