1. Parliamo un po’ di Lei, dove è nato e cresciuto?
Sono nato a Grado in Provincia di Gorizia ed ho sempre vissuto qui. Ho frequentato il Liceo Scientifico a Monfalcone e l'Università a Trieste, dove mi sono laureato in Ingegneria Civile Edile. Sempre a Grado ho aperto uno Studio Tecnico tramite il quale ho lavorato in tutta la Regione.
2. Che libro consiglierebbe di leggere ad un adolescente?
Non sono riuscito ad appassionarmi agli ultimi libri di Harry Potter, per cui, all'antica suggerirei ancora il mio vecchio autore preferito Jack London ed il suo libro immortale "Zanna bianca".
3. Cosa pensa della progressiva perdita del libro cartaceo a favore dell’ eBook?
Anche se sono sempre affezionato al libro cartaceo, penso che la tecnologia avanza e noi dobbiamo imparare ad usarla, perché è la naturale evoluzione del progresso.
4. La scrittura è un colpo di fulmine o un amore ponderato?
Fin da ragazzo avevo il desiderio di cimentarmi con la scrittura, ma la scuola prima ed il lavoro poi me lo hanno sempre impedito. Dopo essere andato in pensione ho trovato finalmente lo spazio necessario per dedicarmi a questa nuova avventura.
5. Cosa l’ha spinta a scrivere questo libro?
Come già detto il desiderio di scrivere era sempre in me, quando ne ho avuto la possibilità ho scritto il primo libro, già pubblicato da voi, "Quello strano amore", cui segue questo "Ginestre Selvatiche" in cui, senza essere autobiografico, racconta un po' l'ambiente studentesco di quando frequentavo l'Università. Il resto è tutta fantasia.
6. Quale messaggio vuole inviare al lettore?
Le Ginestre selvatiche sono degli arbusti che crescono spontaneamente lungo la strada Costiera per Trieste. Sono piante che crescono spontaneamente nell'ambiente carsico, senza nessun aiuto e riescono a sopravvivere alla siccità e ad un vento impetuoso come la Bora; sono piante che rappresentano un po' la vita dell'uomo, che deve combattere da solo contro tutte le avversità ed uscirne con la propria sola forza.
7. La scrittura era un sogno nel cassetto già da piccolo o ne ha preso coscienza pian piano nel corso della sua vita?
La scrittura mi ha sempre attirato, però nel corso della vita, per motivi di lavoro, ho sempre dovuto piegare la mia fantasia alla scrittura tecnica e burocratica del mio lavoro di ingegnere. Appena ne ho avuto la possibilità ho dato sfogo a quanto avrei voluto scrivere da sempre.
8. C’è un episodio legato alla nascita o alla scrittura del libro che ricorda con piacere?
Ricordo con piacere la nascita del mio primo libro, la soddisfazione di tenere in mano qualcosa scritto da me, che non fossero le solite relazioni tecniche o qualcosa del genere. Poi le reazioni degli amici, che non si aspettavano che un freddo costruttore come me, potesse avere dei sentimenti da esprimere in un campo totalmente diverso, il mondo del romanzo. Infine i complimenti e le richieste di dedica da persone sconosciute, che avevano apprezzato la mia opera e che mi chiedevano di tenerle informate sulla mia prossima produzione.
9. Ha mai pensato, durante la stesura del libro, di non portarlo a termine?
Assolutamente no. Le soddisfazioni che mi ha dato il primo libro mi hanno pungolato a terminare la mia saecconda opera e addirittura mettere in cantiere la terza, che è ormai verso la conclusione.
10. Il suo autore del passato preferito?
Ce ne sono tanti, ma uno si staglia nettamente su tutti: Ernest Hemingway con tutte le sue opere, tra cui cito quelle che mi hanno appassionato di più: "Addio alle armi", "Per chi suona la campana", "Il vecchio e il mare" ed "Il giardino dell'Eden". Ritengo che la sua forza narrativa lo distingua in un panorama vasto e variegato di scrittori, alcuni dei quali validissimi.
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Ritengo che l'audiolibro sia la forma di trasmissione delle idee più simpatica fra le novità del mercato. Sentire dei professionisti interpretare l'opera può aiutare a comprendere meglio la visione delle cose, come intendeva proporle l'autore.