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BookSprint Edizioni Blog

20 Ott
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Intervista all'autore - Matteo Stefani

1. Che cos’è per Lei scrivere, quali emozioni prova?
Scrivere per me è dare forma e ordine ai pensieri.
A volte tutto nasce da un sogno o in seguito a una forte emozione.
In altri casi, invece, si tratta di una soluzione ad un groviglio di pensieri che mi sono ribolliti in testa a lungo.
Mi immedesimo molto nei personaggi e vivo, nel divenire della storia, parte delle loro emozioni: rabbia, tristezza, felicità...
Ma quando termino un capitolo, ovviamente, è la gioia a prevalere.
 
2. Quanto della sua vita reale è presente in questo libro?
In questo libro c'è molto della mia vita reale.
Alcuni personaggi della storia sono stati delineati prendendo spunto da persone che ho incontrato e conosciuto negli anni, a volte esaltandone alcuni tratti caratteristici.
In generale molti dei luoghi che ho descritto fanno parte del mio vissuto.
La trama trae ispirazione dai miei studi ingegneristici e dalle mie curiosità in ambito scientifico.
 
3. Riassuma in poche parole cosa ha significato per Lei scrivere quest’opera.
Scrivere quest'opera è stato per me come aprire un "cassetto" ed estrarre un sogno.
 
4. La scelta del titolo è stata semplice o ha combattuto con se stesso per deciderlo tra varie alternative?
Il titolo del libro si è delineato nella mia mente sin dall'inizio ed è il filo conduttore della storia.
 
5. In un’ipotetica isola deserta, quale libro vorrebbe con sé? O quale scrittore? Perché?
In un'isola deserta porterei con me i seguenti libri:
- "I miserabili" di Victor Hugo
- "Invicta Legio" di Santiago Posteguillo
- "Il cannocchiale d'ambra" di Philip Pullman
- "Le tombe di Atuan" di Ursula Le Guin
 
6. Ebook o cartaceo?
Cartaceo.
A mio avviso sono entrambi validi, ma la carta ha un vantaggio: puoi staccare gli occhi senza paura di perdere il segno e così la mente è più libera di spaziare.
 
7. Quando e perché ha deciso di intraprendere la carriera di scrittore?
Ho deciso di iniziare questa carriera quando avevo abbastanza materiale e idee da mettere nero su bianco.
Ma già vent'anni fa, quando andavo in biblioteca con i miei figli piccoli, si delineava questo desiderio.
 
8. Come nasce l’idea di questo libro? Ci racconterebbe un aneddoto legato alla scrittura di questo romanzo?
L'idea di questo libro è nata da una suggestione.
Il libro di fisica divulgativa di Leon Lederman doveva essere intitolato "Goddamn Particle"... infine è uscito come "The God Particle".
Quindi, da "particella maledetta" a "particella di Dio"... forse era segno del destino?
E se, la particella ricercata, fosse il famoso neutrino del famoso fisico scomparso Ettore Majorana?
La sua scoperta spiegherebbe il motivo per cui nell'universo c’è più materia che antimateria.
 
9. Cosa si prova a vedere il proprio lavoro prendere corpo e diventare un libro?
Al libro si arriva dopo un lungo lavoro che vede coinvolte diverse persone, non solo lo scrittore.
Sono molto soddisfatto e sto già lavorando ad un secondo libro.
 
10. Chi è stata la prima persona che ha letto il suo libro?
Mia moglie.
 
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Sono molto favorevole all'audiolibro.
Direi che in auto, non c'è niente di meglio di un buon classico raccontato a puntate: lo si "assapora"!
Io stesso ne ho ascoltati diversi: "Eneide", "Moby Dick", "Il Conte di Montecristo", "I promessi sposi" etc...
 
 
 
 
 

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Martedì, 20 Ottobre 2020 | di @BookSprint Edizioni

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