1. Parliamo un po’ di Lei, dove è nata e cresciuta?
Mi chiamo Maria Pia e sono nata e cresciuta ad Ariano Irpino. È una città di ventidue mila abitanti della provincia di Avellino in Campania. Sono molto legata a questa città, mi piace ogni angolo e la consiglierei a chiunque per staccare per un po' la spina dal lavoro o dai brutti pensieri.
2. Che libro consiglierebbe di leggere ad un adolescente?
Da adolescente consiglio ai miei coetanei libri dal genere storico o dei romanzi rosa. Personalmente sono tra i generi che prediligo e credo siano in qualche modo importanti alla nostra età.
3. Cosa pensa della progressiva perdita del libro cartaceo a favore dell’eBook?
Sono una fan sfegatata del cartaceo. Porto gli occhiali e per me è difficile leggere per troppo tempo un file dal computer, dal telefono o da qualsiasi altro device ma in ogni caso preferisco il cartaceo e credo sia un vero peccato che si stia perdendo l'abitudine di andare in libreria. Il buon profumo dei libri non è paragonabile a un anonimo e-reader.
4. La scrittura è un colpo di fulmine o un amore ponderato?
Per me è stata un colpo di fulmine, qualcosa di improvviso. Ma continuo ad amarla in modo costante o forse molto di più della prima volta.
5. Cosa l’ha spinta a scrivere questo libro?
In primo luogo ho deciso di scrivere questo libro per portare in alto il nome dell'Italia, del Sud e della città di Napoli in particolare. Poi si sono aggiunte varie motivazioni durante la stesura come rappresentare il valore dell'amicizia, specialmente quella tra maschio e femmina che lascia sempre tanto da dire, oppure il valore della famiglia e l'importanza di avere fratelli o sorelle che ti accompagnino durante la tua vita. Insomma ci sono stati molti fattori e mi hanno aiutato un sacco a continuare.
6. Quale messaggio vuole inviare al lettore?
Prima di tutto vorrei che si emozioni perché ritengo che un libro, in qualsiasi modo, debba fare emozionare. In secondo luogo vorrei che il lettore comprenda il vero valore dell'amicizia, la sua importanza. Vorrei che comprenda quanto sia importante l'amore alla nostra età e spero che possa aiutarlo a dichiararsi con la persona amata. Vorrei che possa comprendere che l'amore va sempre coltivato e mai dato per scontato. E in ultimo, ma non per importanza, vorrei che il lettore si rendi conto di quanto sia fortunato a essere italiano e vorrei che capisca che debba difendere sempre il proprio Paese e la propria città in pubblico e condannarla quando è dovuto in privato. Insomma vorrei che si guardasse dentro e capisca chi è realmente così da mostrarsi senza vergogna.
7. La scrittura era un sogno nel cassetto già da piccola o ne ha preso coscienza pian piano nel corso della sua vita?
Mi è sempre piaciuto scrivere i miei pensieri, di fatti ho fogli sparsi per casa con tutto quello che mi passava per la mente in quei momenti. Ho cominciato a scrivere sul serio solo quando ero in terza media e da allora non ho più smesso e ho compreso che è una parte importante di me che devo coltivare ogni giorno.
8. C’è un episodio legato alla nascita o alla scrittura del libro che ricorda con piacere?
Ricordo che mentre scrivevo questo libro e lo facevo leggere a una delle persone più importanti per me, questa ragazza mi spronò a non smettere mai di scrivere perché a parer suo ho un grande talento e devo coltivarlo. È stato molto importante per me perché sono una ragazza insicura e ho bisogno di continue certezze e quando mi sento giù ricordo le sue parole e mi danno la spinta necessaria per continuare.
9. Ha mai pensato, durante la stesura del libro, di non portarlo a termine?
Mai. Non è da me lasciare le cose in sospeso. Spesso mi sono fermata per il cosiddetto blocco dello scrittore o perché ero così stressata per colpa della scuola che non riuscivo a pensare lucidamente ma non ho mai pensato di smettere. Quando inizio a scrivere un libro prendo la cosa molto sul serio.
10. Il suo autore del passato preferito?
Mi piace tantissimo il modo di scrivere di Luigi Pirandello. È sempre stato il mio autore italiano preferito. Invece come autore straniero mi sono appassionata molto a Jacques Prévert fin dalle scuole medie.
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Personalmente non rinuncerei mai al buon odore dei libri cartacei e alla bella sensazione di toccare con mano le pagine di un libro ma credo che sia un fattore importante per le persone cieche che amano la lettura e che sfortunatamente non possono vedere e di conseguenza leggere. È un ottimo modo per dare a tutti la possibilità di leggere, o meglio ascoltare, un buon libro.