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29 Set
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Intervista all'autore - Italo Del Gaudio

1. Che cos’è per Lei scrivere, quali emozioni prova?
Per me scrivere è una delle tante forme per comunicare gli eventi, le informazioni e le emozioni e le conoscenze che l'esperienza di vita mi propone. Ho iniziato a scrivere su "quinta ora" un giornalino scolastico.
Il primo libro è stato "ELEMENTI DI TECNOLOGIE ELETTRONICHE", un testo universitario scritto su sollecitazione del Prof. Franco Iovane, che si lamentava per la mancanza.
Un ulteriore libro, ancora in gestazione, descrive una metodologia che ho sviluppato a partire dagli anni '70 per affrontare i problemi socioeconomici sempre più complessi della società. tale metodologia si chiama la Cyber Socio Economia Frattale e intende utilizzare i potentissimi strumenti informatici resi disponibili dalla tecnologia.
 
2. Quanto della sua vita reale è presente in questo libro?
Tutto, in quanto ho raccontato ciò che ho vissuto come spettatore e/o protagonista. però mi sono posto l'obiettivo, non so se raggiunto, di non voler raccontare la mia vita, che poteva interessare a pochi o addirittura a nessuno, ma il mondo che mi circondava e gli eventi e i costumi caratteristici di un periodo della mia vita.
Ho cercato, nel descrivere gli eventi di evitare l'errore molto frequente, volontario o involontario, di commentare gli eventi al di fuori del contesto. Con questo strumento perverso si distruggono o ridimensionano personaggi della cronaca e storici, anche ad opera di scrittori e giornalisti che vanno per la maggiore.
 
3. Riassuma in poche parole cosa ha significato per Lei scrivere quest’opera.
Ho voluto condividere con altri le esperienze che mi è sembrato importante far conoscere per la loro valenza di universalità che si sarebbe persa se dimenticate.
Io ritengo che il pensiero che rimane in una sola mente sia fine a se stesso, mentre se passa in altre menti può generare altri pensieri e stimolare la creatività e la comprensione del proprio prossimo come un seme che genera una pianta.
 
4. La scelta del titolo è stata semplice o ha combattuto con se stesso per deciderlo tra varie alternative?
Il primo titolo era molto "scientifico" (un carotaggio lungo cinquanta anni) perciò mi sono reso conto che sarebbe stato poco comprensibile per molti. Dopo di che gli eventi che si sono succeduti e gli anni che sono divenuti settanta, mi hanno suggerito una decina di titoli, (una parabola lunga sessant'anni, scoppia o rimbalza?, quale futuro ?....) tra i quali ho, faticosamente, scelto quello attuale.
 
5. In un’ipotetica isola deserta, quale libro vorrebbe con sé? O quale scrittore? Perché?
La Bibbia perché contiene in sé le esperienze di personalità e popoli che anche ai giorni nostri trovano riscontro non ostante gli enormi sconvolgimenti apportati dagli sviluppi scientifici, tecnologici e sociali.
Durante la guerra del golfo mi stupì il ritrovare forme di guerra, come l’avvelenamento dei corsi d'acqua che si trova nella Bibbia. Recentemente la rilettura del Cantico dei Cantici mi ha posto una serie di quesiti irrisolti.
 
6. Ebook o cartaceo?
Sono due forme che possono risultare più o meno comode a seconda delle esigenze e delle situazioni. A causa della evoluzione tecnologica mentre la versione cartacea, anche se rosicchiata dai topi, dai lepisma saccharinae o macchiata dalle colonie fungine risulterà sempre leggibile, la versione elettronica, a causa dell' evoluzione dell' hardware e del software non è detto che lo sia.
A parte queste problematiche però vi è un enorme vantaggio che consiste nel poter contenere una enorme biblioteca in un oggetto grande come uno smartphone e poter cercare parole ed argomenti mediante funzioni di ricerca che semplificano molto la vita.
 
7. Quando e perché ha deciso di intraprendere la carriera di scrittore?
Non ho mai deciso di fare lo scrittore di carriera ma solo di comunicare agli altri le cose che ritengo importanti come esperienza di vita. In effetti riuscire ad avere venticinque lettori, come auspicava Alessandro Manzoni non è un obiettivo di basso livello, se sono lettori attenti.
 
8. Come nasce l’idea di questo libro? Ci racconterebbe un aneddoto legato alla scrittura di questo romanzo?
L' evento scatenante è stato quando dal mio lap top ho inviato a mio figlio ad ottomila chilometri di distanza un "file" con il quale lui ha realizzato un oggetto con una stampante 3D. Mi sono rivisto con in mano un cilindro di cartone bachelizzato a costruire la mia prima radio a galena sessant'anni prima. Tra l'altro la radio a galena che costruii comperando il filo di rame, il tubo di cartone bachelizzato, il detector a galena ed il condensatore variabile al negozio di Elvetico allo Spirito Santo a Napoli era simile a quello che usava mia nonna per ascoltare l'opera lirica. Alcuni anni dopo avemmo il primo apparecchio radio a valvole: un Fido Marelli.
 
9. Cosa si prova a vedere il proprio lavoro prendere corpo e diventare un libro?
Una sensazione di soddisfazione come quando dipingendo si ottiene l'effetto voluto o di delusione o di incapacità quando non vi si riesce ma prevale sempre l'istinto di conservazione che fa sì, che anche nei momenti di sconforto, si trovi la forza e l'ispirazione per continuare. A volte basta un pensiero, un ricordo particolarmente vivo, per riaccendere la fiammella dell'ispirazione che sprona a continuare.
 
10. Chi è stata la prima persona che ha letto il suo libro?
La mia nipotina Lidia di dodici anni che ha avuto il coraggio di leggerlo tutto, altri congiunti si erano stancati alle prime pagine.
 
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
In questo caso a parte la fruibilità per chiunque voglia ascoltare anziché leggere vi è la bellissima disponibilità per i non vedenti o ipovedenti e le persone anziane. in questo caso, però, ha molta importanza la voce recitante che è l'intermediario, io per esempio non dimenticherò mai gli appuntamenti con la novella recitati in maniera magistrale da Giorgio Albertazzi o le poesie recitate da Eduardo.
 
 
 
 
 

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