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BookSprint Edizioni Blog

02 Set
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Intervista all'autore - Sara Castelli

1. Parliamo un po’ di lei, dove è nata  è cresciuta?
 L’anagrafe  del comune  dove oggi risiedo attesta la mia nascita a Milazzo. Devo ammettere  che  gli anni più belli della mia vita sono trascorsi a mia insaputa, condizionata e distratta da eventi familiari straordinari  che  mi hanno inevitabilmente raggiunto come un effetto domino. Velato ma dominante esiste  il  ricordo  dell’area agricola  coltivata  a gelsomini. Sul finire degli anni sessanta, in compagnia di mia nonna  che andava a raccoglierli, respirai la fragranza  dei piccoli fiori bianchi; e come se l’avessi visto per la prima volta  apprezzai  il  cielo stellato scoprendo la magia della notte. È qui  che secondo la descrizione Omerica, Ulisse incontra  il ciclope Polifemo  mentre pascola  i buoi del dio  sole.  Trascorre mezzo secolo della mia vita prima che prenda coscienza di essere stata    geograficamente generata e cresciuta dentro alla  perla  storica e paesaggistica  del mar tirreno.  Scoperta dai Greci nel 716 a.C.  la penisola di Milazzo è stata ellenizzata con il nome di Myle. Oggi la città conta trentaduemila abitanti e la cifra raddoppia d’estate. Molti sono i turisti che la  scelgono per il suo mare cristallino e la sua cucina  a base di pesce che i siciliani amano cucinare. 

Il percorso nella storia di questa città prevede  la visita  al castello, uno dei più grandi d’Europa che  dagli   Arabi  in poi  ha visto susseguirsi  moltissime dominazioni.  A breve  distanza dal  centro urbano  della   ridente citta di Milazzo,  s’innalza  superbo  il promontorio  che prende forma di una lingua di  terra  sulla quale l’antica   aristocrazia   vi ha incastonato  i  suoi  palazzi.  Milazzo  con il suo porto, lo si può   definire  il salotto d’attesa  per i viaggiatori  diretti verso lo Stromboli e le isole  sorelle, infatti oggi è il turismo a garantirne   l’economia.



2. Che libro consiglierebbe di leggere ad un adolescente?
Tra tutti “Il gabbiano Jonathan” una dolcissima metafora che introduce alla ricerca della libertà considerando le prove a cui bisogna adoperarsi con grande impegno e volontà.  Anche un adulto inviterei a rileggere “Il piccolo principe” una piccola bibbia che ricorda ad ogni età come la ricerca dell’essenziale bisogna cercarla nelle cose invisibili agli occhi.

3. Cosa pensa della progressiva perdita del libro cartaceo a favore dell’ebook?
 Personalmente non capisco come si possa rinunciare alla magia, all’odore e al contatto di avere tra le mani un libro che una volta letto lo riponiamo con la certezza di avere in casa un nuovo “amico”. Le sue pagine   parlano al cuore, confortano nutrendo lo spirito e ci ricorda che dopo   la notte più buia il sole torna a splendere per proporci nuove possibilità. Ritengo comunque che l’inventiva tecnologica di un e-book consente a molti lettori con disturbi visivi di poter graduare la grandezza dei caratteri per una lettura più distensiva.
 
4. La scrittura è un colpo di fulmine o un amore ponderato?
L’uno non esclude l’altro. Nel mio  caso vedo affermare   la caratteristica   del  mio segno  quando dice   che  i nati del toro  hanno bisogno del  tempo per ponderare la scelta delle loro decisioni. Avevo sedici anni quando andai a fare la segretaria in uno studio legale e gli avvocati mi diedero intere istanze da copiare scrivendo ad una macchina Olivetti 82. La radiofonica emittente locale mi chiamò quand’ero adulta per dare voce ad una pubblicità, dovevo sponsorizzare vermi e mulinelli da pesca.  Il direttore, che era anche lo speaker   del giornale mi affidò la ricerca dei fatti di cronaca che imparai a   stenografare mentre parlavo con gli operatori del Pronto soccorso e/o agenti del commissariato di Polizia.  Concluderei affermando che questa mia attitudine è stata per lungo tempo sopita fino a quando sono esordita con la biografia della “Zingara e la clessidra”
  
5. Cosa l’ha spinta a scrivere questo libro?  
Questo libro rappresenta il risveglio alla consapevolezza. Tenta di colmare il vuoto delle persone che hanno la sensazione di vivere frammentati, dissociati dal contesto universale della creazione. L’indiscutibile genio Leonardo ha impresso negli apostoli le caratteristiche fisiognomiche in base allo studio dei pianeti di cui si era interessato. Intervenuti al restauro del cenacolo, gli esoterici scoprirono come Egli concettualizza nell’opera lo scambio tra forza terrestre e celeste; una condizione che astrologicamente caratterizza la personalità umana che ritroviamo nel segno zodiacale di appartenenza.

6. Quale messaggio vuole inviare al lettore?  
Riconoscersi come parte della creazione è la parola chiave. Astronomia e astrologia   insegnano che siamo parte del tutto.  La definizione saggio del “convivio astrologico….”  è indicativa per metà. Dico ciò perché    la costruzione dello stesso avviene tra i sedimenti della fragilità umana in cui l’autrice denuncia    un’esistenza sradicata e sconnessa dall’unità.  I pianeti e le stelle osservati dagli dei primordiali, li nutrì di sapienza, e loro ci hanno   tramandato l’insegnamento per illuminarci che non esiste separazione alcuna.  
 
7. La scrittura era un sogno nel cassetto fin da piccolo o ne ha preso coscienza pian piano nel corso della sua vita?
 Direi che era un sogno sopito dal quale mi sono svegliata tardivamente.
 
8. C’ è  un episodio legato alla nascita o alla scrittura del libro che ricorda con piacere?
All’origine vi è la festa di un compleanno. Ai dodici invitati era stato assegnato il posto a tavola con il simbolo del segno zodiacale di loro appartenenza.  Il convivio di quella sera diventa per me lo spunto emozionale in cui si rispecchia il cenacolo, immortale opera di Leonardo che ne fa scaturire il seguito del romanzo….  

9. Ha mai pensato durante la stesura del libro di non portarlo a termine?
 Assolutamente mai!  Anzi, l’impegno a completare il “Convivio astrologico…” si è rivelato un potente e naturale antidoto che ha messo il divieto di accesso ad una possibile   fase depressiva, special modo nei giorni difficili del lockdown.

10. l suo autore del passato preferito? 
 Recentemente ho scoperto Marguerite  Yourcenair.  Il suo talento geniale mi ha ispirato e la ricordo tra le pagine del mio libro, supportata dalle “memorie di Adriano” il suo cesello letterario. Amo Anais Nin la scrittrice francese dei primi del novecento.  Attraverso i suoi diari ho respirato il mondo artistico del suo tempo e i personaggi intellettuali di cui amava circondarsi.     

11. Cosa ne pensa della frontiera dell’audio libro?
 Senza dubbio una modalità rivoluzionaria che rende felice un’alta percentuale di utenza. Permette al viaggiatore di attingere alle sue ricerche da qualsiasi strumento informatico.  Un valido ausilio che migliora la vita ai non vedenti che ora riescono a godere della voce romantica che legge loro un romanzo d’amore, oppure quella più scandita di un saggio, documentario, thriller, etc.

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Mercoledì, 02 Settembre 2020 | di @BookSprint Edizioni

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