1. Che cos’è per Lei scrivere, quali emozioni prova?
Non sono mai stata brava a parlare, ad espormi davanti a qualcuno che non fosse un amico o un parente stretto, per questo molte volte mi ritrovo a scrivere quello che mi passa per la testa, la mia opinione su alcuni argomenti, come mi sento... vedo la scrittura come un modo di dar spazio alla mia voce, opinioni, paure, insicurezze nonostante la timidezza che ho da sempre. È come se in un certo senso dopo aver scritto qualcosa mi sentissi libera, non svuotata, più che altro compresa.
2. Quanto della sua vita reale è presente in questo libro?
Tutti i personaggi presenti in questo libro prendono spunto da persone che ho conosciuto o incontrato nel corso della mia, fino ad ora breve, vita. È ambientato durante la prima guerra mondiale in Italia, ma non ci sono molti nomi di luoghi, mi piace pensare che sta all'immaginazione del lettore dare un nome a questi luoghi, in modo tale che alla fine anche se più persone hanno letto lo stesso libro, lo abbiano fatto almeno a modo proprio, mettendoci dentro anche qualcosa della loro stessa vita.
3. Riassuma in poche parole cosa ha significato per Lei scrivere quest’opera.
Ci ho messo quasi due anni, e mentre la scrivevo non immaginavo nemmeno lontanamente che un giorno qualcuno avrebbe potuto leggerla. Quando però ho iniziato a vedere che le idee c'erano, che quelle pagine bianche piano piano stavano iniziando a cambiare, quando ho visto che sopra quelle pagine c'ero io in fondo, ecco, ho capito che quello che stavo facendo non era inutile, non era solo un capriccio, era proprio quello che mi serviva fare in quel momento.
4. La scelta del titolo è stata semplice o ha combattuto con se stesso per deciderlo tra varie alternative?
La scelta del titolo non è stata facile, una cosa della quale ero convinta però era che dovesse esserci la parola "anima". Tutti dovrebbero avere delle parole preferite, quelle parole che al sono suono facciano venire i brividi lungo la schiena, musicali, piacevoli. "Anima" e "oceano" sono le mie, e volevo che almeno una delle due ci fosse...avevo decine di idee, ma nessuna era quella giusta. Fino a che alla fine non è uscito "L'anima di chi non si arrende".
5. In un’ipotetica isola deserta, quale libro vorrebbe con sé? O quale scrittore? Perché?
Il libro che mi piacerebbe portare è "Riparare i viventi" di Maylis de Kerangal, non è il mio libro preferito in assoluto, e non l'ho nemmeno letto decine di volte, ma non ho mai letto nessun altro libro in cui la fragilità della vita venisse raccontata con così tanta delicatezza come in questo. Come scrittore invece probabilmente porterei qualcuno come Rick Riordan, Cassandra Clare, o Lauren Kate, tutti scrittori di grandi saghe fantasy, mi piacerebbe sapere dove hanno trovato le idee e come è stato scrivere tutte quelle grandi storie che hanno appassionato milioni di persone.
6. Ebook o cartaceo?
Io personalmente ho sempre preferito il cartaceo, secondo me non c'è paragone. A me poi piace molto collezionarli i libri, sottolinearli, appuntarci sopra pensieri. Però ultimamente ho avuto la possibilità di provare con l'ebook e ammetto che è molto comodo e ottimo per chi magari non ha spazio in casa per tenere i libri. In sostanza preferisco il cartaceo, ma non vedo perché limitarsi, alla fine le buone innovazioni sono sempre bene accette e l'ebook è sicuramente una di queste.
7. Quando e perché ha deciso di intraprendere la carriera di scrittore?
Partendo dal fatto che non mi piace dire che sono una "scrittrice" o che vorrò fare questo nella vita, perché gli scrittori sono ben altri. Però diciamo che mi sono avvicinata alla scrittura già quando ero molto piccola, mi ricordo che una volta ho iniziato a scrivere una storia di fate quando avevo otto anni. Ho sempre letto, mi è sempre piaciuto, la scrittura è stata come un bisogno di raccontare anche io qualcosa di mio.
8. Come nasce l’idea di questo libro? Ci racconterebbe un aneddoto legato alla scrittura di questo romanzo?
Mi hanno sempre affascinato le storie delle persone comuni durante le guerre o in contesti sociali difficili, o comunque di tutto il 900 in generale, ci sono stati così tanti cambiamenti che provare a immaginarli tutti farebbe venire mal di testa. Di solito sono i nonni che raccontano queste storie, purtroppo io non li ho più così ho deciso di provare a raccontarne io una di queste storie.
Mi ricordo quando avevo iniziato da poco a scriverlo per sbaglio si è cancellato tutto il lavoro che avevo fatto e ho dovuto ricominciare da capo...per poco non ho rinunciato.
9. Cosa si prova a vedere il proprio lavoro prendere corpo e diventare un libro?
Credo che non ci siano parole per descrivere questa sensazione. Fino a che non ce l'hai sotto gli occhi non ci credi, e quando finalmente arriva è come se sentissi che in fondo anche tu puoi provare a lasciare un segno nel mondo. È una sensazione bellissima.
10. Chi è stata la prima persona che ha letto il suo libro?
Le prime persone che hanno letto il mio libro sono state due grandissime amiche, prima ancora che ci fosse la possibilità di essere pubblicato. Ci tenevo al loro parere.
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Non ho mai ascoltato un audiolibro però, come nel caso dell'ebook, credo che se può essere d'aiuto per qualcuno per invitarlo nel meraviglioso mondo della lettura non può essere altro che una cosa buona.