1. Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittore?
Provengo da un piccolo paese nella pianura Padana, ho origini Burundesi.
Sono sempre stata fin da piccola molto creativa, ho amato il canto, la pittura, ho cucito abiti. La scrittura è arrivata dopo. Nonostante abbia sempre adorato scrivere ciò che la fantasia mi suggeriva, non mi sono mai sentita pronta di creare un racconto che potesse diventare un libro. Poi la magia si è espressa. Ho preso un quaderno bianco e iniziato la stesura a mano di questa storia d’amore sofferto. È stato come cavalcare una nuvola, mi sono sentita leggera, luminosa. Ho capito che avrei potuto farlo ancora.
2. Nell’arco della giornata qual è il momento che dedica alla scrittura?
Il momento che preferisco è la sera, perché si manifesta dopo il tramonto che io amo. Il sole arancione si fonde con il blu di Persia e il rosa fiammingo del cielo. Potrei non smettere di osservarlo. Mi inebria di ispirazione, mi mette le giuste frasi nella mente e io appena finisce quel matrimonio di colori inizio a scrivere. La malinconia è un sentimento che mi accompagna molto nella vita, ve ne accorgerete anche leggendo il libro.
3. Il suo autore contemporaneo preferito?
Sveva Casati Modignani, la sua raffinata scrittura riesce ad essere sempre contemporanea.
4. Perché è nata la sua opera?
Avevo un centro estetico a Collina Fleming (Roma) avevo molte piccole clienti dai 13 anni in su, quando venivano a farsi i trattamenti mi raccontavano avvenimenti che non avrei mai pensato potessero succedere a quell’età. Tutte appartenenti alla fascia più ricca di Roma, amavano trasgredire, amavano il mondo della notte, io ho iniziato ad interessarmi.
Chiedendo loro più particolari possibili della loro vita fuori dai licei spogliate dalle loro divise delle più costose scuole. Ne sono rimasta, affascinata, scandalizzata. Ho preso spunto da una di loro per creare Chicca. Ma la sofferenza della solitudine e dolore provati dalla protagonista sono i miei.
5. Quanto ha influito nella sua formazione letteraria il contesto sociale nel quale vive o ha vissuto?
Non particolarmente, conosco benissimo la Roma “bene” ma non mi appartiene.
6. Scrivere è una evasione dalla realtà o un modo per raccontare la realtà?
Evadere, evadere sempre. Vorrei tantissimo aver conosciuto almeno uno dei miei personaggi. Nessuno esiste perciò ripeto, la ritengo un’evasione.
7. Quanto di lei c’è in ciò che ha scritto?
Tutte le note negative è la descrizione mia. Da adolescente ho sofferto per amore non corrisposto. Purtroppo quello rimane, la frustrazione di non andare bene per qualcuno che reputi come un angelo. La mia forza spesso è il dolore, se riusciamo a metabolizzarlo può trasformarsi in arte.
8. C’è qualcuno che si è rivelato fondamentale per la stesura della sua opera?
No, il protagonista è frutto della mia immaginazione. Forse la ragazzina che veniva nel mio centro estetico mi ha ispirata.
9. A chi ha fatto leggere per primo il romanzo?
A mia sorella Claudine. È lei che mi ha sempre spronato ad andare avanti con il racconto. Attendeva i capitoli come si attende una nuova puntata di una serie preferita.
10. Secondo lei il futuro della scrittura è l’ebook?
Io amo il profumo delle pagine, e mi stanco a guardare uno schermo luminoso. Però è un po’ come la musica. Prima si aspettavano i singoli in cd, ora possiamo averla in 5 secondi sullo smartphone. L’eBook è necessario per dimezzare i tempi. Desidero leggere un libro. Lo scarico e in pochi secondi già lo sto iniziando. L’evoluzione è necessaria.
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
L’Audiolibro fa perdere la magia della propria voce in testa che danza sulle parole tra le pagine. Una voce preimpostata, non credo faccia per me.
Servirà di certo a chi ha problemi di vista, dislessia, cecità.
Ma per chi può, sarebbe bello non perdere lo stupore di scoprire un libro al 100%. Un libro aumenta la fantasia, soprattutto per uno scrittore che magari ama ancora sottolineate con una matita tra le pagine le sue frasi preferite.