1. Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittore?
Nasco (nel maggio del '69) e cresco a Milano, dove attualmente vivo.
Studio lingue, fermamente intenzionata a girare il mondo, salvo ritrovarmi incastrata per vent'anni ad una scrivania di una multinazionale ai margini della metropoli milanese.
Nel 2000 divento maestra di danza, facendo della mia passione di sempre un lavoro, e intraprendo un percorso che mi porta a formarmi come insegnante di varie discipline olistiche.
Attualmente insegno yoga e pilates, cresco una figlia e cerco di essere una moglie non troppo pesante, attività a cui mi dedico con amore e costanza.
Da sempre mi accompagna la passione per la lettura e la scrittura e, benché non abbia mai pensato di farne una professione, ho scritto poesie e racconti, rimasti sepolti nei miei leggendari cassetti delle meraviglie (l'ordine non è il mio forte).
"La lama del tuo sorriso" è il mio primo romanzo compiuto.
2. Nell’arco della giornata qual è il momento che dedica alla scrittura?
Sono un gufo. La notte, coi suoi silenzi, mi spinge in fondo a me stessa e mi dona ispirazione.
3. Il suo autore contemporaneo preferito?
La mia autrice preferita, sia per modalità di scrittura che per tematiche affrontate, è Isabel Allende. Di tanto in tanto però sento il bisogno impellente di rileggere uno dei romanticissimi romanzi di Jane Austen, purtroppo sempre troppo pochi!
4. Perché è nata la sua opera?
Ho iniziato a scrivere, come avevo già fatto altre volte in passato, senza un'idea precisa di cosa volessi creare. Stavo semplicemente facendo qualcosa che mi divertiva e mi rilassava, con uno sguardo ironico e leggero alla vita, che tuttavia non ci risparmia mai i suoi drammi.
5. Quanto ha influito nella sua formazione letteraria il contesto sociale nel quale vive o ha vissuto?
Il contesto sociale a cui apparteniamo condiziona tutta la nostra esistenza. La letteratura non fa certo eccezione. Un'attitudine ha bisogno di terreno fertile per svilupparsi.
6. Scrivere è una evasione dalla realtà o un modo per raccontare la realtà?
Trovo che scrivere sia innanzitutto un piacere, un momento di profonda intimità con se stessi. Non l'ho mai vissuto come un'evasione né come un modo di raccontare la realtà. In fondo può essere entrambe le cose, ma per me è essenzialmente divertimento allo stato puro.
7. Quanto di lei c’è in ciò che ha scritto?
La trama è pura invenzione, ma nella protagonista c'è molto di me. Non a caso la narrazione è in prima persona...
8. C’è qualcuno che si è rivelato fondamentale per la stesura della sua opera?
Benché tratti altri temi, alcuni frivoli, altri più drammatici, il leitmotiv del romanzo è l'amicizia. Senza le mie amiche non sarebbe mai stato scritto.
9. A chi ha fatto leggere per primo il romanzo?
A mio marito. Amandomi molto, sapevo sarebbe stato indulgente....
Poi però l'ho fatto leggere ad una mia amica scrittrice, per un parere più critico e competente.
10. Secondo lei il futuro della scrittura è l’ebook?
Sono nata sul finire degli anni 60. All'epoca il massimo della tecnologia erano il telefono a rotella e la televisione in bianco e nero.
Quando ho iniziato a lavorare non esistevano i computer né i telefoni cellulari.
Sono cresciuta con il profumo della carta, con l'emozione di sfogliare pagine e trovarvi un tesoro.
L'ebook per me è incomprensibile, ma le nuove generazioni nascono con un imprint tecnologico e una coscienza ecologista. Sicuramente il digitale è destinato, se non a soppiantare la carta, a raccogliere un numero sempre maggiore di consensi.
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Credo possa rappresentare un'interessante e innovativa forma di sponsorizzazione di un'opera.
Per quanto mi riguarda, non potrà mai sostituire il piacere della lettura.