1. Che cos’è per Lei scrivere, quali emozioni prova?
Ho sempre considerato la scrittura come la migliore forma di esposizione e di comunicazione.
La narrazione verbale è più legata all’improvvisazione mentre la scrittura permette la ricerca degli aggettivi o dei verbi più adatti, consente di raggiungere la migliore chiarezza e soprattutto di evitare fastidiosi fraintendimenti. Scrivere significa rileggere, correggere e migliorare l’esposizione fino alla (quasi) completa soddisfazione.
L’emozione più grande per me non è puramente nello scrivere ma nel rileggere l’opera completata e capire se l’obiettivo iniziale è stato raggiunto.
2. Quanto della sua vita reale è presente in questo libro?
Il libro è interamente legato alla mia vita reale sebbene, come ho più volte cercato di sottolineare, non vuole essere una biografia o un diario ma una rivisitazione con l'età di oggi di oggi delle emozioni che la vita mi ha proposto nel corso degli anni.
3. Riassuma in poche parole cosa ha significato per Lei scrivere quest’opera.
Fondamentalmente la finalità che mi ero dato è trasmettere le emozioni vissute in determinate situazioni e mostrare al lettore come ciascuno di noi possa identificarsi anche negli stati d'animo degli altri pensando semplicemente “è successo anche a me”.
Per me ha significato molto poter condividere turbamento, gioia, apprensione e commozione sapendo di poter essere compreso pur mettendomi a nudo di fronte agli altri.
4. La scelta del titolo è stata semplice o ha combattuto con se stesso per deciderlo tra varie alternative?
La scelta del titolo è stata pressoché spontanea e logica: mi ero dato un obiettivo per il libro e credo di averlo raggiunto: raccontare emozioni legate ai fatti della mia vita.
Il titolo è venuto da sé.
5. In un’ipotetica isola deserta, quale libro vorrebbe con sé? O quale scrittore? Perché?
In questa ipotetica situazione vorrei poter avere la compagnia di Luciano De Crescenzo. Ingegnere, scrittore, persona molto intelligente, arguto, ironico, colto e brillante; in tutte le sue opere vengono proposte in modo semplice e accessibile nozioni e idee della filosofia antica e dei miti greci, senza disdegnare la filosofia popolare. Non tralascio il fatto di averlo conosciuto personalmente come collega in IBM.
Il libro che vorrei avere invece è “Uomini e topi” di John Steinbeck per i temi trattati nel romanzo: l’amicizia, l’illusione del “sogno americano”, la solitudine e il senso del destino.
6. Ebook o cartaceo?
Resto un innamorato del libro da sfogliare, da farci l’orecchio in cima alla pagina come segnalibro e averlo in bella mostra sulla libreria: con questo non nego la comodità dell’ebook per averlo disponibile in qualsiasi momento e in qualsiasi situazione. L’importante è comunque leggere.
7. Quando e perché ha deciso di intraprendere la carriera di scrittore?
Mi è sempre piaciuto scrivere e fin dai tempi della scuola non avevo problemi nei “temi” mentre trovavo qualche difficoltà nei “riassunti”. In età adolescenziale mi dilettavo a scrivere poesie e successivamente brevi novelle, sempre per il solo gusto personale; non avevo mai pensato di cimentarmi nella scrittura di un libro fino a quando ho sentito il desiderio e direi quasi la necessità di esternare le emozioni che la vita mi aveva proposto.
8. Come nasce l’idea di questo libro? Ci racconterebbe un aneddoto legato alla scrittura di questo romanzo?
Mi sono reso conto che ho sempre raccontato a mio figlio gli avvenimenti della mia vita, fatti, incontri, situazioni, successi e delusioni ma di avergli trasmesso raramente le emozioni legate a quegli avvenimenti.
Da questo l’idea di cimentarmi nella scrittura di un libro che potesse colmare quel vuoto.
9. Cosa si prova a vedere il proprio lavoro prendere corpo e diventare un libro?
È una soddisfazione che non avrei mai pensato di provare: forse dovrei aggiungere un nuovo capitolo al mio libro per spiegare anche questa ulteriore emozione.
10. Chi è stata la prima persona che ha letto il suo libro?
Ho sottoposto a mia moglie ogni singolo capitolo fin dal suo nascere e con il suo aiuto e stimolo continuo l’ho portato a termine.
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Vale quanto detto per il formato ebook per quanto l’audiolibro offre in aggiunta la possibilità di ascoltare una lettura “interpretata” da una voce impostata e con la giusta e corretta intonazione.
Ritengo la lettura una forma attiva mentre l'ascolto una forma passiva, per questo continuo a preferire la prima.