1. Che cos’è per Lei scrivere, quali emozioni prova?
Non è lo scrivere in sé e per sé che dà emozione, ma è il rivivere l'emozione che si descrive scrivendo che ti pervade e ti domina.
Il miracolo è il rendersi conto che più forte è questa emozione, più facili vengono le parole per descriverla.
2. Quanto della sua vita reale è presente in questo libro?
Il libro è il racconto dei miei quarant'anni di vita ospedaliera come medico.
Ogni avvenimento, ogni episodio, ogni emozione, mi sono realmente accaduti.
3. Riassuma in poche parole cosa ha significato per Lei scrivere quest’opera.
Una volta terminato il mio mandato in Ospedale, dopo quarant'anni di Servizio, ho sempre avvertito la necessità di mettere per iscritto la mia esperienza.
Senza voler passare per il solito barbogio che vuole insegnare qualcosa, credo che non debba essere dimenticata una così lunga storia di lavoro ma anche di vita, attraverso i mille cambiamenti del contesto sociale, della Sanità, e della Medicina stessa.
E così i nostri figli possono meglio comprendere da dove proveniamo, e che cosa ci ha plasmati nel tempo.
4. La scelta del titolo è stata semplice o ha combattuto con se stesso per deciderlo tra varie alternative?
Dopo qualche ipotesi iniziale, sfumata, abortiva, magari un po' generica, una frase che mi è nata nel racconto è diventata il titolo, a sottolineare l'essenza del racconto stesso.
5. In un’ipotetica isola deserta, quale libro vorrebbe con sé? O quale scrittore? Perché?
"La boutique del mistero" di Dino Buzzati: la miglior raccolta di racconti dell'A., che in una magica, misteriosa atmosfera esplora l'animo umano con le sue debolezze e i suoi paradossi.
E una raccolta di tutte le fiabe di Hans Christian Andersen, che dalle cose più semplici è stato in grado di cavare le vibrazioni, le ricchezze, le miserie, i limiti della vita umana.
6. Ebook o cartaceo?
Pur accettando la praticità e la modernità di un E-book, non posso che amare il libro cartaceo.
Il libro va stretto, girato e rigirato, sentito tra le mani, magari stropicciato.
E anche annusato.
E poi conservato per sempre.
7. Quando e perché ha deciso di intraprendere la carriera di scrittore?
Non penso a una carriera di scrittore.
Questa è la mia prima esperienza, e continuerò solo se sentirò forte l'esigenza di raccontare altro.
Senza alcuna ambizione.
8. Come nasce l’idea di questo libro? Ci racconterebbe un aneddoto legato alla scrittura di questo romanzo?
Ho già spiegato come è nata l'idea del libro.
Un vero aneddoto non c'è, salvo il fatto che un sogno chiuso in un cassetto da qualche anno, è stato possibile realizzarlo nel periodo di clausura forzata durante la pandemia.
9. Cosa si prova a vedere il proprio lavoro prendere corpo e diventare un libro?
Certo grande soddisfazione e orgoglio.
E la constatazione di vedere tutte in fila, ordinate in capitoli, le mille cose che confusamente mi giravano per la testa da tanto tempo.
10. Chi è stata la prima persona che ha letto il suo libro?
Mia moglie ha letto il libro lungo la sua creazione.
Ogni 3-4 capitoli le sottoponevo la stesura perché mi desse un parere.
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Ben venga qualsiasi mezzo che possa abbattere le barriere che rendono difficile la vita di chi è meno fortunato di noi.