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03 Giu
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Intervista all'autore - Domenico Farace

1. Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittore?
Sono nato a Benevento da famiglia non ricca ma benestante. La mia infanzia è stata più che felice; fin da bambino vedevo e vivevo il "bello" anche nel "brutto". Vivevamo a poco più di 300 mt. dal centro città ma praticamente circondati da fattorie. Io ero il beniamino di tutto il vicinato per la mia spontaneità e per la curiosità di sapere.... Consideravo tutti come la mia famiglia.
Poi mio padre diventò vice segretario della CISL di Salerno dove trascorsi parte della mia gioventù. Dopo diversi anni, quando io ne avevo 13 circa, mio padre lasciò il sindacato per tornare a Benevento ed associarsi col fratello imprenditore edile.
Io ero molto più maturo della mia età e non trovavo interesse nei miei coetanei così, fino all'età di 17 anni circa, mi ritirai in me stesso studiando anche di notte e con pochissime frequentazioni (mia madre si svegliava alle 4 del mattino per costringermi ad andare a dormire).
A quella età conobbi il Movimento dei Figli dei Fiori e ne assunsi in pieno l'ideologia. Da allora la mia vita assunse un particolare indirizzo. Le conoscenze di base acquisite e relative alla fisica, alla meccanica quantistica, alla letteratura, alla psicoanalisi ed alla psicosomatica, nella loro essenza, mi apparivano sempre più "conformi" alle Dottrine orientali al cui studio mi ero dedicato recentemente.
A 18 anni sposai la donna che amavo e con la quale generammo due stupendi maschietti.
Mi ero iscritto a Fisica ma dovevo mantenere la famiglia così emigrai in Venezuela. Circa 4 anni dopo mi raggiungeva la mia famiglia e dopo ancora qualche anno tornammo in Italia.
Vivemmo circa 2 anni a Benevento e poi ci trasferimmo in Liguria; e dopo 10 anni ci trasferimmo a Bologna.
All’età di 55 anni lasciai la famiglia per gravissime “incomprensioni” con mia moglie. … Trascorsi circa un triennio vittima di uno stato depressivo profondo ed appena “gestito” dai mie principi ideologico/dottrinali delle “filosofie” orientali che da sempre governano la mia esistenza. … Poco a poco mi riappropriavo di quella parte della mia forza che mi aveva abbandonato e dopo ancora 3 anni, vissuti in assoluta povertà ma durante i quali approfondivo le mie ricerche sulla spiritualità, mio padre diede ai figli una parte della sua eredità (25.000 €) e decisi di trasferirmi definitivamente a Panama. Dopo circa 3 anni fui costretto a tornare in Italia per questioni di salute.
I miei genitori si erano trasferiti in Lombardia e mi ospitarono per qualche mese. Dopo fui improvvisamente convocato per un interessante lavoro a Milano.
Da allora vivo da solo in un mini appartamento in provincia di Pavia, … e sono in pace con me stesso.
 
2. Nell’arco della giornata qual è il momento che dedica alla scrittura?
Ho scritto la storia della mia infanzia, ma non scrivo più da un anno, anche se ho una mia raccolta che comincio a pensare di “assemblare”.
 
3. Il suo autore contemporaneo preferito?
François Julien, Herbert Guenter, Dalai Lama.
 
4. Perché è nata la sua opera?
Per descrivere eventi e storie particolari ed intense.
 
5. Quanto ha influito nella sua formazione letteraria il contesto sociale nel quale vive o ha vissuto?
… Direi “i contesti”, perché tutti quelli nei quali ho vissuto hanno contribuito.
 
6. Scrivere è una evasione dalla realtà o un modo per raccontare la realtà?
Solo ed esclusivamente un modo personale di raccontarla, derivante dalle personali esperienze di vita.
 
7. Quanto di lei c’è in ciò che ha scritto?
Tutto.
 
8. C’è qualcuno che si è rilevato fondamentale per la stesura della sua opera?
No, anzi ho trovato ostacoli in famiglia, purtroppo.
 
9. A chi ha fatto leggere per primo il romanzo?
Alle mie amicizie più intime le quali, al contrario che in famiglia mi hanno “istigato” e poi si sono compiaciute per quella che hanno letto.
 
10. Secondo lei il futuro della scrittura è l’ebook?
… Direi di sì.
 
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Molto interessante!
 
 
 
 

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1 COMMENTO

  • Link al commento Federica inviato da Federica

    Recensione del testo: "Cantos de Huexotzingo" di Domenico Farace. Il romanzo è la storia della vita vissuta dall'autore in un lungo arco di tempo e di un grande tormentato amore per una donna. Caratteristiche dell'opera sono: la sincerità, la realtà degli avvenimenti e dei luoghi conosciuti, delle esperienze effettuate, la grande ricchezza spiritale e la vasta cultura che traspaiono, frutto di studi effettuati sul percorso del progresso umano sul piano scientifico e spirituale. Centrale nella narrazione è il puro, grande amore per una donna, contrastato e causa delle sue sofferenze. Ma al disopra di tutto emerge la coerenza, la fedeltà ai valori morali sui quali si fondano la sua formazione spirituale e la sua regola di vita che associata alla pratica che lo vede attivo nella difesa dei deboli, degli animali e dell'ambiente, lo rendono sereno per aver arricchito notevolmente e dato senso alla sua vita.

    Giovedì, 02 Luglio 2020 14:22

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