1. Che cos’è per Lei scrivere, quali emozioni prova?
Quando sono preso dalla scrittura, sono attratto da una parola o da un evento o da un episodio allora cerco di sprigionare le parole adatte affinché l'interlocutore possa sentire il trasporto dei sentimenti intrinsechi delle mie emozioni che mi prendono profondamente, dandomi la carica che mi spinge a descrivere ciò che sto per rappresentare in quel momento, ovviamente lasciando alla libera interpretazione il lettore tra il faceto e la realtà .
2. Quanto della sua vita reale è presente in questo libro?
Credo che nei meandri e le pieghe degli aneddoti di questo libro il Cavaliere senza macchia ovvero BREUS, rappresenti molto di me a latere nella retrospettiva della vita vissuta e degli accadimenti raccontati. L’inspirazione mi è venuta sull'Appennino Tosco Emiliano. Ero lì per motivi di lavoro, trovandomi in un contesto in cui le persone più importanti della mia vita erano lontane da me. L'idea di scrivere avvenne proprio mentre ero lontano dagli affetti familiari, quando tornando indietro con la mente, mi venne questa euforia di trascrivere ciò che mi stava attanagliando nel silenzio dove mi trovavo.
3. Riassuma in poche parole cosa ha significato per Lei scrivere quest’opera.
Scrivere quest’opera è stato davvero importante per me. È stato, come dire, la mia piccola battaglia. Durante la stesura del romanzo poiché ero a lavoro la mattina, nel pomeriggio guardando la TV da una frase di un programma mi venne in mente di esercitarmi nuovamente nei racconti
Cosi giorno per giorno, i pensieri affollavano la mia mente e sentivo il bisogno di descrivere le mie emozioni, i miei sentimenti, le mie solitudini e i miei sacrifici e tutto ciò che mi faceva emozionare. Divenne un obiettivo che mai avrei pensato, che mi facesse giungere alla sua terminazione. E stato per me fonte di orgoglio e soddisfazione.
4. La scelta del titolo è stata semplice o ha combattuto con se stesso per deciderlo tra varie alternative?
La scelta del titolo non è stata particolarmente difficile. Inizialmente ne avevo scelto uno differente, ma poi durante le riletture dei vari capitoli nelle loro sfaccettature anche di correzione delle frasi, finalmente ho scelto il titolo che rappresentava davvero l’intera storia
5. In un’ipotetica isola deserta, quale libro vorrebbe con sé? O quale scrittore? Perché?
Socrate in tutte le sue interpretazioni. Mai come oggi c’è bisogno di parlare d'istruzione, formazione, educazione. E mai come oggi il tema è tanto chiacchierato quanto eluso nelle piazze istituzionali e d'informazione, nel confronto pubblico. E poi il grande, Seneca, perché mi ha sempre affascinato molto intensamente, gli insegnamenti, che esercitarono su di lui un profondo influsso sia con la parola sia con l'esempio di una vita vissuta in coerenza con gli ideali professati, Le lettere di Seneca a Lucillo mi affascinano piche sembrano talmente vicine a noi , che leggendole sembra che sono di ieri o di oggi nelle loro riflessioni che sanno di una grande saggezza morale etica e di altruismo. Sembrano che vogliono essere uno strumento di crescita morale.
6. Ebook o cartaceo?
In un contesto di continua evoluzione come quello che stiamo vivendo nella sfera della tecnologia, va bene in tutte e due i modi ma se dovessi scegliere, cartaceo tutta la vita.
7. Quando e perché ha deciso di intraprendere la carriera di scrittore?
Scrivere è sempre stata una mia passione. Fin da piccolo scrivevo storie per i miei amici, e quando avevo venti anni, ho scritto una commedia intitolata UN MONDO VECCHIO ED UNO GIOVANE. Non ho mai scelto di diventare scrittore. È una cosa che ho sempre sognato, ma in cui non credevo quasi più. Sicuramente sappiamo che nei meandri dell'Editoria se credono in te potrai esprimere tutta la gratitudine e il riconoscimento della platea dei lettori. Con questa casa editrice BOOKSPRINT EDIZIONI, credo di poter riuscirvi. Spero che ciò avvenga ringraziando anticipatamente sia l'Editore Pacelli che tutto il suo Staff.
8. Come nasce l’idea di questo libro? Ci racconterebbe un aneddoto legato alla scrittura di questo romanzo?
L’idea di questo libro è nata nel 1985, anche se covava dentro di me ancor prima di poter esternare ciò che ho scritto. Non ho mai scelto di diventare scrittore. È una cosa che ho sempre sognato, ma in cui non credevo quasi più. Ho sempre pensato che spesso le opere di maggior rilievo nascono purtroppo dal dolore, e credo che sia stata proprio la solitudine avvertita nel momento in cui ho sentito la lontananza dalla mia famiglia che ho sprigionato ciò che avevo dentro con la consapevolezza che rimanesse un sogno nel cassetto
9. Cosa si prova a vedere il proprio lavoro prendere corpo e diventare un libro?
Vedere il mio lavoro prendere corpo e diventare un libro è una sensazione bellissima, un sogno diventato realtà, il premio per il mio duro lavoro. Ovviamente sono sempre con i piedi per terra, nella speranza che possa emozionare coloro i quali crederanno in me non come persona in quanto tale, ma come scrittore e poeta per rendere per un verso un po' di gioia a quelli che si approcceranno a leggere la mia storia. Penso che riuscire a trasmettere più emozioni in un contesto come quello che stiamo attraversando, sia per me una cosa meravigliosa soprattutto quando i tuoi interlocutori riconoscono il valore di quello che fai.
10. Chi è stata la prima persona che ha letto il suo libro?
Mia moglie e mio figlio sono stati i primi che hanno letto il mio libro, aiutandomi a correggere i piccoli errori che spesso non riuscivo a notare.
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Credo che l’audio libro sia una frontiera innovativa e assolutamente positiva nel campo dell’editoria. Una volta c'era un servizio telefonico che digitando un numero si potevano ascoltare le fiabe o piccoli racconti da poter far ascoltare ai bambini o ai non vedenti. Ovviamente erano raccontati con la voce di noti attori italiani. Posso dire quindi che le case editrici dovrebbero investire un po’ di più su questi servizi.