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29 Feb
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Intervista all'autore - Agata Bonanno

1. Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittore?
Sono siciliana e fiera della mia terra di origine.
Proprio la mia Isola, con il suo splendido mare, il suo irruente vulcano, la bellezza barocca delle città, i suoi panorami incantevoli, è stata spesso spunto di ispirazione per i miei scritti e teatro di ambientazione delle storie narrate.
Il romanzo "Come riflessi sul fiume" è la mia undicesima pubblicazione tra romanzi, racconti e libri di narrativa per l'infanzia.
Ho cominciato a scrivere giovanissima, ma il desiderio di pubblicare ciò che scrivevo si è fatto largo molto più tardi, con la maturità degli anni e la consapevolezza di voler trasmettere agli altri le mie stesse emozioni.
 
2. Nell’arco della giornata qual è il momento che dedica alla scrittura?
Non c'è un momento della giornata speciale per scrivere.
Quando inizio a scrivere una storia, la mia mente si trasforma in un contenitore di idee, i pensieri diventano fiumi di parole, mentre svolgo comuni attività quotidiane.
Arriva poi quel momento magico in cui la storia è già tracciata e scritta per intero nella mente.
Così mi accingo a metterla nero su bianco e vivo quel periodo in perfetta simbiosi con essa e i suoi personaggi.
 
3. Il suo autore contemporaneo preferito?
Mi piace molto lo stile di scrittura di Giuseppina Torregrossa, siciliana e contemporanea.
Ho letto diversi suoi libri.
 
4. Perché è nata la sua opera?
Il romanzo "Come riflessi sul fiume" è nato da un viaggio, dalla scoperta della bellezza della città di Lubiana, che mi ha ispirata per scrivere una storia d'amore, di guerra, di domande sullo stato di felicità, di risposte sull'essenza del vero sentimento d'amore, che ritengo sia un sentimento libero da condizionamenti tra due persone che si amano, così come può esserlo il senso patriottico, la notevole differenza di età, il medesimo sesso.
 
5. Quanto ha influito nella sua formazione letteraria il contesto sociale nel quale vive o ha vissuto?
Sicuramente tanto.
Gli studi, la lettura, la capacità progressiva nel tempo di apprezzare a fondo la bellezza dei luoghi, l'arte.
Tutti elementi che arricchiscono l'anima e fanno sì che la scrittura diventi prezioso strumento di espressione personale.
 
6. Scrivere è una evasione dalla realtà o un modo per raccontare la realtà?
Scrivere regala entrambe le possibilità di evasione dalla realtà e di immersione nella realtà.
Da una parte, attraverso il racconto di una storia inventata, si costruiscono gli avvenimenti, si plasma l'anima dei personaggi, si fanno accadere gli eventi.
Dall'altra, quando si vuole raccontare la realtà, la scrittura diventa testimonianza di fatti belli o brutti, accaduti, a volte risulta essere terapeutica per l'autore e per i lettori che si riconoscono in una determinata situazione o in uno stato sentimentale.
 
7. Quanto di lei c’è in ciò che ha scritto?
La sensibilità e l'emozione di essere entrata in contatto empatico con i personaggi di Edoardo e Zora.
Lui, giovane italiano, commissario della polizia segreta di stato in servizio a Lubiana, nel 1941, quando la città era diventata provincia italiana.
Lei, giovane ragazza slava, amante della letteratura e della frequentazione della Biblioteca Nazionale.
L'amore tra i due giovani, nemici per stato di fatto a causa del secondo conflitto mondiale, è più forte di qualsiasi senso patriottico e trionfa su tutto.
Mi piace questa idea dell'amore assoluto, libero.
 
8. C’è qualcuno che si è rivelato fondamentale per la stesura della sua opera?
L'idea di scrivere questa storia è nata mentre ero ancora in viaggio.
Ho voluto ambientarla in Slovenia e in Italia negli anni dal 1941 al 2001.
Ciò ha richiesto un approfondimento storico su ciò che accadeva nelle due Nazioni durante il secondo conflitto mondiale e per questo ho avuto la gentile collaborazione di mio marito, che è un appassionato di storia.
 
9. A chi ha fatto leggere per primo il romanzo?
Lo ha letto mio marito, ma solo in parte.
Lo ha letto la Casa Editrice e mi auguro che lo leggeranno in tanti, provando l'emozione che ho provato io durante la stesura.
 
10. Secondo lei il futuro della scrittura è l’ebook?
Penso che l'ebook sia un nuovo strumento di lettura, dinamico, semplice per alcuni, per altri meno.
Personalmente adoro sfogliare le pagine di un libro di carta.
Il suo carisma è unico.
 
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Il racconto di un libro, fatto da una bella voce, professionale, con una buona cadenza, può risultare piacevole e utile per chi non vuole affaticare gli occhi.
 
 
 
 
 

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