1. Che cos’è per Lei scrivere, quali emozioni prova?
Scrivere è vita.
Significa stare seduti sulla propria scrivania ma evadere dalla stanza e sentire diversi suoni, vedere diversi colori, vivere diverse situazioni.
Certi momenti del romanzo li ho vissuti cosi con intensità che mi pareva di stare all'interno della storia.
2. Quanto della sua vita reale è presente in questo libro?
La mia vita reale l'ho completamente messa da parte, nel senso che della mia vita reale non c'è nulla.
3. Riassuma in poche parole cosa ha significato per Lei scrivere quest’opera.
Sicuramente una rivelazione.
Prima di questa mia opera ho sempre scritto però, non avevo mai provato a buttarmi su un libro, ed è stata per me una sorpresa il fatto di esserci riuscito al primo tentativo.
4. La scelta del titolo è stata semplice o ha combattuto con se stesso per deciderlo tra varie alternative?
Il titolo è stato un lampo di fulmine.
Una volta che riuscii ad avere il quadro generale della trama, dopo qualche pagina, arrivò il titolo in maniera immediata.
5. In un’ipotetica isola deserta, quale libro vorrebbe con sé? O quale scrittore? Perché?
Porterei il mio libro.
In un'isola deserta devi sopravvivere con i mezzi che ti dà la natura, il mio libro è per me un simbolo di vittoria.
Guardando anche solo la copertina mi ricorderebbe che nulla è impossibile e che tenere duro è la cosa più importante anche quando arriveranno i moneti in cui crederci mi apparirà impossibile.
6. Ebook o cartaceo?
Direi entrambi.
Il cartaceo è per me una tradizione e come tutte le tradizioni che si rispettano non devono essere dimenticate.
L'ebook è invece una conseguenza della tecnologia, è una scelta piuttosto che un'altra.
7. Quando e perché ha deciso di intraprendere la carriera di scrittore?
Iniziai a scrivere quando ero solo un bambino a undici anni, con le rime. Io un vero e proprio fanatico della musica rap americana soprattutto anni Novanta, di quella cultura di quel modo di pensare fuori dagli schemi. Mi affascinava il fatto che riuscissero a descrivere il mondo sempre con un occhio profondamente critico e sempre a favore del popolo, dei meno fortunati. Volevo far sollevare le persone dalle sedie e fare la rivoluzione, poi crescendo ho ridimensionato le mie aspettative e ora punto ad una riuscita più personale, per ora al di fuori dai testi in rima.
Diventare uno scrittore è il sogno della mia vita.
8. Come nasce l’idea di questo libro? Ci racconterebbe un aneddoto legato alla scrittura di questo romanzo?
L'idea nasce dalla mia voglia di creare qualcosa di realmente raccapricciante e penso di esserci riuscito.
Sono un tipo romantico però in quel momento non mi andava di scrivere qualche storia d'amore, di gioia o di felicità, non mi intrigava.
Un aneddoto divertente è stato quando raccontai per la prima volta la trama del libro ad uno dei miei migliori amici, lui mi disse:
Mi misi a ridere perché avevo comunque vinto.
9. Cosa si prova a vedere il proprio lavoro prendere corpo e diventare un libro?
Significa vincere, significa portare la storia fuori dal mio contesto famigliare, intendo anche gli amici, e vedere che suscita qualcosa anche a chi non mi conosce è speciale, vero, anche se devo dire la verità non ho realizzato a pieno quello che mi sta succedendo.
10. Chi è stata la prima persona che ha letto il suo libro?
Il primo a leggere il mio libro fu mio padre. Lo vidi realmente entusiasta però mi diede del pazzo anche lui.
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
L'audiolibro è un'alternativa per venire a contatto con un libro, con una storia. Una scelta che si può fare in confronto agli altri modi di approccio.
Ben vengano le scelte, scegliere è sinonimo di libertà.