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BookSprint Edizioni Blog

18 Feb
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Intervista all'autore - Mariagrazia Losurdo

1. Parliamo un po’ di Lei, dove è nata e cresciuta?
Sono nata e cresciuta a Barletta, in Puglia. La mia città è ricca di storia e luoghi incantevoli ma ciò che più amo di essa è senza alcun dubbio il mare. Fin da piccola ho trascorso molte mie estati in un piccolo paese in montagna, al confine fra Marche ed Umbria. Per quanto brevi i miei soggiorni in questo posto sono stati molto importanti perché mi hanno permesso di dedicarmi alla mia passione per la lettura e, spesso, a quella per la scrittura.
 
2. Che libro consiglierebbe di leggere ad un adolescente?
Essendo io stessa un’adolescente ho notato che forse, alla mia generazione, mancano principalmente due cose: la determinazione e la consapevolezza del valore della libertà. Per queste due ragioni consiglierei di leggere due libri che credono non siano spesso considerati letture per un adolescente. Io credo che, essendo l’adolescente la persona che diverrà un adulto, questi due libri siano estremamente indicati per svegliarne la coscienza. I libri a cui mi riferisco sono “Un uomo” di Oriana Fallaci e “Mille splendidi soli” di Khaled Hosseini. Potrebbero sembrare distanti anni luce eppure il tema portante è il medesimo: il coraggio di combattere per i propri principi, la forza di chi è disposto a tutto per la libertà.
 
3. Cosa pensa della progressiva perdita del libro cartaceo a favore dell’ eBook?
Premettendo che credo che la lettura sia una medicina per l’anima la cui efficacia si attui attraverso un ebook o fra le pagine di un libro cartaceo, la perdita di quest’ultimo a favore dell’ebook mi lascia sorpresa. Da questo aspetto, personalmente, sono esattamente tradizionalista. Credo che sfogliare le pagine di un libro, annusare l’odore dell’inchiostro non abbiano prezzo. Purtroppo l’ebook è però ciò che più si adatta alla vita frenetica dei nostri tempi. Un libro cartaceo va apprezzato nella sua interezza e ciò toglie del tempo che oggi è indispensabile. Ma leggere vuol dire rifugiarsi in una dimensione diversa, una dimensione che si può trovare, secondo me, soprattutto grazie all’unicità di ogni libro cartaceo e al peso che ogni parola acquista impressa su carta.
 
4. La scrittura è un colpo di fulmine o un amore ponderato?
Per me la scrittura è stata assolutamente un colpo di fulmine. Ho scritto la mia prima poesia a 8 anni e da quel momento ho capito che non avrei mai smesso di scrivere. Il foglio bianco è stato da sempre, per me, uno spazio da riempire con le mie emozioni, emozioni che soltanto la scrittura è in grado di far venir fuori. Dalla prima volta che l’ho incontrata, non ho mai pensato di poter vivere senza la scrittura. È stato un vero e proprio colpo di fulmine, di quello che sprigionano un’energia e una magia inarrestabile.
 
5. Cosa l’ha spinta a scrivere questo libro?
Quando ho iniziato a scrivere questo libro non sapevo nemmeno che sarebbe diventato un libro. Ho iniziato a scrivere una pagina e poi ancora un’altra rendendomi conto che avevi qualcosa da raccontare e che avevo bisogno di farlo. Ho iniziato a scrivere questo libro perché ho avvertito l’esigenza di raccontare, una strana urgenza che mi ha portato a scrivere parola dopo parola le pagine di questo libro.
 
6. Quale messaggio vuole inviare al lettore?
Ciò che questo libro vorrebbe aiutare il lettore a comprendere è, in realtà, tanto semplice da capire quanto difficile da accettare. La fragilità fa parte di ciascuno di noi e non si può pensare di sconfiggerla perché è ciò che ci rende unici ed umani. Riconoscere la propria fragilità è però estremamente duro per ciascun essere umano. Fra le pagine di questo libro ho cercato di rivelare quanta bellezza sia nascosta in fondo ad ogni fragilità unica e tutta umana.
 
7. La scrittura era un sogno nel cassetto già da piccolo o ne ha preso coscienza pian piano nel corso della sua vita?
Come già detto ho incontrato la scrittura ad 8 anni. Ho continuato a scrivere senza considerare la scrittura come un sogno ma come la mia realtà felice. Soltanto dopo molto tempo ho compreso che uno dei miei sogni più grandi è vivere per la scrittura. La consapevolezza della scrittura come sogno e di quanto essa conti per me mi ha raggiunto solo dopo quando, senza saperlo, scrivere era già diventato imprescindibile.
 
8. C’è un episodio legato alla nascita o alla scrittura del libro che ricorda con piacere?
La scrittura di questo libro è stata possibile grazie a moltissime persone. Appena terminato un capitolo, non importa a quale ora del giorno o della notte, ero solita inviare il mio lavoro ad alcune delle persone a me più care. Aspettavo con ansia il loro giudizio, le loro impressioni. Quando ho terminato un capitolo molto particolare, una di quelle persone mi ha chiamata, commossa. La sua commozione mi ha raggiunto, finendo dritta nel mio cuore. È stato il momento in cui ho capito che non stavo scrivendo soltanto per me stessa e che scrivere ogni pagina aveva senso.
 
9. Ha mai pensato, durante la stesura del libro, di non portarlo a termine?
Moltissime volte. Ho pensato moltissime volte di non concludere il libro. Mentre scrivevo, a volte, mi sembrava che le mie parole non avessero nessun senso, che fossero inutili. Ho pensato di non terminare il libro soprattutto quando stavo scrivendo gli ultimi capitoli. Scrivere è diventato difficile, non riuscivo a trovare le parole né la conclusione giusta per questa storia. Poi, grazie a chi mi circonda, ho compreso che niente di ciò che stavo facendo fosse inutile come mi sembrava. Quando ho visto l’emozione negli occhi di chi ha letto le mie parole ho capito che avevo il dovere di concludere degnamente la storia che ho raccontato.
 
10. Il suo autore del passato preferito?
L’autrice che più amo appartiene ad un passato abbastanza recente ed è Oriana Fallaci. Il suo coraggio, la sua determinazione, la sua forza sono per me un’ispirazione continua. Oriana Fallaci ha scritto delle donne e ha scritto per le donne, denunciando i pregiudizi che ancora accompagnano la figura femminile. È stata una donna indipendente e combattiva, capace di divenire una delle penne più apprezzate di sempre.
 
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Personalmente non ho mai acquistato un audiolibro. Credo che la sua diffusione sia dovuta, come nel caso dell’ebook e in misura ancora maggiore, alla mancanza di tempo. L’audiolibro è sicuramente un mezzo più immediato rispetto al libro tradizionale e consente di ascoltare le parole di uno scrittore mentre si stanno svolgendo altre attività. La domanda è se in questo modo le parole riescano effettivamente ad essere comprese.
 comprese.

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Martedì, 18 Febbraio 2020 | di @BookSprint Edizioni

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