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13 Feb
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Intervista all'autore - Maddalena Sorano

1. Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittore?
Sono nata in una casa colonica enorme a contatto con la natura e vicina a parenti e cugini con la quale sono cresciuta. L'imprinting l'ho avuto con mia nonna, che consideravo un essere illuminato e che
veneravo come una Divinità.
Tuttavia l'amore che la famiglia mi offriva ad un certo punto ha iniziato a complicarmi, ma questa dinamica l'ho già scritta nel romanzo perciò eviterò di ripetermi.
Il primo colpo di fulmine non l'ho avuto verso un uomo ma verso la scrittura, ed è successo che mentre guidavo ho sentito l'esigenza di dover scrivere un racconto. Dunque è stata la scrittura a trovarmi, o forse il racconto che girava nell'aria ha colto me, che in quel momento ero in ascolto.
 
2. Nell’arco della giornata qual è il momento che dedica alla scrittura?
Il momento di scrittura creativa dove le energie fluiscono libere sono dalle tre di notte, fino alle otto del mattino. Poi durante la giornata dedico il mio tempo ad altre attività.
 
3. Il suo autore contemporaneo preferito?
Leggo solo classici, sono loro a darmi lo spunto che cerco per rendere un testo mai banale. Amo scrivere in modo dinamico perciò i miei testi sono poco discorsivi. Non ho un autore preferito, ma di ognuno apprezzo un’opera, ad esempio "Il fu Mattia Pascal di Pirandello" l'ho letto tre volte perché lo trovo divertentissimo. Franz Kafka nonostante la sua vena malinconica traspare da ogni suo opera mi dà immensi spunti di sobrietà letteraria. Il mio primo libro: "Per chi suon la campana di Ernest Hemingway mi ha fatto piangere perché solo alla fine ho capito a cosa faceva riferimento il titolo. "La bella estate di Cesare Pavese" mi ricorda qualcosa di vissuto, è scritto in modo così delicato che somiglia ad un componimento poetico. Ultimamente mi sto dedicando alle biografie dei grandi della storia ed ho capito che fortunatamente non sono nata principessa.
 
4. Perché è nata la sua opera?
La mia opera, come tutte quelle che scrivo, non nascono dal pensiero razionale ma da qualcosa che sento nel profondo che mi spinge ad iniziare. Infatti non seguo nessuna traccia o schema ma solo il mio sentire. Perciò a questa domanda non so rispondere, posso solo dire che l'opera mi ha chiesto lei stessa di nascere ed io ero pronta a farlo.
 
5. Quanto ha influito nella sua formazione letteraria il contesto sociale nel quale vive o ha vissuto?
Non penso che ciò che siamo o ciò che diventeremo dipenda dal contesto sociale, ma da un'inclinazione caratteriale. È vero che assorbiamo le energie che ci circondano e siamo condizionati da tutto in ogni istante dalla nostra vita. Tuttavia penso che un'inclinazione nasca con noi e si sviluppa indipendentemente dal conteso in cui nasciamo o viviamo.
 
6. Scrivere è una evasione dalla realtà o un modo per raccontare la realtà?
Scrivere è indubbiamente un modo per raccontare una realtà, perché anche un racconto inventato somiglia sicuramente a storie di vita vissuta.
 
7. Quanto di lei c’è in ciò che ha scritto?
In tutto ciò che scrivo c'è parecchio di me, le mie storie sono tutte inventate, ma partono comunque da un incipit reale. Il modo di sviluppare la narrazione nasce dalla mia forma mentale, anche l'insieme di parole che uso per narrare un'azione molto essenziale è sicuramente mio. Decisamente Ardua è la mia controfigura.
 
8. C’è qualcuno che si è rivelato fondamentale per la stesura della sua opera?
No, nessuno, faccio tutto da sola, e faccio solo ciò in cui credo.
 
9. A chi ha fatto leggere per primo il romanzo?
La prima persona che legge i miei romanzi è mio marito. Lui è il mio censore, che ascolto senza obiettare perché mi fido del suo giudizio.
 
10. Secondo lei il futuro della scrittura è l’ebook?
Spero di no. Anche vero che esiste il problema della deforestazione e nonostante la mia difesa penso che purtroppo in futuro il cartaceo sia destinato a sparire.
 
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Penso sia un’ottima cosa per gli ipovedenti, tutti gli altri reimparassero a leggere, che la lettura rimane un passatempo sano, economico e tanto rilassante.
 

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Giovedì, 13 Febbraio 2020 | di @BookSprint Edizioni

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