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BookSprint Edizioni Blog

25 Gen
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Intervista all'autore - Charlie Evans

1. Che cos’è per Lei scrivere, quali emozioni prova?
Per me scrivere è come aprire la porta alla fantasia. Quando sono al pc e inizio a picchiettare sui tasti, l'idea e il sogno che ho in mente prendono forma e le parole escono di getto. Io semplicemente scrivo liberando pensieri e parole, non seguo una traccia predefinita o stilata in precedenza, questa emerge man mano che vado avanti. Certo, vedo e rivedo quello che scrivo affinché questo trasmetta qualcosa a chi leggerà ma la componente che la fa da padrona è la fantasia ed è questa che fa volare le dita sui tasti. È emozionante? Sì, lo è perché quando scrivo mi dico che è quello che vorrei fare per tutta la vita.
 
2. Quanto della sua vita reale è presente in questo libro?
Nulla. È un'opera di pura fantasia. Ogni personaggio è inventato, i luoghi sono reali ma per questi è semplice: basta viaggiare.
 
3. Riassuma in poche parole cosa ha significato per Lei scrivere quest’opera.
C'è una premessa da fare qui: il libro nasce perché avrei dovuto partecipare ad un concorso dove appunto veniva richiesto di scrivere un romanzo d'amore. Ho quindi iniziato le prime battute scrivendo di getto almeno cinque capitoli. Ma poi tutto si è fermato, impegni di lavoro mi hanno portato ad accantonare il mio piccolo sogno. Insomma, non ho mai partecipato a quel concorso. Quando ho finalmente ripreso a scrivere, erano passati degli anni, ho cambiato tutto dal titolo ai personaggi e alla storia e mentre scrivevo nella mia mente si formava anche l'idea del sequel. Quindi cosa è significato? il mio piccolo sogno che si è realizzato e che avrà un seguito.
 
4. La scelta del titolo è stata semplice o ha combattuto con se stesso per deciderlo tra varie alternative?
Semplice, l'ho deciso una sera, suonava bene e ho pensato che quello sarebbe stato il titolo.
 
5. In un’ipotetica isola deserta, quale libro vorrebbe con sé? O quale scrittore? Perché?
Domanda imbarazzante: ne vorrei diversi di libri con me. Vorrei un classico come "Cime tempestose", vorrei un thriller di Patterson o della La Plante, vorrei un romanzo d'amore di Sveva Casati Modignani. Perché? Perché mi piacciono tutti e con tutti sarei in ottima compagnia, avrei la malinconia della Bronte, l'adrenalina del thriller e la gentilezza raffinata peculiare della Modignani.
 
6. Ebook o cartaceo?
Cartaceo.
 
7. Quando e perché ha deciso di intraprendere la carriera di scrittore?
Mi è sempre piaciuto scrivere e leggere. Tenga presente che a 8 anni avevo già letto libri come Il Don Chisciotte, Il conte di Monte Cristo e altri che non si possono esattamente definire libretti per bimbi. Ma a me piacevano. E mi piaceva scrivere e lavorare di fantasia, quindi scrivevo piccole storie, a volte poesie che poi facevo leggere ai genitori, insomma una passione fin dall'infanzia quella dello scrivere che ho coltivato dividendola anche con altri impegni della vita. Non posso dire ancora di avere una carriera di scrittore, sarebbe presunzione ma questo è il sogno.
 
8. Come nasce l’idea di questo libro? Ci racconterebbe un aneddoto legato alla scrittura di questo romanzo?
Ricorda il famoso concorso? Ecco, nasce da lì. Però come ho detto, tra l'idea iniziale e il concorso ci si è messa di mezzo la vita con i suoi imprevisti ed impegni e all'epoca abbandonai l'idea e chiusi in un cassetto ciò che avevo scritto. Un aneddoto? Eccolo: dopo diversi anni mi trovavo con un'amica la quale mi chiese come era andata con il mio libro, le dissi candidamente che avevo iniziato ma mai finito e che tanto oramai quel famoso concorso era passato e con lui altri. Mi chiese di farle leggere comunque ciò che avevo scritto e una volta fatto mi guardò dicendomi: "Fammi capire perché non lo scrivi, cosa importa del concorso? Mettiti sotto e fallo, è un tuo sogno, realizzalo no?" Fu talmente decisa che in quel momento realizzai che non stavo scrivendo perché avevo smesso di mettere lì il sogno. Così è ricominciata l'avventura.
 
9. Cosa si prova a vedere il proprio lavoro prendere corpo e diventare un libro?
È una grande gioia. Scrivere comporta una certa dose di dedizione, concentrazione e una grande disciplina se si vuole portare a termine il lavoro. Tante volte la tentazione di mollare tutto è stata forte ma poi man mano che i capitoli uscivano e la storia prendeva forma dicevo tra me e me che dovevo assolutamente portarlo a termine e così è stato. Ora l'emozione è grande, è un misto di orgoglio e felicità.
 
10. Chi è stata la prima persona che ha letto il suo libro?
L'amica di cui ho parlato prima sebbene da allora abbia cambiato i personaggi e anche la storia tutto sommato ma fu lei che vide le prime pagine di quello che dopo è diventato un libro.
 
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Guardi, io amo il cartaceo da sempre. La mia libreria è stracolma di libri e non mi stanco mai di comprarne o di prenderne a prestito dalla biblioteca. Amo l'odore della carta stampata e amo sentire il frusciare delle pagine, quindi come si suol dire: cartaceo forever. Allo stesso tempo però ritengo che non siano da sottovalutare gli e book o gli audiolibri, a molti piacciono e se questo aiuta a leggere, ben vengano.
 
 
 
 
 

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Sabato, 25 Gennaio 2020 | di @BookSprint Edizioni

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