1. Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittore?
Dopo un corso regolare di studi, ho conseguito la laurea in Giurisprudenza ed ho intrapreso la professione di Avvocato. Penso che diventare scrittore non possa essere deciso, quanto piuttosto che qualcosa di indefinito ti spinga a sederti ad un tavolo e iniziare a scrivere qualcosa. Fin da ragazzo ho sempre composto poesie sino a quando in età adulta ho pensato di cimentarmi nella narrazione.
2. Nell’arco della giornata qual è il momento che dedica alla scrittura?
Senza dubbio la notte. La mente si libera dagli affanni quotidiani, lasciando defluire pensieri e sensazioni che assumono forma nella scrittura.
3. Il suo autore contemporaneo preferito?
Tra i tanti, Tiziano Terzani, che riesce a farti vedere il mondo da diverse prospettive e a concederti tanta serenità mentre lo leggi. Ma non posso non pensare anche alla realtà magica che permea le opere di Gabriel Garcia Marquez.
4. Perché è nata la sua opera?
La voglia, o meglio la necessità di trasmettere alcuni ricordi della adolescenza alle nuove generazioni, perché sappiano cogliere e preservare il bello ed il buono della vita. Insieme alla lotta quotidiana per impedire che il nulla ingoi i valori di cui l'umanità si nutre.
5. Quanto ha influito nella sua formazione letteraria il contesto sociale nel quale vive o ha vissuto?
Ha influito in maniera determinante, dal momento che l'esperienza maturata nell'ambito anche della mia professione, mi ha consentito di scandagliare diversi aspetti del carattere umano, che ho tentato poi di ricucire con un filo di benevola ironia.
6. Scrivere è una evasione dalla realtà o un modo per raccontare la realtà?
Scrivere è sempre un modo di raccontare la realtà, sia esteriore che interiore. Ma è anche un modo per raccontare se stessi, dando sfogo al proprio egocentrismo mortificato dalla spersonalizzazione dei rapporti umani che contraddistingue oramai la nostra società.
7. Quanto di lei c’è in ciò che ha scritto?
Penso che una narrazione, per quanto assisa con occhio distaccato dai fatti e dai suoi personaggi, non possa non risentire del carattere dello scrittore che alla fine affida alla sua sagacia, la sua ironia e la sua pietà, il compito di invocare il perdono e la misericordia del lettore.
8. C’è qualcuno che si è rilevato fondamentale per la stesura della sua opera?
A parte me, nessuno. Uno scrittore è un uomo essenzialmente solo quando scrive, quando non in compagnia di qualche dèmone nascosto.
9. A chi ha fatto leggere per primo il romanzo?
A nessuno, ancora.
10. Secondo lei il futuro della scrittura è l’ebook?
E' senz'altro un mezzo di trasmissione culturale oramai adottato in diversi contesti sociali. Ma vorrei che venisse mantenuta e valorizzata sempre la forma cartacea del libro, perché la sua fisicità che si materializza in uno scaffale, ci invoglia di più a tirarlo giù ed aprirlo subito, per dissetarci all'esperienza dell'autore.
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Plaudo a questa nuova frontiera perché consente a chiunque, anche in condizioni di disagio, di potere soddisfare la voglia di conoscenza.