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03 Gen
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Intervista all'autore - Laura Vignanelli

1. Che cos’è per Lei scrivere, quali emozioni prova?
La scrittura rappresenta il mio rifugio emotivo, in cui entrare ogni qualvolta sento la necessità di prendere contatto con il mio Sé interiore, di esprimere ciò che provo senza censurare stati d'animo e sensazioni; belli o brutti che siano, essi fanno parte di me e sento il bisogno di dargli una forma imprimendoli nel libero fluire delle parole. Le mie poesie nascono dal profondo, raccontano il mio vissuto circostanziato rispetto a determinati momenti e quando finalmente sono lì, scritte, provo un senso liberatorio, di sollievo e diventano una parte di me che resterà per sempre: per non dimenticare ciò che sento, ciò che vivo, ciò che sono.
 
2. Quanto della sua vita reale è presente in questo libro?
Questo libro è una raccolta di una piccola parte delle mie poesie, scritte nel corso degli anni. Essendo la mia prima pubblicazione, non ha uno specifico filo conduttore, è un mix di riflessioni altalenanti tra la gioia e la disperazione, tra la speranza e la frustrazione, tra l'amore e il dolore, tra il senso della vita ed il suo non senso. Questa sono io e questa è "La mia piccola Idea".
 
3. Riassuma in poche parole cosa ha significato per Lei scrivere quest’opera.
Trattandosi di un estratto delle mie poesie, ho cercato le più significative per esprimere il mio mondo interiore, quelle che maggiormente fossero in grado di trasmettere la mia essenza variegata e discontinua, con la certezza che molti lettori potranno rispecchiarsi negli stessi pensieri e stati d'animo.
 
4. La scelta del titolo è stata semplice o ha combattuto con se stesso per deciderlo tra varie alternative?
Sulla scelta del titolo non ho avuto alcun dubbio; ho deciso di pubblicarlo dopo un periodo travagliato e particolarmente complicato della mia vita, durante il quale ho conosciuto una persona che ha rappresentato -e rappresenta tutt'ora- quell'interfaccia emotiva, relazionale, sentimentale che mi completa. Un giorno, per gioco l'ho definito "la mia piccola Idea", ovvero quel pensiero, quel concetto basilare da cui poter sviluppare tanto e tanto altro ancora. A questa persona devo la decisione di pubblicare il mio libro che mi auguro sia, come con lui, solo l'inizio di un percorso più ampio.
 
5. In un’ipotetica isola deserta, quale libro vorrebbe con sé? O quale scrittore? Perché?
"Il Profeta" di Khalil Gibran, un libro intriso di misticismo laico dal quale cogliere spunti di riflessione profonda sulla vita quotidiana.
Questo grandissimo capolavoro sotto il profilo esistenziale esprime la connessione indissolubile tra gioia e dolore, l'una il rovescio della medaglia dell'altro, come via per la felicità.
 
6. Ebook o cartaceo?
Senza dubbi cartaceo: l'odore della carta, le pagine consumate, segnate, la copertina che sbiadisce nel tempo, l'energia che il libro assorbe dalle nostre emozioni mentre lo leggiamo dona al libro stesso un'anima quale estensione della nostra. Amo leggere, amo la mia libreria rigorosamente composta da volumi cartacei e ne sono molto gelosa.
 
7. Quando e perché ha deciso di intraprendere la carriera di scrittore?
Non mi sento ancora una scrittrice, ho solo pubblicato un estratto delle mie poesie che ho scritto nel tempo. Non c'è stato un giorno in cui ho iniziato a scrivere o, quantomeno, non lo ricordo; ero piccola e tenevo il mio diario segreto al quale confidavo i miei pensieri e tutto si è evoluto naturalmente.
 
8. Come nasce l’idea di questo libro? Ci racconterebbe un aneddoto legato alla scrittura di questo romanzo?
Nessun aneddoto in particolare, un giorno ho deciso di voler rendere pubblici i miei pensieri, di lasciare una traccia di me stessa, come voler gridare al mondo quello che provo... forse era solo giunto il momento di farlo.
 
9. Cosa si prova a vedere il proprio lavoro prendere corpo e diventare un libro?
È un'emozione ed un orgoglio indescrivibile, ti sembra di aver messo alla luce un figlio (con tutto il rispetto per la maternità vera e propria). Punto di arrivo o di partenza? Ti fa questo effetto, come dire "e ora?" uno stimolo a continuare.
 
10. Chi è stata la prima persona che ha letto il suo libro?
Mia madre. Nonostante la sua età non più giovane, è la mia migliore amica.
 
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
I tempi evolvono, la tecnologia incalza ed è giusto adeguare il passo, anche considerando che in alcuni casi questa è in grado di migliorare la vita di alcune persone, come nel caso specifico dei non vedenti che possono trarre dagli audiolibri un vantaggio notevole.
Per il resto, considero gli audiolibri un valido supporto per certe tipologie di argomenti, più professionali e/o tecnici. Tutto ciò che coinvolge l'anima, i sentimenti, le emozioni, secondo me non può esprimere il proprio potenziale attraverso questo mezzo.
 
 
 
 

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