1. Che cos’è per Lei scrivere, quali emozioni prova?
Per me scrivere rappresenta un rifugio… il foglio, i miei quadernetti, i miei post su Instagram, le chat whatsapp con le mie amiche diventano uno spazio perfetto, l’unico spazio che riesco a ritagliarmi per me senza ansia.
Scrivere per me è aria, ossigeno allo stato puro… mi libero l’anima, alleggerisco la testa e incredibilmente metto in ordine me stessa, scrivo per trovare la soluzione, scrivo per ricordarmi di quel momento passato e scrivo soprattutto per alleggerirmi l’anima!
2. Quanto della sua vita reale è presente in questo libro?
Questo libro l’ho scritto un anno fa .
Ho raccontato un anno di vita reale... facciamo un gioco? Uno di quelli che capirete leggendo il mio libro... io la chiamo “la scaletta della verità “ da 1 a 10 quanto è reale questo libro? 9.
3. Riassuma in poche parole cosa ha significato per Lei scrivere quest’opera.
Scrivere quest’opera non è stato facile.
Ho combattuto con i miei sentimenti, li ho messi a nudo completamente e riconoscerlo è stato imbarazzante ma allo stesso tempo liberatorio.
4. La scelta del titolo è stata semplice o ha combattuto con se stesso per deciderlo tra varie alternative?
La scelta del titolo è stata semplicissima.
La mia professoressa mi diceva sempre ogni qualvolta le domandavo istruzioni sullo svolgimento del saggio breve “Di Venuto il titolo si sceglie alla fine, argomenta prima”.
Esatto, ho finito di scrivere il mio libro e mi sono detta ok queste parole spero arrivino lì su fino a toccare il cielo dove oggi abita mia nonna, ecco perché Fino a toccare il cielo”.
5. In un’ipotetica isola deserta, quale libro vorrebbe con sé? O quale scrittore? Perché?
Ma devo necessariamente portarne uno ? No perché io porterei con me tutti i miei libri
Tutti tutti tutti !
No torno seria, porterei “Novembre” Flaubert
Perché è esageratamente romantico come me.
6. Ebook o cartaceo?
Tutta la vita Cartaceo.
Un libro non è un vero libro senza le frasi più belle sottolineate con evidenziatore rigorosamente rosa o con una grossa macchia di caffè sulla pagina preferita.
7. Quando e perché ha deciso di intraprendere la carriera di scrittore?
Avevo cinque anni, papà mi chiese: “Cosa vuoi portato da babbo natale quest’anno ?” Io risposi : “Un diario segreto” credo di averlo sognato a partire dalla mia giovane età, scrivevo ovunque anche sui mobili.
8. Come nasce l’idea di questo libro? Ci racconterebbe un aneddoto legato alla scrittura di questo romanzo?
L’idea di questo libro nasce così: apro la chat watsapp con la mia migliore amica... e le dico
“Non c’è la faccio più, sto scrivendo un libro”.
E così mi misi a lavoro mentre lavoravo alla realizzazione di palloncini, feste a tema digitavo sul pc accanto a me un ricordo uno di quelli che formano un anno, un anno che ho superato però e l’ho fatto grazie alla scrittura.
9. Cosa si prova a vedere il proprio lavoro prendere corpo e diventare un libro?
Vedere il proprio lavoro prendere corpo e diventare un libro significa sentire sempre le gambe tremare, sentire il cuore esplodere e ripetere: “ Non è possibile, sono scioccata ho scritto un libro”.
È un’emozione grandissima.
10. Chi è stata la prima persona che ha letto il suo libro?
La prima... prima prima persona a leggere il mio libro è stata Mary, la mia migliore amica.
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro penso che sia una “genialata” ma io personalmente non la condivido .
Sì lo so, posso sembrarvi una matta ma sono una ragazza all’antica con la costante voglia di progresso e l’immediata necessità di regresso.