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13 Dic
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Intervista all'autore - Gianfranco Francioni

1. Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittore?
Sono nato a Roma dove mi sono laureato in Geologia. La scelta della facoltà è dovuta al fatto che mi sono sempre interessato ai vari aspetti della natura. Infatti facevo parte di un club escursionistico che mi ha permesso di girare in lungo e in largo per le montagne dell'Appennino centrale. Fin da quando studiavo i rilievi del centro Italia per la Carta Geologica d'Italia ho iniziato a mettere per scritto le mie sensazioni e così o continuato durante il lungo periodo di lavoro all'estero aiutato in questo da mia moglie e dal profondo sentimento che nutrivo, e che ancora nutro, per lei. Rientrato in Italia è stato naturale continuare ad esprimere le mie sensazioni e continuo tutt'ora con racconti di varia natura.
 
2. Nell’arco della giornata qual è il momento che dedica alla scrittura?
Non ho un momento della giornata dedicata alla scrittura. Ho tempo per leggere, per sentire musica (ho una bella collezione di vinili, cassette e cd), per fare qualche servizio e logicamente scrivere, anche se non tutti i giorni. Ovviamente l'ordine può cambiare e spesso i capita di alzarmi di notte per appuntare un pensiero o una frase da sviluppare in seguito.
 
3. Il suo autore contemporaneo preferito?
Per quanto mi riguarda non esiste un autore preferito ma una serie di diversi autori, ognuno dei quali rappresenta un particolare momento della vita.
Personalmente fra i tanti contemporanei le mie preferenze vanno ad Oriana Fallaci, Indro Montanelli , Hemingway e anche Camilleri.
Preferisco però leggere autori del 800 e precedenti.
 
4. Perché è nata la sua opera?
È nata per il desiderio di rendere partecipi amici, conoscenti e non, delle mie sensazioni e dei miei pensieri più profondi che sono parte della mia vita.
 
5. Quanto ha influito nella sua formazione letteraria il contesto sociale nel quale vive o ha vissuto?
Ha influito moltissimo. Fin dalle scuole medie mi sono appassionato alla lettura e mi ero fatto una discreta libreria dei volumetti della BUR che erano ottimi e che avevano il pregio di costare poco (60 e 80 lire). Con il tempo mi sono appassionato all'arte nelle sue varie discipline (scultura, pittura ecc.) ed ancora oggi conservo gelosamente tutti i volumi che mi potevo comprare con la paghetta.
In seguito ho trovato in mia moglie e nei miei amici più vicini una corresponsione di interessi. Oggi possiedo una libreria di circa 5000 volumi che spaziano in quasi tutto lo scibile dalla fantascienza all'astronomia, dalla storia alla geografia, arte, letteratura italiana e di vari altri paesi e di varie discipline scientifiche.
 
6. Scrivere è una evasione dalla realtà o un modo per raccontare la realtà?
Credo che siano valide entrambe perché immaginare realtà al di fuori del presente significa spingere l'immaginazione a credere a ciò che si scrive. D'altra parte è anche un modo di raccontare quella realtà che molti non riescono a vedere e che solo scrivendo si può fermare il tempo dando modo a tutti di osservare il reale presente.
 
7. Quanto di lei c’è in ciò che ha scritto?
C'è molto di quello che peso ed a cui credo. C'è una parte della mia vita sconosciuta a molti.
 
8. C’è qualcuno che si è rilevato fondamentale per la stesura della sua opera?
Devo molto a mia moglie perché mi ha insegnato a credere nella vita presente, con molta discrezione ed intelligenza, per arrivare ad una vita futura che, pur non vedendola, solo credendo si può immaginare.
 
9. A chi ha fatto leggere per primo il romanzo?
A mia moglie e a nessun'altro.
 
10. Secondo lei il futuro della scrittura è l’ebook?
Anche se con rammarico, penso proprio di siì in quanto le nuove generazioni non acquistano libri cartacei, mentre è molto più comodo avere un tablet da poter leggere in treno o sulla metro, per fare un esempio.
Da tener presente anche lo spazio che richiedono i libri mentre nel tablet si possono mettere intere biblioteche.
D'altra parte si perde il contatto fisico son le pagine, con l'odore dell'inchiostro ed il piacere che si prova accarezzando la pelle della copertina dei volumi più preziosi.

11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Questa soluzione non mi entusiasta e non so quanto possa prendere piede. Questo perché leggendo rimane molto più impresso il pensiero che stiamo leggendo piuttosto che ascoltare una voce che ti racconta un libro.
È anche vero che un audiolibro si può ascoltare sempre, per esempio mentre siamo alla guida dell'auto.
 
 

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Venerdì, 13 Dicembre 2019 | di @BookSprint Edizioni

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