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BookSprint Edizioni Blog

19 Nov
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Intervista all'autore - Mauro Cottini

1. Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittore?
La mia vita é un po' un itinerario per l'Italia. Nasco in un paese della Toscana (lo stesso, con nome alterato) luogo originale in cui nasce il romanzo. Dopo gli anni delle elementari trascorsi a Chiusi Scalo, per motivi di lavoro la mia famiglia si trasferisce a Torino. Erano gli anni ‘60/’70 la FIAT richiedeva la manodopera e per noi ragazzi si aprivano diverse strade per il futuro. A Torino mi diplomo presso l'ITIS G.BODONI nel campo delle arti grafiche come Perito Fotografo.
Conosco al mio paese Sarteano durante l'estate del 1971 la mia fantastica moglie. Lei è di Roma per cui, dopo il militare fatto a Udine, prendo una valigia semi vuota di vestiti ma piena di sogni e mi trasferisco a Roma nel1974. Dopo diversi lavori vinco un concorso per periti fotografi presso l'Officina Carte Valori dell' Istituto Piligraco e Zecca dello Stato. Dopo 43 anni di soddisfazioni e di esperienze a 360 gradi nel campo della fotografia, finalmente nel 2016 raggiungo l'ambita Pensione!
Scrittori non si decide di diventare (ammesso che io lo sia) io sono uno che si è dato un tema come a scuola e lo ha svolto. Scrittori sono Manzoni, Alfieri, Eco, Fallaci ecc. io non oso neppure nominarmi.
 
2. Nell’arco della giornata qual è il momento che dedica alla scrittura?
La sera, quando tutti vanno a dormire, quando quel morbido alone di silenzio e di complice semi oscurità avvolge la casa. La luce azzurra del monitor, la flebile lampadina usb collegata al pc e la mente parte. Si aprono spazi immensi senza confini e tu, in quel momento puoi essere tutto, eroe, assassino, poeta, uomo o donna. Per fortuna la fantasia non ha corpo e in quei momenti tu... dai corpo alla fantasia.
 
3. Il suo autore contemporaneo preferito?
Amo diversi autori soprattutto amo lo stile descrittivo di Dan Brown, Ken Follett ma quello che mi fa vivere il libro in quell'espressione noir mai becera, mai violenta ma che ti fa entrare dentro le pagine è Simenon con quel personaggio senza tempo di Maigret.
 
4. Perché è nata la sua opera?
Per caso, una sera a Sarteano, mentre ai tavoli del pub in piazza, sorseggiavamo una birra, mia moglie mi fa notare che sul muro del palazzo comunale, sopra la lapide che celebrava il passaggio di Garibaldi in fuga dalla Repubblica Romana, era sparito il medaglione tondo in pietra con l'immagine dell'eroe dei mondi. Così, giocando con gli amici e mandando battutine sui social, è nata e si è sviluppata la trama del romanzo.
 
5. Quanto ha influito nella sua formazione letteraria il contesto sociale nel quale vive o ha vissuto?
Ho sempre vissuto in un contesto sociale medio verso l'alto, grazie a collaborazioni e affiancamenti a studiosi d'arte di archeologia e storici sia dell'arte che di storia antica e contemporanee. Tutto questo grazie al mio meraviglioso lavoro di fotografo.
 
6. Scrivere è una evasione dalla realtà o un modo per raccontare la realtà?
Tutti quelli che decidono di mettere, nero su bianco, le proprie fantasie concretizzano i sogni e ne fanno realtà. I pensieri onirici e i segreti nascosti diventano corpo, diventano concreti. Un bambino, quando gioca con i pupazzetti, diventa egli stesso un pupazzetto che vive quella scena quel momento quell'azione.
 
7. Quanto di lei c’è in ciò che ha scritto?
C'è l'amore per il mio paese al quale ho cercato di dare visibilità, c'è la mia vita, tra archeologia storia e fantasia. Il personaggio di Lorenzo Mauri, un Indiana Jones nostrano, forse incarna l'avventura che avrei sempre sognato.
 
8. C’è qualcuno che si è rilevato fondamentale per la stesura della sua opera?
Beh, mia moglie Stefania è la persona che ha acceso in me l'idea, gli amici di Sarteano, quei buontemponi della pista mi hanno spronato e sostenuto.
 
9. A chi ha fatto leggere per primo il romanzo?
Stefano, amico e cugino di mia moglie è stato il primo, chiaramente mia moglie e gli amici della pista e tra questi un caro amico giornalista che mi ha dispensato utili consigli e suggerimenti ed io ho inserito nel romanzo.
 
10. Secondo lei il futuro della scrittura è l’ebook?
Purtroppo i giovani vivono di e su i social ed hanno perso il gusto di sentire tra le dita il sottile strato di cellulosa e l'odore d'inchiostro di stampa. Oggi ho visto un servizio in cui, ai viaggiatori di una linea nazionale di autobus, il titolare ha masso a disposizione una biblioteca per poter leggere durante il viaggio, abbandonando per un po' quella rovina rapporti che sono i social e i cellulari. Termino dicendo che purtroppo l'ebook e l'audiolibro saranno il domani per i giovani che vorranno "leggere". All'estero: Francia, Germania, Olanda e altri paese europei tenere il libro in mano con accanto una tenue candela e un sorso di vino sono ancora uno stile di vita.
 
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Come dicevo sopra il futuro è quello.
 

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Martedì, 19 Novembre 2019 | di @BookSprint Edizioni

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