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BookSprint Edizioni Blog

29 Ott
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Intervista all'autore - Cecilia Panzera

1. Che cos’è per Lei scrivere, quali emozioni prova?
Nel corso della mia infanzia e adolescenza, ho sempre amato scrivere. È sempre stato un modo per scappare ed allontanare i pensieri dai problemi; in seguito è diventato un modo per descrivere la realtà che mi circonda. Provo le emozioni più diverse a seconda di cosa e quando scrivo: libertà, trepidazione, ansia, paura, felicità.
Per me scrivere è un modo per osservare la mia realtà dall'esterno e per poterla rivivere quando voglio, con dolce malinconia.

2. Quanto della sua vita reale è presente in questo libro?
Questa silloge, purtroppo, rappresenta la mia vita. Purtroppo, ma direi anche per fortuna, perché una poesia, credo io, è personale, se non provassi quello che scrivo risulterebbe artefatta ed irreale. Mi discosto difficilmente dalla realtà, quando scrivo in questo campo.
 
3. Riassuma in poche parole cosa ha significato per Lei scrivere quest’opera.
Scrivere quest'opera è stato un percorso personale e di crescita, andare a rivivere vecchi ricordi ormai sepolti ed avere il coraggio di farli riemergere per affrontare la stesura di questo libro. È stato molto importante e difficile, ma è stato anche bellissimo sorridere alla "vecchia me" che scriveva quei piccoli versi a quattordici anni.
 
4. La scelta del titolo è stata semplice o ha combattuto con se stesso per deciderlo tra varie alternative?
La scelta del titolo è stata molto difficile, non avevo idee inizialmente. Poi ne sono uscite tantissime facendo un brain storming. Alla fine ho optato, appunto, per "Pensieri sfocati" che, penso, esprima l'intero libro e la mia propria essenza.
 
5. In un’ipotetica isola deserta, quale libro vorrebbe con sé? O quale scrittore? Perché?
Porterei sicuramente "Oceano Mare", o Alessandro Baricco stesso.
Il perché è molto semplice, questo libro mi rappresenta in molti passaggi ma, soprattutto, rileggerlo, mi ha salvato tante volte ed averlo fra le mani non mi fa sentire sola. Specialmente porterei con me la composizione finale di Padre Pluche: "Preghiera per uno che si è perso, e dunque, a dirla tutta, preghiera per me".

6. Ebook o cartaceo?
Cartaceo, assolutamente. Ho pensato spesso di passare all'ebook; ma amo troppo tenere i libri fra le mani e riempire casa e librerie di volumi, adoro il profumo della carta ed è quello che regna sovrano in camera mia.

7. Quando e perché ha deciso di intraprendere la carriera di scrittore?
In realtà non ho mai deciso veramente, ricordo che ho sempre avuto questo sogno, che i professori dicevano che ero brava e mi spingevano a partecipare a vari concorsi.
Ma la stesura di questo libro è nata un po' per caso, raccogliendo poesie scritte anche tanti anni fa,
Ora sono contentissima di aver intrapreso questa strada e, sebbene io abbia anche altri sogni lavorativi, non la lascerò e spero diventerà la principale.

8. Come nasce l’idea di questo libro? Ci racconterebbe un aneddoto legato alla scrittura di questo romanzo?
Questo libro, come ho detto, è frutto di tanti anni di scrittura. Ma è stato soprattutto una sfida. Volevo sfruttare questa passione.
Ci sarebbero tanti aneddoti. Il primo che mi viene in mente riguarda la poesia "Sprofondare", la prima scritta per un concorso cittadino fra le scuole. Ricordo che la mia professoressa, Mattia Morasca, mi ha dovuta pregare per scriverla e, tra l'altro, la ringrazio infinitamente perché se non avesse insistito allora questo sogno non si sarebbe avverato. La poesia la scrissi in tre giorni. Il giorno prima della partenza, durante il viaggio in treno e il primo giorno di un ricovero a Firenze. Dopo un mese di continue modifiche mi decisi e gliela mandai, ne fu entusiasta. E da allora mi spronò sempre di più; la poesia vinse e io capii, per la prima volta, di essere capace in qualcosa.

9. Cosa si prova a vedere il proprio lavoro prendere corpo e diventare un libro?
Avere il proprio libro fra le mani è un'emozione indescrivibile, appena mi sono arrivate le copie sono scoppiata a piangere. Riesco a dire solo che ero felicissima, tanto da sorridere tutto il giorno.
 
10. Chi è stata la prima persona che ha letto il suo libro?
In realtà, il libro completo, non l'ha letto ancora nessuno. Presto sarà tra le mani di Roberto, un mio splendido amico, ma per il resto molti hanno letto le bozze iniziali: il Dottor Allone, Mariantonietta, e qualche poesia la mia famiglia e il mio fidanzato.

11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Penso sia una bellissima e utilissima invenzione. Personalmente mi rilasso di più a leggere un libro, che ad ascoltarlo, ma mi rendo conto che per molti è un grande strumento, soprattutto per i non vedenti.
 
 

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Martedì, 29 Ottobre 2019 | di @BookSprint Edizioni

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