1. Parliamo un po’ di Lei, dove è nato e cresciuto?
Sono Francesco Smedile, sono siciliano, nato a Milazzo, città in provincia di Messina, cresciuto prevalentemente nella mia città natale, anche se per un breve periodo ho vissuto in Toscana a Viareggio per poi tornare in Sicilia e restare qui.
2. Che libro consiglierebbe di leggere ad un adolescente?
Beh, questo dipende sicuramente dai gusti letterari del ragazzo, se è un amante del Giallo allora consiglierei sicuramente Sherlock Holmes di Arthur Conan Doyle o Hercule Poirot di Agatha Christie, se é amante di divulgazione storica consiglierei Alessandro Barbero senza dubbio, se è amante del romanzo storico allora Valerio Massimo Manfredi, se invece è amante dei grandi classici della letteratura allora andrei sui Promessi Sposi, I tre moschettieri o Cime tempestose per non parlare poi dell'intramontabile Dickens.
3. Cosa pensa della progressiva perdita del libro cartaceo a favore dell’ eBook?
Io, di per sé, anche se ho 23 anni, sono molto scettico su queste nuove tecnologie in questo genere di cose, ritengo che il computer, il tablet o il telefonino possano essere utilizzati per altre funzioni molto più utili, personalmente resto sempre fedele al buon vecchio libro cartaceo, magari fresco di stampa, l'odore che danno le pagine nuove ma anche vecchie, il movimento corporeo dello sfogliare le pagine con il suono che producono è per me molto più rilassante e inoltre la vista la si stanca molto meno con un libro cartaceo che davanti ad uno schermo.
4. La scrittura è un colpo di fulmine o un amore ponderato?
Forse un po’ tutti e due, il mio è stato un amore ponderato, prima di scrivere ci ho pensato molto, però potrebbe anche essere un colpo di fulmine, in quanto per scrivere ci vuole amore e passione per la letteratura e nel mio caso la storia, ma scrivere a 20 anni, o a 18 quando ancora sei a scuola ad uscire pazzo per gli esami di stato imminenti è una spinta enorme che solo un colpo di fulmine o una decisione ferma ti permettono di fare...
5. Cosa l’ha spinta a scrivere questo libro?
A 18 anni non è una cosa facile, sicuramente mi hanno incoraggiato i professori e il preside della mia scuola, la mia famiglia era abbastanza contenta dell'idea e inoltre la mia grande forza di volontà... la volontà è una forza incredibile in questi casi.
6. Quale messaggio vuole inviare al lettore?
Il mio libro è incentrato su un concetto fondamental : la guerra può essere giusta o giustificata? Ecco, il concetto principale dovrebbe già dare l'idea del mondo in cui ci troviamo, le mie conclusioni si trovano all'interno del romanzo, posso anticipare solo che sicuramente nell'intercalare storico c'è anche molta attualità specie sul concetto di guerra.
7. La scrittura era un sogno nel cassetto già da piccolo o ne ha preso coscienza pian piano nel corso della sua vita?
A quel che mi dice mia madre, da piccolo scrivevo delle piccole favole, quindi ritengo che sia una facoltà rimasta assopita dentro di me per un po’ di tempo, fino a ritornare fuori al momento di scrivere questo libro, ora credo che non mi abbandonerà più.
8. C’è un episodio legato alla nascita o alla scrittura del libro che ricorda con piacere?
Gli episodi sono tanti un episodio che ricordo è anche scritto nella prefazione ed è questo: non avendo conoscenze storiche chiesi aiuto ad alcuni professori di storia della mia scuola, uno di loro, il professore Trimarchi, mi disse queste parole : "sei tu Lo scrittore quindi sei tu a decidere che ruolo dare agli eventi storici, se solo di facciata o che siano fondamentali, io sono qui se hai bisogno di aiuto nelle ricerche, ma non credo che ne avrai bisogno" credo che questo sia stato il più grande dono che mi ha potuto fare, la sua disponibilità e la fiducia in me stesso, questo è il vero lavoro del professore, donare ciò che si ha ai propri alunni ma per ricevere ciò, gli alunni dovranno fare la loro parte, nel mio caso lui mi ha dato la sua disponibilità e la fiducia in me stesso.
9. Ha mai pensato, durante la stesura del libro, di non portarlo a termine?
Onestamente Sì, ma poi un giorno andai a scuola e il preside mi chiamò in presidenza, io pensavo di aver fatto qualcosa di male e invece il preside con un sorriso enorme mi disse "allora, quando lo finisci sto libro? Qui siamo impazienti di leggerlo!" Mi ha dato la forza di finirlo, pochi giorni fa infatti gli ho portato una copia e mi ha detto "ci hai messo un bel po’, complimenti! ORA sarei un ingrato se non ti dessi l'opportunità di presentarlo qui a scuola, vai e scegli un giorno!"
10. Il suo autore del passato preferito?
Sono tanti, ma se devo sceglierne uno sceglierei senza problemi ALESSANDRO MANZONI.
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Penso che sia una grande opportunità che si dà alle persone che ad esempio non possono leggere per problemi di vista, certo, leggere le parole con la propria voce è qualcosa di terribilmente magnifico, ma se non lo si può fare ma si amano i libri a tal punto da non potervi rinunciare allora l'audiolibro diventa una grande risorsa