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17 Set
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Intervista all'autore - Grazia Bertini

1. Parliamo un po’ di Lei, dove è nata e cresciuta?
Sono nata e cresciuta ed ho sempre abitato a Lucca. Ho avuto un'infanzia normale ed ho frequentato le scuole fino alla seconda maturità in lingue che ho conseguito a Firenze. Ho lavorato prima in negozio con i miei genitori, poi impiegata presso una importante ditta lucchese. Mi sono sposata e dopo la nascita dei miei tre figli ho dovuto lasciare il lavoro per occuparmi i loro e della casa. Attualmente sono in pensione e do una mano ai miei figli guardando i nipoti (che sono sei).
 
2. Che libro consiglierebbe di leggere ad un adolescente?
Consigliare un libro ad un adolescente è molto difficile perché oggi quasi nessun ragazzo legge più. A me piacerebbe molto che ricominciassero a leggere i grandi classici per ragazzi di una volta. Erano una lezione di vita per tutti.
 
3. Cosa pensa della progressiva perdita del libro cartaceo a favore dell’ eBook?
Non sono molto contenta: a me piace il contatto con la carta del libro, sentirla frusciare sotto le dita quando sfoglio le pagine e annusare il suo odore. D'altra parte bisogna sempre andare avanti....
 
4. La scrittura è un colpo di fulmine o un amore ponderato?
All'inizio è una folgorazione ma poi con il passare del tempo diventa qualcosa che fa parte della tua vita e non ne puoi più fare a meno.
 
5. Cosa l’ha spinta a scrivere questo libro?
Nella speranza che lo leggessero, volevo lasciare qualcosa ai miei figli perché attraverso i racconti potessero conoscere meglio la loro mamma: quello che sentiva e sperava e desiderava quando era giovane come loro.
 
6. Quale messaggio vuole inviare al lettore?
Che non bisogna mai arrendersi: se perdiamo il treno bisogna rincorrerlo alla stazione seguente.
 
7. La scrittura era un sogno nel cassetto già da piccolo o ne ha preso coscienza pian piano nel corso della sua vita?
Fino da quando frequentavo le elementari ho sempre scritto molto. Per me quando c'era compito in classe di italiano voleva dire scegliere tutte le volte il tema di fantasia perché meglio potevo sbrigliare la mia mente e inventare tante cose.
Ma la molla che ha fatto scattare la voglia di scrivere, tanti anni fa, è stato che volevo ringraziare con qualcosa di bello il paese dove andavamo tutti i fine settimana. E così nacque la mia prima poesia alla quale ne sono seguite molte altre. E in seguito mi sono dedicata anche alla prosa.
 
8. C’è un episodio legato alla nascita o alla scrittura del libro che ricorda con piacere?
Quando ho finito di scrivere il racconto "Ronnie del biancospino" l'ho fatto leggere ad una vecchia amica, professoressa di lettere, per avere un giudizio da lei. Più che altro desideravo sapere se "avevo detto qualcosa" che potesse piacere agli altri. Il suo giudizio fu spronante.
 
9. Ha mai pensato, durante la stesura del libro, di non portarlo a termine?
Oh sì, tante volte. Il libro ha avuto una gestazione difficile: l'ho lasciato e ripreso varie volte, ma sempre pensando che tanto non lo avrei mai visto pubblicato. Non ci credevo.....
 
10. Il suo autore del passato preferito?
Essendo appassionata di archeologia, leggo e rileggo sempre volentieri "Civiltà sepolte" di Ceram. Per me è come la Bibbia: non ne posso fare a meno.
 
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Penso che sia una cosa buona specialmente per i non vedenti. Così tutti possono "leggere".
 
 

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