1. Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittore?
Sono una donna dinamica e realizzata, ho 4 figli e sono diplomata come Tecnico dei Servizi Sociali. Sono nata a Bagnacavallo (Ravenna) e vivo a San Pietro in Trento (RA) in un piccolo contesto di campagna, tranquillo e vicino al mare che adoro. Mi è sempre piaciuto scrivere, attraverso la scrittura ho trovato il miglior modo per esprimermi, sfogarmi, raccontare, imparare. Leggere è un'altra delle mie passioni. Ho deciso di mettere insieme le poesie, i racconti, perché volendo rileggermi i miei pensieri, le mie considerazioni dovevo cercarli tra cassetti e stanze diverse, a casa, così occorreva ordine e precisione e la soluzione migliore era organizzarmi diversamente, magari realizzando libri, scrivendo libri. La mia vita, le mie esperienze e tanta fantasia sono le mie principali fonti di ispirazione, tutti i giorni e... scrivo!
2. Nell’arco della giornata qual è il momento che dedica alla scrittura?
Non c'è un momento particolare della giornata che dedico alla scrittura; succede in serata, in base a quanto il cielo cattura la mia attenzione, al mattino, in base al ricordo di un sogno o a cosa mi suscita l'organizzazione della giornata stessa, al pomeriggio, a casa o in vacanza, al dialogo con i miei familiari su uno o più argomenti, a esperienze particolarmente positive o negative in un determinato momento. Quando sento il bisogno di scrivere lo faccio, di solito su carta ma è successo anche su un fazzolettino, un tovagliolo, una lavagna, una mano, sulla sabbia e la libertà che sento e vivo, scrivendo, è unica e magica.
3. Il suo autore contemporaneo preferito?
Mi piace molto Dacia Maraini, Jane Austen, Oriana Fallaci, Alessandro Baricco e mi diletto tra generi e autori diversi in base al tempo a disposizione che ho per la lettura, tempo che mi prendo e allo stato d'animo del periodo. Non sono costante nella lettura ma ho le mie preferenze, ovviamente.
4. Perché è nata la sua opera?
La mia opera è nata perché si è presentata l'opportunità di farla nascere e la Sua Casa editrice mi ha regalato questa meravigliosa occasione dove il sogno di vedere "i miei scritti" in un libro è una realtà che si realizza, autostima che cresce, un esempio soprattutto per me di credere in una passione e poterla vedere e toccare con mano, il mio libro, il mio primo libro "Una stretta di mano, uno sguardo lontano".
5. Quanto ha influito nella sua formazione letteraria il contesto sociale nel quale vive o ha vissuto?
Moltissimo, la famiglia, la mia grande famiglia, la scuola, l'educazione, il dialogo, la formazione personale, le esperienze lavorative, le opportunità, i fallimenti, le delusioni, le scoperte, tutto questo ha contribuito e influito sulla mia formazione letteraria. Il contesto sociale ha una percentuale alta sulla vita in generale, di ognuno, nel mio caso almeno è così.
6. Scrivere è una evasione dalla realtà o un modo per raccontare la realtà?
Entrambe fanno parte del mio scrivere, è spesso un'evasione molto positiva per me, dalla realtà, come un modo stupendo di raccontare la realtà stessa. Viene tutto spontaneo e naturale, è terapeutico, utile, interessante, la realtà la viviamo ogni giorno ma scrivendola possiamo vederla e pensarla interpretandola un po' come vogliamo, non confondendo le due cose ma imparando a viverle meglio, l'evasione e il raccontarla.
7. Quanto di lei c’è in ciò che ha scritto?
In ciò che ho scritto c'è un po' di me, qualche aspetto è autobiografico ma in generale ho unito e mescolato il mio bagaglio d'esperienza con una fantasia comunque non esagerata che tocca anche se in modo semplice e non troppo approfondito, aspetti e esperienze che possono riguardare tutti, nella vita di tutti i giorni.
8. C’è qualcuno che si è rilevato fondamentale per la stesura della sua opera?
La spinta e la grinta e la voglia di poter e voler creare una mia opera me l' ha data indubbiamente una persona speciale, la cugina di mio marito, per me un'Amica prima di tutto, che è venuta a mancare da poco, dopo un calvario fisico e mentale dovuto ad un tumore che a soli 43 anni ce l'ha portata via lasciando un vuoto incolmabile. Ha sempre creduto in me e mi spingeva, anche alla fine della sua malattia, a crederci, provarci e aveva e mi ha trasmesso una forza della quale ne farò dono per sempre e cercando di nascondere il dolore che sentiva ogni istante, dentro e fuori, mi era vicina, mi incitava, mi chiedeva come fosse il suo primo pensiero davanti alla lotta con la vita che lei stava affrontando, consapevolmente.
9. A chi ha fatto leggere per primo il romanzo?
I miei genitori hanno letto per primi il mio romanzo.
10. Secondo lei il futuro della scrittura è l’ebook?
Sinceramente no ma probabilmente perché io per prima sono un po' tradizionalista, sicuramente è una rivelazione, uno strumento utile e innovativo ma associare al futuro l'ebook non mi fa scattare in automatico una risposta positiva.
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Interessante, penso subito ad un allargamento mentale, ad una innovativa frontiera che comprende più aspetti positivi e il poter coinvolgere tante più persone avvicinandole ulteriormente alla lettura, un ottima soluzione almeno per ciò che penso e vivo io.