1. Che cos’è per Lei scrivere, quali emozioni prova?
Scrivere per me è rendere un'emozione oggettiva, vestirla di un abito perché sia riconoscibile agli altri. Poter comunicare in modo più diretto senza coinvolgere la parte censurante della ragione.
Quando scrivo esploro una parte di me che non conosco e mi sorprendo nel vedere ciò che accade, come in un viaggio non programmato, un'avventura inaspettata, un regalo improvviso.
2. Quanto della sua vita reale è presente in questo libro?
Ogni emozione è sperimentata, è la base dei miei racconti. A volte solo un ricordo, altre una elaborazione dell'esperienza, altre volte un desiderio...
Altre ancora sono sogni...
3. Riassuma in poche parole cosa ha significato per Lei scrivere quest’opera.
Inizialmente volevo esprimere il mio modo di vedere il mondo, poi via via ero sempre più incuriosita da ciò che usciva. Mettere i miei pensieri su carta era come dipingere una realtà non vista, come unire con delle linee i puntini e veder apparire il quadro d'insieme
4. La scelta del titolo è stata semplice o ha combattuto con se stesso per deciderlo tra varie alternative?
Il titolo è perfettamente calzante alla mia personale storia.
5. In un’ipotetica isola deserta, quale libro vorrebbe con sé? O quale scrittore? Perché?
Vorrei Igor Sibaldi con i suoi Maestri Invisibili, perché non sarei mai sola
6. Ebook o cartaceo?
Adoro la carta perché sono cresciuta maneggiandola ma l’ebook è la moderna evoluzione, più pratico ed ecosostenibile. Tema che mi è molto caro.
7. Quando e perché ha deciso di intraprendere la carriera di scrittore?
Febbraio 2019 riscopro il piacere di coltivare la scrittura. Uno di quei sogni giovanili messi nel baule in soffitta. Oggi scopro che scrivere poesie è come fiorire, è ciò che mi fa stare bene e vorrei condividere questo benessere.
8. Come nasce l’idea di questo libro? Ci racconterebbe un aneddoto legato alla scrittura di questo romanzo?
L'idea non è mia, ma di una persona speciale che intravede in me un dono, una propensione. Farà molto di più, incoraggiandomi e stimolando un po’ la mia autostima. Senza mai fare commenti, mi segue da vicino, legge tutte le mie poesie che timorosamente gli invio e ad un certo punto mi dice che se non le pubblico io lo avrebbe fatto lui. Nasce così, per la prima volta nella mia testa, l'idea che si può fare. Miracolosamente e casualmente(nulla è per caso) appare Vito Pacelli....
9. Cosa si prova a vedere il proprio lavoro prendere corpo e diventare un libro?
Una gioia infinita, forse come la nascita di una figlia, anzi forse di più perché è proprio una tua propaggine e così rimarrà!
10. Chi è stata la prima persona che ha letto il suo libro?
Alex Viola.
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Meravigliosa frontiera… leggere mentre cammini nella natura... top!!!!