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28 Ago
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Intervista all'autore - Yosella Caponnetto

1. Che cos’è per Lei scrivere, quali emozioni prova?
Quando scrivo libero la creatività del mio sentire, dò il permesso al mio emisfero destro di volare. Essendo una mancina, che per natura predilige proprio questo emisfero, fonte originaria delle emozioni, sento di aver ritrovato nella scrittura il mio vero sé. Entro in un mondo parallelo, lontano dalle rigide logiche e associo pensieri liberi fino a giungere a significati completamente nuovi, intuizioni di me e della vita, che con la ratio non vedo.
Sento un senso di leggerezza nell'accompagnare tutta la gamma delle mie emozioni e dargli forma: tristezza, rabbia, gioia, paura si convogliano in una poesia e trovo alla fine le risposte che cercavo e non vedevo quando ero troppo sommersa nel quotidiano. Scrivere è un uscire dal quotidiano per entrare nell'eterno.
 
2. Quanto della sua vita reale è presente in questo libro?
Tutto, perché reale è anche il mio sognare. Il mio motto è "sognando vivo...vivendo sogno". Questo libro è stato scritto prevalentemente durante le mie passeggiate con il mio cagnolino, ho osservato il mondo reale esterno e interno, ho voluto ricercare me stessa. Ma è nel reale e nel presente che si realizzano i sogni, in ogni attimo che viviamo con pienezza e contatto emotivo.
Il messaggio più forte che vorrei trasmettere è che il mondo ci gira intorno, con i suoi eventi, persone, ma alla fine il centro di tutto siamo noi. Una persona centrata trova il suo equilibrio anche nelle più imprevedibili avversità. È un lavoro di crescita che dobbiamo fare rimanendo in contatto con noi stessi e con il nostro reale vero sé, quello non condizionato dalla paura e dal giudizio altrui.
 
3. Riassuma in poche parole cosa ha significato per Lei scrivere quest’opera.
Così per me scrivere quest'opera è stato proprio un appuntamento con me. Essendo per natura più propensa al rapporto empatico con gli altri, ho dedicato sin dall'infanzia tanto tempo ad occuparmi degli altri. In età adulta sia la prospettiva di fede sia il lavoro continuano a portarmi al contatto umano profondo. Ma attraverso il pensiero libero della poesia ho compreso che solo riprendendomi per mano e dandomi il giusto spazio per rifornirmi, posso veramente arricchire gli altri. Altrimenti la vita rischia di diventare un accondiscere, compiacere, un negare sé. Noi abbiamo bisogno di accompagnare la nostra vera natura, a costo a volte di dover dire dei no che sono sani ed educativi per gli altri. Ti rispetteranno di più.
 
4. La scelta del titolo è stata semplice o ha combattuto con se stesso per deciderlo tra varie alternative?
La scelta del titolo è stata immediata a seguito del titolo di una delle poesie del libro. Mi piaceva proprio tanto. Quanti appuntamenti mancati nella vita, quante delusioni, attese senza risposta. Ad un tratto ho sentito proprio dentro la soddisfazione di avere un punto di riferimento in me stessa. Questo forse è l'appuntamento più bello che possiamo avere nella vita, se solo smettessimo di investire troppo sugli altri! Gli altri sono importanti, ma puoi relazionarti bene solo se conosci veramente te stesso. È importante darsi il tempo giusto, prendersi cura di sé. Altrimenti non sai più chi sei.
 
5. In un’ipotetica isola deserta, quale libro vorrebbe con sé? O quale scrittore? Perché?
Se andassi in un’isola deserta porterei un libro che integri spiritualità, psicologia e concretezza della materia. Vorrei sempre ricordarmi che noi ci fondiamo su queste tre componenti, non vorrei mai dimenticarlo perché l'errore più grande è fissarsi su un solo aspetto di noi. Al momento potrei indicare “Percorsi di consapevolezza” di Enrico Cheli.
 
6. Ebook o cartaceo?
Io preferisco il cartaceo. Mi piace toccare le pagine, sfogliarle, sporcarle di caffè o segnare a matita le mie riflessioni. Ma non mi sentirei a priori di escludere anche l'ebook per chi viaggia per esempio e porta con sé così tanti libri.
 
7. Quando e perché ha deciso di intraprendere la carriera di scrittore?
Circa 4 anni fa ha cominciato a scrivere saggi di psicologia per motivi di lavoro, ho scritto un saggio sulla comunicazione efficace e dei lavori sulle emozioni e sull'identità. Ma ho cominciato ancora prima con le poesie per un processo interno di grande cambiamento, avvenuto dopo il trasferimento nella mia ultima casa, che si trova in mezzo al verde e si presta a lunghe passeggiate che stimolano la mia ipersensibilità. Noi ipersensibli assorbiamo tutto, un suono, una luce, un bimbo che piange, qualsiasi cosa del reale e ne facciamo componimenti che aiutino agli altri ad entrare nella stessa atmosfera.
Non so se sia un caso, ma come ho scritto in altre interviste, le vie della zona dove abito sono tutte dedicate a poeti latini. Che si tratti di una misteriosa coincidenza?
 
8. Come nasce l’idea di questo libro? Ci racconterebbe un aneddoto legato alla scrittura di questo romanzo?
Una sera sono uscita con il mio cagnolino. Era molto freddo e pioveva. Non c'era proprio nessuno, al contrario delle altre sere in cui incontro gli altri padroni di cani con i loro rispettivi compagni a quattro zampe. Ero talmente sola e la città era talmente addormentata che si sentivano solo i miei passi. Questa cosa anziché dispiacermi, mi è piaciuta proprio. Ho pensato: "Finalmente con me stessa". Io ho tre figli, il lavoro, il cane, il marito, sono circondata da persone che a volte mi parlano contemporaneamente. Quel momento di silenzio l'ho ritenuto prezioso e mi sono ritrovata. Da lì sono partita anche con le altre poesie.
 
9. Cosa si prova a vedere il proprio lavoro prendere corpo e diventare un libro?
E? come vedere il proprio ritratto dopo ore che attenti l'artista che giri la tela e te la mostri. Ti vedi in un modo più chiaro e ti riconosci.
 
10. Chi è stata la prima persona che ha letto il suo libro?
Ho avuto ospite mia madre nel periodo in cui lo stavo terminando. E ritengo che sia molto bello quando una madre prova interesse per ciò che hai da dire su stessa. Non poteva che essere lei la persona più indicata.
 
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Penso che sia un ottimo modo per diffondere la cultura anche nei momenti in cui diversamente ci faremmo assorbire da altro. Per esempio un audio libro mentre sei in viaggio e guidi, mentre vai in bici, mentre fai sport. È comunque un valore aggiunto.
 
 
 
 
 

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Mercoledì, 28 Agosto 2019 | di @BookSprint Edizioni

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