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BookSprint Edizioni Blog

13 Ago
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Intervista all'autore - Freddy Barbarossa


1. Che cos’è per Lei scrivere, quali emozioni prova?
Per me scrivere è proprio rivivere le emozioni, dei momenti, delle situazioni vissuti che appunto racconto nel mio libro.
 
2. Quanto della sua vita reale è presente in questo libro?
Tutta la mia vita ed esclusivamente quella reale. Tutto quello che racconto sono fatti veri che ho condiviso con amici parenti colleghi e ovviamente i miei cani.
 
3. Riassuma in poche parole cosa ha significato per Lei scrivere quest’opera.
Un gesto di liberazione, ma anche la possibilità di fissare nella memoria, non solo mia, fatti ed evidenze che poterebbero andare perduti.
 
4. La scelta del titolo è stata semplice o ha combattuto con se stesso per deciderlo tra varie alternative?
Ci sono stati alcuni tentennamenti su due o massimo tre ipotesi nel tempo, ma quello definitivo mi è sembrato il più calzante e il più onnicomprensivo del significato di questo racconto.
 
5. In un’ipotetica isola deserta, quale libro vorrebbe con sé? O quale scrittore? Perché?
Mi porterei “L'origine delle specie” di Charles Darwin, perché è una delle opere che mi ha affascinato maggiormente per il contenuto e che rileggerei fino all'infinito. Mi ha dato la stura per i miei studi etologici.
 
6. Ebook o cartaceo?
Assolutamente cartaceo. Si legge meglio, proprio in termini ottici, e lo sfogliare le pagine dà una emozione che un e-book non potrà mai dare. Così come riporre il libro a vista e guardarlo di tanto in tanto senza neanche aprirlo.
 
7. Quando e perché ha deciso di intraprendere la carriera di scrittore?
Carriera da scrittore mi pare un po' presto e ambizioso. Soprattutto considerando che sono alla mia prima opera. Ho voluto scrivere questo libro per raccontare le mie esperienze di vita e i miei apprendimenti affinché qualcuno possa servirsene e magari goderne.
 
8. Come nasce l’idea di questo libro? Ci racconterebbe un aneddoto legato alla scrittura di questo romanzo?
Nasce dal sentire l'esigenza che certe cose rimangano nero su bianco; che alcuni assunti inconfutabili non possano essere declassati ad opinioni. Nasce dal desiderio che tutto l'impegno profuso ed i sacrifici fatti negli anni nell'ambito della cinofilia non restino un momento di nostalgia individuale, ma possano assurgere a elementi di base su cui disquisire. In quanto all'aneddoto mi viene subito in mente un messaggio su whats app mandatomi da mio cugino mentre stavo scrivendo il capitolo in cui dico di avere contestato una teoria ad un famoso biologo statunitense riguardo un comportamento posto in essere dai cani da guardiania, a mio avviso, da lui mal interpretato. In quel messaggio c'era una foto di due cuccioli di pastore abruzzese che avevano trascorso la notte all'addiaccio vicino ad una pecora morta, fatto che confermava la mia ipotesi. Così ho riportato il tutto testé nel libro.
 
9. Cosa si prova a vedere il proprio lavoro prendere corpo e diventare un libro?
Si prova un piacere enorme. Soprattutto perché si ha la sensazione che qualcosa di tangibile di te rimane anche dopo essere passati a miglior vita. io personalmente sono dell'avviso che l'unica vera cosa che ci distingue dagli animali è il voler dare un senso alla nostra esistenza. e avere scritto uno o più libri è testimonianza della tua presenza attiva, del fatto che hai dato un contributo alla società presente e futura, nel tuo passaggio in questa esistenza terrena.
 
10. Chi è stata la prima persona che ha letto il suo libro?
Il mio secondogenito che condivide la mia passione per i cani.
 
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Non saprei. Non ho mai ascoltato un audiolibro. Così, a lume di naso, penso che la voce, il timbro e l'intonazione o l'enfasi con cui viene letto un testo, possono incidere sulla percezione e magari alterarla e con essa l'emozione che una storia trasmette, leggendola. È, invece, sicuramente uno strumento importante per chi, per mille ragioni, non ha la possibilità di leggere.
 
 

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Martedì, 13 Agosto 2019 | di @BookSprint Edizioni

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