1. Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittore?
Mi chiamo Davide. Vengo da Monzone, un piccolo paese della Lunigiana, terra magica, ricca di storia e leggende. Un luogo misterioso fin dall'alba della civiltà, come testimonia la presenza delle enigmatiche statue stele.
Superati i trent'anni sentivo che la mia vita non era completa. Ho passato un anno a capire chi fossi veramente e quale fosse la mia natura. Un giorno ho preso in mano una penna e ho trovato la risposta: uno scrittore.
2. Nell’arco della giornata qual è il momento che dedica alla scrittura?
La mattina appena sveglio e la sera dopo aver cenato. In realtà però, nell'arco delle 24 ore, la mia mente pensa continuamente a come sviluppare i miei scritti.
3. Il suo autore contemporaneo preferito?
Sono molti gli autori che apprezzo: Dan Brown, Glenn Cooper, Donato Carrisi, Mauro Biglino. Il mio preferito però è un autore spagnolo, Carlos Ruiz Zafon, uno scrittore di assoluto talento.
4. Perché è nata la sua opera?
Perché volevo trovare una risposta alle domande che assillano da sempre l'umanità e che mi hanno accompagnato fin da bambino: "Chi siamo? Da dove veniamo?" Mi sono accorto che la risposta era già nel titolo del mio romanzo, siamo “Figli delle stelle”.
5. Quanto ha influito nella sua formazione letteraria il contesto sociale nel quale vive o ha vissuto?
Il contesto sociale non ha influito sulla mia formazione letteraria. Quest'ultima si è nutrita della mia curiosità e della voglia di capire le cose, studiando e facendo ricerche, senza dover credere a verità impostemi dall'esterno.
6. Scrivere è una evasione dalla realtà o un modo per raccontare la realtà?
È un modo per raccontare la realtà. Infatti, i miei romanzi si fondano su pilastri importanti: studio, ricerca e indagini. I miei lettori lo sanno e possono fare le ricerche in proprio, affidandosi alla ricca bibliografia che accompagna ogni mio scritto. Il tutto viene romanzato, ma il fulcro della storia lo estraggo dalle ipotesi di studiosi e ricercatori.
7. Quanto di lei c’è in ciò che ha scritto?
In ogni scritto c'è la mia anima.
8. C’è qualcuno che si è rilevato fondamentale per la stesura della sua opera?
La mia compagna Sonia, che mi segue, mi legge, mi corregge e mi incoraggia a non arrendermi mai.
9. A chi ha fatto leggere per primo il romanzo?
Alla mia compagna, una sorta di editor personale.
10. Secondo lei il futuro della scrittura è l’ebook?
Non lo so, io preferisco il libro cartaceo. A mio avviso, il profumo e il fruscio delle pagine sfogliate sono impagabili.
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Può essere un modo per rendere fruibili i libri a coloro che hanno problemi di vista. Agli altri però consiglio sempre il cartaceo.