1. Parliamo un po’ di Lei, dove è nato e cresciuto?
Sono nato e cresciuto a Venezia, ho studiato a Padova e Bologna. Ho una formazione scientifica e mi occupo di sistemi formali per i fondamenti della matematica.
2. Che libro consiglierebbe di leggere ad un adolescente?
Certamente un libro di fantasia ed evasione. Un adolescente avrà tutto il tempo di immergersi nelle tematiche spinose che assillano gli adulti. Ovviamente, come studioso, consiglierei anche un libro di testo. Comprendere attraverso lo studio è il presupposto per poter decidere con la propria testa.
3. Cosa pensa della progressiva perdita del libro cartaceo a favore dell’ eBook?
Io resto legato al libro cartaceo come oggetto di valore che si mantiene nel tempo. Un libro digitale è un file che, oltre ad essere più deperibile, rimane un oggetto astratto impossibile da tenere in mano. Di contro grandi quantità di testi digitali possono essere archiviate in poco posto e sono velocemente fruibili perché' gestite dalle moderne tecnologie informatiche. Di conseguenza il testo digitale è più adatto alla consultazione che alla vera lettura. Se il libro cartaceo perde a favore di quello digitale, è perché sempre più spesso la vera lettura si riduce a mera consultazione.
4. La scrittura è un colpo di fulmine o un amore ponderato?
Per me la scrittura è il mezzo necessario per dar voce alla mia sfera emotiva, poiché quella razionale si esprime attraverso la produzione matematica.
5. Cosa l’ha spinta a scrivere questo libro?
Il fatto di aver elaborato una vicenda che, una volta concepita, deve essere raccontata. È stato detto che quel che non è scritto, non esiste.
6. Quale messaggio vuole inviare al lettore?
Jana delle due lune è una figura che nel suo complesso ha la volontà e la forza di opporsi agli schemi che altri danno per scontati a cui lei dovrebbe sottostare. Al contrario, rivendica un posizionamento autodeterminato nel mondo. Con una siffatta figura è possibile interagire in modo positivo solo attraverso il confronto non violento.
7. La scrittura era un sogno nel cassetto già da piccolo o ne ha preso coscienza pian piano nel corso della sua vita?
Ho iniziato a dedicare tempo alla scrittura a diciassette anni, appena gli impegni scolastici me lo hanno permesso.
8. C’è un episodio legato alla nascita o alla scrittura del libro che ricorda con piacere?
Ricordo che frequentando l'università, un collega spiritoso mi ha detto: "Dando le spalle allo specchio, come sai che anche la tua immagine ti dà le spalle?"
9. Ha mai pensato, durante la stesura del libro, di non portarlo a termine?
No, mai, Solo eventi ineluttabili potranno impedirmi di terminare le mie opere.
10. Il suo autore del passato preferito?
Mah, ad esempio Henry Rider Haggard, che ha contribuito alla mia formazione con la sua fantastica "Donna eterna".
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
L'audiolibro è una soluzione ottimale per chi vuole conoscere ma non ha il tempo o la possibilità di leggere. Ricordo con rammarico una collega dell’università che ha dovuto interrompere lo studio della matematica perché era non vedente e non trovava testi abbastanza avanzati su cui studiare, che fossero letti o scritti in braille.