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BookSprint Edizioni Blog

18 Lug
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Intervista all'autore - Karin Bertagnolli

1. Parliamo un po’ di Lei, dove è nata e cresciuta?
Io sono nata e cresciuta a Bolzano, ma ho vissuto per alcuni anni a Bologna, dove ho frequentato l'università.
2. Che libro consiglierebbe di leggere ad un adolescente?
Per adolescenti esistono vari libri da consigliare, due in particolare mi sembrano molto indicati per il periodo nel quale stiamo vivendo e le sue problematiche. Il primo si chiama "Erebos" ed è scritto da Ursula Poznanski - l'altro in italiano è stato tradotto con il titolo "13", ed è scritto da Jay Asher. Trattano rispettivamente il mondo digitale che risucchia i ragazzi e il disagio adolescenziale con le conseguenze che può avere.
 
3. Cosa pensa della progressiva perdita del libro cartaceo a favore dell’ eBook?
Sono della vecchia scuola, mi piace sfogliare i libri, annusarli, guardarli e godermeli, ma nel contempo mi rendo conto che abbiamo sempre meno spazio a disposizione e gli eBook ovviano a questo problema. Sicuramente sono anche più comodi da portare in viaggio, ma credo che non sostituiranno mai completamente i libri cartacei.
 
4. La scrittura è un colpo di fulmine o un amore ponderato?
La scrittura è vita. Mi piace scrivere fin da quando avevo 8 anni e creavo storie su personaggi inventati partecipando anche a vari concorsi di scrittura creativa per bambini ed adolescenti. Con il passare del tempo è diventato un passatempo che mi ha anche aiutata a superare situazioni spiacevoli e a denunciare fatti di cronaca per me inaccettabili. La scrittura per me è uno sfogo, un amore pluriennale, ma anche un colpo di fulmine quando mi innamoro di una trama o di un personaggio e ne resto letteralmente folgorata.
 
5. Cosa l’ha spinta a scrivere questo libro?
In realtà questo libro si è scritto da solo. Mentre aspettavo mio figlio all'uscita dagli allenamenti, appoggiavo la penna sul quaderno e mi trovavo catapultata nel mondo di Morsa, scoprendo nuove situazioni e nuovi personaggi che apparivano sul foglio man mano che procedevo nella scrittura. Alcune parti poi sono state frutto di ricerca, ma la trama principale si è sviluppata da sola, quasi come se vivesse di vita propria.
 
6. Quale messaggio vuole inviare al lettore?
La vita va vissuta sia nei momenti piacevoli che negli altri, perché ciò che viviamo ci forma, ci plasma, ci rende quello che siamo e non ci è dato sapere a cosa servano determinate esperienze e quando ci torneranno utili per superare momenti difficili. Lo stesso vale per la Storia e ciò che può insegnarci. Vale la pena ascoltare persone che raccontano il proprio vissuto, anche per comprendere punti di vista diversi e staccarsi dalla propria posizione per cercare di comprendere un nuovo punto di vista. Siamo tutti in qualche modo legati tra di noi e le nostre esistenze si intrecciano con varie persone creando ciò che chiamiamo vita o esperienza.
 
7. La scrittura era un sogno nel cassetto già da piccolo o ne ha preso coscienza pian piano nel corso della sua vita?
In realtà ho sempre letto tantissimo ed il mio sogno era quello di creare personaggi e trame che potessero dare ad altri le sensazioni che provavo leggendo, il fatto di essere catapultata in un altro mondo, in un'altra realtà, vivere mille vite diverse all'interno dei libri. La scrittura è una boccata di ossigeno, un modo per vivere più vite, per respirare nuove sensazioni e trasmettere nuove idee.
 
8. C’è un episodio legato alla nascita o alla scrittura del libro che ricorda con piacere?
Ricordo che cercavo un titolo e ne parlavo con mio figlio, che all'epoca era un preadolescente. Mentre gli raccontavo la trama, serafico e sorridente, mi propose il titolo meravigliandosi del fatto che non ci fossi arrivata io stessa, essendo per lui estremamente ovvio: Morsa.
 
9. Ha mai pensato, durante la stesura del libro, di non portarlo a termine?
Sì, ero arrivata quasi alla fine e, siccome sapevo come sarebbe andato a finire, avevo perso l'interesse. Una mia amica, che mi stava facendo da Beta lettrice, mi spronò a terminarlo perché voleva sapere come la trama che l'aveva appassionata tanto, si sarebbe conclusa - e lo voleva leggere da sola, non farselo raccontare da me. Non mi ha lasciato scelta, ho dovuto mettere su carta ciò che avevo già da tempo concluso nella mia mente.
 
10. Il suo autore del passato preferito?
Ho tanti autori del passato preferiti: Oscar Wilde, George Byron, Hermann Hesse, Bertolt Brecht, Jane Austen, Nathaniel Hawthorne, Thomas e Heinrich Mann, Victor Hugo, Gaston Leroux, T.S. Eliot, Italo Calvino, per nominarne alcuni tra i più rappresentativi per me. Se ne dovessi proprio scegliere uno e uno solamente mi troverei in forte imbarazzo, forse Oscar Wilde.
 
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Trovo sia in linea con l'epoca nella quale viviamo. Abbiamo poco tempo da dedicare alla lettura e gli audiolibri possono essere un escamotage per ascoltare libri che non abbiamo il tempo di leggere, mentre facciamo altro - per esempio mentre ci spostiamo in macchina. Il problema per me è rappresentato dal fatto che nel contempo ci concentriamo meno sull'opera stessa, proprio perché siamo impegnati a fare altro. Comunque il concetto è simile a quello della televisione. Si ascolta, ma non ci si impegna, si sente, si ascolta, ma resta un ascolto passivo - a differenza della lettura che ci impegna attivamente permettendoci di visualizzare ciò che leggiamo.
 

 

 

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Giovedì, 18 Luglio 2019 | di @BookSprint Edizioni

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