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03 Lug
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Intervista all'autore - Deianira Mariam Cocco

1. Parliamo un po’ di Lei, dove è nata e cresciuta?
Sono nata e cresciuta a Torino, splendida città dove tuttora proseguo i miei studi universitari. Sono stata fortunata; ogni qualvolta passeggio per le sue strade e i suoi vicoli intrecciati a scacchiera, scopro sempre un angolo o una prospettiva nuova. Mi piace attraversare questa città e immaginarmela in bianco e nero.
 
2. Che libro consiglierebbe di leggere ad un adolescente?
Ne consiglierei ben più di uno.
Innanzitutto "Il mago dei numeri" di Magnus Enzesberger: si tratta di un volumetto in cui la narrazione si intreccia alla matematica... illumina, rendendoli chiari e a portata di mano e di comprensione, alcuni concetti logici fondamentali.
Un'altra opera che consiglio è sicuramente "Harry Potter" di J.K. Rowling: è stato un pilastro portante di tutta la mia adolescenza. La Rowling ha saputo incastrare con sapienza un ottimo stile narrativo, descrizioni, fantasia e soprattutto sviluppo dei personaggi. Questa autrice ha l'immensa capacità di coinvolgere al 100% il lettore, di commuovere, di fare sentire parte integrante dell'opera.
 
3. Cosa pensa della progressiva perdita del libro cartaceo a favore dell’ eBook?
Penso che sia una di quelle situazioni che sono indice sia di progresso che di regresso.
Se i libri venissero prodotti solo con carta riciclata sarebbe fantastico, ma dato che dietro a un libro molto spesso c'è carta non riciclata, dunque un lavoro che richiede dispendio di energia e soprattutto di abbattimento di alberi, parlo di progresso, in quanto l'ebook evita queste problematiche.
Al contempo, però, posso definire questo processo anche regresso perché sono in pochi oggigiorno a sfogliare i libri e ad odorarne ancora le pagine con gusto. Il libro cartaceo ha un significato estetico, simbolico, culturale... è un patrimonio che va tutelato, secondo me. È il mezzo attraverso cui ci è pervenuta l'antichità. È prezioso.
 
4. La scrittura è un colpo di fulmine o un amore ponderato?
La scrittura è sempre stata dentro di me, soprattutto alle elementari e alle medie. Poi al ginnasio un professore (la cui eredità per me la compresi solo al triennio) mi traumatizzò ed io cominciai a credere di non saper scrivere. Così la mia penna si gelò.
Poi sopraggiunse la stagione degli amori, e dal secondo in poi fui stimolata... causa sofferenza.
Sono stata felice di aver scoperto di nuovo questo mio lato. La scrittura è un'arma molto potente e una catarsi.
 
5. Cosa l’ha spinta a scrivere questo libro?
In realtà le poesie sono state appuntate sui blocchetti della Moleskine, stile Hemingway. Poi però ho notato che quasi tutte erano legate da un filo logico, e procedevan di pari passo con lo sviluppo dell'amore perduto e del raffinamento dell'animo. Allora le ho semplicemente accorpate ad altre poesie che rappresentavano altri aspetti di me... et voilà!
 
6. Quale messaggio vuole inviare al lettore?
Al lettore voglio dire: sei in un momento di crisi interiore e sei attraversato dalla sofferenza? Lasciati trapassare. Quando siam felici, accogliamo la gioia di gran lena. Conosciamo la felicità proprio perché abbiam sperimentato il tuo opposto, il dolore. Fa parte di noi. Accettiamolo.
 
7. La scrittura era un sogno nel cassetto già da piccolo o ne ha preso coscienza pian piano nel corso della sua vita?
La scrittura è sempre stato un sogno; da piccola i miei parenti mi regalarono uno spesso quaderno a righe di Geronimo Stilton. Scrivevo ogni giorno le mie storie inventate, persino i miei nonni le ricordano. Ho vinto alcuni premi alle elementari... uno di questi era sull'argomento "Acqua amica e nemica". La scrittura non è un accessorio, per me. È davvero una mia cellula.
 
8. C’è un episodio legato alla nascita o alla scrittura del libro che ricorda con piacere?
Ricordo la stesura a mano delle poesie nel quadernetto Moleskine. Mi faceva sentire un vecchio poeta o una vecchia poetessa, senza nulla ma con la penna come spada.
 
9. Ha mai pensato, durante la stesura del libro, di non portarlo a termine?
Come ho spiegato le poesie non rappresentarono sin dall'inizio l'intenzione di unirle in un libro.
 
10. Il suo autore del passato preferito?
Uno solo? Beh, sicuramente ne ho uno per ogni epoca.
Direi che fra i più antichi c'è sicuramente Dante Alighieri. La perfezione incarnata nel suo genio umano. E poi apprezzo molto Pascoli e d'Annunzio; adoro Saffo, Catullo, Lucrezio e, soprattutto, Seneca.
 
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Penso che sia una buona trovata, soprattutto perché molti si concentrano di più ascoltando quanto il libro tratta che leggendolo e basta. Ciononostante io preferisco il cartaceo.

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