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05 Giu
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Intervista all'autore - Salvatore Liggeri

1. Che cos’è per Lei scrivere, quali emozioni prova?
La scrittura è uno dei mezzi più diffusi e mai scontati, per materializzare i propri pensieri e stati d'animo.
Ricordo che da piccolo, quando ancora andavo alle Elementari, facevo acquistare a mia madre dei piccoli quadernini, su cui scrivevo storie di fantasia.
Utilizzavo la scrittura per rendere quel circolo di colori e forme nella mia mente realtà.
Oggi per me la scrittura è diventata invece un sacco a cui tirare pugni.
Rendo la mente più leggera scrivendo, e raccontandomi su dei fogli di carta, mi fa sentire anche meno solo.
La scrittura è consolazione, liberazione, amore.
La scrittura è prova di vita.
 
2. Quanto della sua vita reale è presente in questo libro?
Tutto.
"Salvo a Santiago" è la mia mente, è il mio corpo, è il mio spirito.
Ho cercato di esternare ciò che sono, ciò che penso e ciò che faccio.
Racconto di amore, della mia forza, ma anche delle mie debolezze, e non lo faccio mai rendendo protagonista me stesso.
Questo libro ha come protagonisti tutti gli esseri umani che si rispecchiano nell'onestà d'animo, nella gioia, nella semplicità del vivere la vita, cercando di godersi ogni attimo, senza mai dare per scontato niente.
"Salvo a Santiago" è vita reale, ed è proprio questo il motivo che ha spinto tante persone a raccontarmi le loro testimonianze, e renderle pubbliche.
 
3. Riassuma in poche parole cosa ha significato per Lei scrivere quest’opera.
Ho intrapreso il "Cammino delle persone comuni", fatto da esseri umani semplici che hanno percorso lo straordinario Cammino verso Santiago, in cerca di tempo, di libertà e di risposte.
Ho scritto questa testimonianza, senza raccontare ciò che descrive il Cammino, ma ciò che la nostra mente riesce a disegnare di splendido camminando.
Un mix di pezzi di diario di viaggio, di ricordi e di pensieri, che hanno formato un libro.
Un libro in cui chiunque può rivedersi, riflettere, e tornare a parlare senza timore di esistenzialismo.
Perché per esistere, bisogna sempre avere il dubbio di esserci e di essere.
Valorizzare la nostra presenza, sentirsi unici e non parte di una massa.
Noi siamo la stessa essenza delle stelle che guardiamo in cielo, viviamo, moriamo, ma viviamo ancora.
Siamo Universo, e molto spesso ci dimentichiamo di appartenere all'infinito che contempliamo.
 
4. La scelta del titolo è stata semplice o ha combattuto con se stesso per deciderlo tra varie alternative?
Il titolo è un gioco di parole, come intuibile.
"Salvo a Santiago", sono io arrivato a Santiago De Compostela, ma sono anche io arrivato sano e salvo.
Salvo a Santiago sei tu quando ti renderai conto di essere arrivato dopo tanti chilometri alla meta.
Lo sono tutti i Pellegrini che riescono ad arrivare davanti a San Giacomo.
 
5. In un’ipotetica isola deserta, quale libro vorrebbe con sé? O quale scrittore? Perché?
Non porterei alcun libro; ne scriverei uno,  per testimoniare quanto la solitudine possa portare alla pazzia.
L'essenza dell'Uomo è fatta di condivisione.
 
6. Ebook o cartaceo?
Cartaceo per appagare il tatto e l'olfatto, ebook per avere un motivo valido e interessante, di restare attaccati ad uno schermo.
 
7. Quando e perché ha deciso di intraprendere la carriera di scrittore?
Io non sono e non mi reputo uno scrittore; sono un idealista e un sognatore convinto, con la speranza di cambiare l'umore delle persone, e versare piccole gocce di speranza, condivisione, umanità e amore, in un mondo che condivide sempre più spesso odio e paura.
 
8. Come nasce l’idea di questo libro? Ci racconterebbe un aneddoto legato alla scrittura di questo romanzo?
Il libro non è nato per idea, ma è cresciuto insieme a me.
Ho iniziato scrivendo pensieri, bozze, e poi ancora raccontando le mie disavventure e anche le mie avventure.
Ho 25 anni e ho lavorato negli ultimi 7 anni, in più di 10 nazioni differenti attraverso l'Europa.
Mi sento quasi in dovere di dover testimoniare cosa sia per me la libertà, e la fase finale che mi ha portato a intraprendere più di 900 chilometri dai Pirenei all'oceano.
Non è ancora finita; camminerò ancora attraverso tutta l'Italia a piedi, camminerò ancora in Irlanda ed in Israele e farò la transiberiana, fino ad arrivare a Pechino.
Siamo solo all'inizio del nostro cammino.
State con me.
 
9. Cosa si prova a vedere il proprio lavoro prendere corpo e diventare un libro?
Quando mi è arrivata la copia omaggio dalla casa editrice, sono rimasto in silenzio; è stato come prendere una piccola creatura fragile tra le mani, così importante per me.
Dentro questo racconto ci sono i sentimenti più interiori di un essere umano che ha avuto il coraggio di esporsi.
Soddisfazione, certo, ma anche tanto timore.
Vado avanti con un sorriso stampato in faccia, e comunque sia, a prescindere dal numero di lettori che lo leggerà, i miei pensieri rimarranno a lungo su carta stampata.
Va bene così; possano essere testimoniati, compresi e condivisi.
 
10. Chi è stata la prima persona che ha letto il suo libro?
Mia madre; è rimasta affascinata dal cammino di Santiago, dalla mia esperienza, e dalla curiosità di tutto quello che non le ho raccontato.
Sono felice e orgoglioso che sia stata lei la prima persona ad averlo letto.
 
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
L'audiolibro è un amico che puoi decidere di ascoltare ovunque ti trovi.
Puoi decidere di rendere voce ciò che leggi, innamorarti delle parole ascoltate, e continuare a viaggiare e fantasticare con la mente.
 
 
 
 
 

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Mercoledì, 05 Giugno 2019 | di @BookSprint Edizioni

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