1. Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittore?
Sono figlio di contadini piemontesi che, mentre frequentavo le elementari si sono trasferiti a Genova.
Anche se in gioventù avevo scritto delle poesie ormai perse, l'impellente necessità di scrivere è nata intorno ai cinquant'anni, quando dentro di me sono nati certi personaggi che volevano vedere la luce.
Da allora ho scritto circa trenta libri, anche se al momento ne ho pubblicati solo 6.
2. Nell’arco della giornata qual è il momento che dedica alla scrittura?
Da oltre un anno dedico poco tempo alla scrittura perché mi sembra di non aver più nulla da dire. Nei momenti di eroico furore del passato, se mi è permessa l'espressione, scrivevo anche 10 ore di fila.
3. Il suo autore contemporaneo preferito?
Ne ho parecchi, ma se devo dire un solo nome accennerò a Giampaolo Pansa di cui ho letto almeno una decina di testi.
4. Perché è nata la sua opera?
Volevo narrare la storia di un giovane teppista conosciuto in gioventù, di cui poi ho perso le tracce. Poiché a vent'anni aveva già fatto il contrabbandiere di sigarette e lo spacciatore, ho immaginato che da adulto sarebbe diventato un delinquente, un amorale ed un egoista che disprezzava tutto e tutti, peggiore del "Bel-Ami" di Maupassant e del Dorian Gray di Oscar Wilde.
5. Quanto ha influito nella sua formazione letteraria il contesto sociale nel quale vive o ha vissuto?
Le origini contadine hanno influenzato assai i primi lavori, popolati di personaggi delle mie contrade.
L'approdo a Genova e gli studi successivi mi hanno portato ad approfondire certi argomenti storici, soprattutto della mia città, evidenti in molti testi successivi.
6. Scrivere è una evasione dalla realtà o un modo per raccontare la realtà?
Entrambe le cose, anche se raccontando i personaggi storici cerco di attenermi il più possibile alla realtà.
7. Quanto di lei c’è in ciò che ha scritto?
Nei primi scritti c'era molto di me, come credo succeda a tutti gli scrittori alle prime armi, poi ho dato vita ai personaggi cercando di immedesimarmi in loro con distacco, senza attribuirgli i miei sentimenti.
Faccio una precisazione: non mi ritengo uno scrittore, casomai un dilettante che scrive.
8. C’è qualcuno che si è rilevato fondamentale per la stesura della sua opera?
Mia moglie Maria Grazia, la quale ormai è stufa di correggere i mie libri perché dice che ne ho scritto troppi.
9. A chi ha fatto leggere per primo il romanzo?
Alla moglie.
10. Secondo lei il futuro della scrittura è l’ebook?
Probabilmente sì, anche se non avrà il fascino e non darà il piacere del cartaceo.
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Se serve ad incrementare la lettura ben venga.