1. Che cos’è per Lei scrivere, quali emozioni prova?
Per me scrivere è stato sempre importante come mezzo per poter esprimere un mio sentire emozioni. Da adolescente avevo un quaderno sul quale annotavo delle mie riflessioni personali su quello che poteva essere un accaduto del mio quotidiano o un mio pensiero relativamente a qualcosa di più generico e generalizzato. Sicuramente anche in età adulta ho amato sempre utilizzare la scrittura più per esprimere ciò che sono che non per raccontare o narrare fatti di fantasia, anche se lavorando con i bambini mi sono ritrovata a scrivere anche poesie o racconti a tema o con una morale precisa.
2. Quanto della sua vita reale è presente in questo libro?
Assolutamente tutto ciò che ho scritto mi appartiene ed è la mia esperienza personale.
3. Riassuma in poche parole cosa ha significato per Lei scrivere quest’opera.
In un mondo in cui si parla molto, direi anche troppo e a sproposito, del mondo invisibile intendo nello specifico: angeli, visioni di presenze e vissuti di fenomenologie inspiegabili, ho voluto fornire al lettore la chiave giusta di lettura nell'incontrare o vivere eventi di questo tipo. Escludere da prima che l'origine di fenomenologie strane non sia attribuibile a qualcosa di fisico e razionalmente spiegabile. Solo in questo modo, rimanendo nella lucidità della razionalità per quanto possa sembrare paradossale, si sarà davvero in grado di comprendere se nel percepire condizioni inorganiche ci si trova in presenza del Vero dell'invisibile o meno. Questa è la Via più corretta per apprendere e verificare che il mondo invisibile esiste.
4. La scelta del titolo è stata semplice o ha combattuto con se stesso per deciderlo tra varie alternative?
Il titolo del libro è "arrivato" come una splendida intuizione senza fatica e senza voler dare energia ad una ricerca che sarebbe stata frutto dell'elaborazione di un calcolo mentale. È nato così il titolo di questo libro, così come per tutto ciò a cui devo dare un titolo, mi affido sempre alla mia intuizione che, come racconto nel libro nel capitolo "Il contatto", è il mio canale diretto con la voce dell'invisibile.
5. In un’ipotetica isola deserta, quale libro vorrebbe con sé? O quale scrittore? Perché?
Sicuramente "Siddharta" di Herman Hesse, perché per me fu il mio primo passo nella visione filosofica del mondo che ho sempre sentito fortemente presente in me sin dall'infanzia.
6. Ebook o cartaceo?
Direi che uno non esclude l'altro. Sono forme diverse di divulgazione di informazione e contenuti. Anche se personalmente continuo a pensare che sfogliare un libro, averne un diretto contatto con le pagine, quindi con la carta, ci aiuta a percepire la vibrazione dei contenuti anche attraverso il canale più sottile dei nostri sensi più raffinati. Personalmente aver la possibilità di toccare la carta è un'esperienza emozionale importante che fa tanto bene al cuore. Ho sempre amato moltissimo, in occasione di un regalo, donare un libro, perché esso lega due persone in maniera più profonda.
7. Quando e perché ha deciso di intraprendere la carriera di scrittore?
Di fatto non è stata una decisione, è avvenuto semplicemente per poter divulgare gli importanti contenuti della mia ricerca di vent'anni per quanto riguarda l'importante connessione tra la metafisica e l'effetto della suonoterapia vibrazionale.
8. Come nasce l’idea di questo libro? Ci racconterebbe un aneddoto legato alla scrittura di questo romanzo?
Non c'è un momento esatto per cui nasce quest'idea ma piuttosto nasce dal fatto che mi rendo conto che un certo tipo di informazione, relativo all'invisibile, viene proposta in modo non corretto all'utente che si approccia ad esso senza alcun strumento di valutazione iniziale. L'aneddoto può essere riferito al fatto che, quando l'idea di scrivere questo libro era ancora lontana, mi fu suggerita e fatta emergere su di un piano più conscio da una serie di segni che mi fecero comprendere che era ora che anche io scrivessi su questo argomento. Per tre giorni sentii parlare di angeli in un modo più importante del solito e di conseguenza mi venne suggerito questo titolo e da lì mi si accese la lampadina: "Devo scrivere un libro che si intitolerà ESPERIENZE CON L'INVISIBILE".
9. Cosa si prova a vedere il proprio lavoro prendere corpo e diventare un libro?
È certamente una grande soddisfazione per me sapere che qualcuno potrà usufruire della mia esperienza e che tutto il mio lavoro di ricerca di anni resterà nel tempo.
10. Chi è stata la prima persona che ha letto il suo libro?
Di fatto più persone che mi hanno aiutato nell'editing.
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Sicuramente approvo in quanto io sono aperta a tutto ciò che può essere un mezzo divulgativo su piani diversi. Inoltre essendo per me molto importante "la voce" direi che l'audio libro è un'ottima idea.