1. Che cos’è per Lei scrivere, quali emozioni prova?
Per me scrivere è stato uno strumento di sfogo che ha preso piede nel periodo dell'adolescenza. I turbamenti dell'età, il trovarsi fuori posto, le incomprensioni con la mamma, trovavano calma e a volte soluzione nel mettere nero su bianco. Con il passare degli anni lo scrivere è diventato un modo di giocare con le parole per esprimere sogni, mondi fatati. Le circostanze della vita poi mi hanno spinto a leggere libri sulla spiritualità, sulla potenza dello spirito, sulle potenzialità del genere umano, su cos'è l uomo, cos'è Dio e quindi il mio scrivere è diventato un fissare dei paletti, un puzzle senza fine. Ora per me lo scrivere è una consapevolezza sempre in evoluzione.
2. Quanto della sua vita reale è presente in questo libro?
Questo libro è il quadro della mia vita.
3. Riassuma in poche parole cosa ha significato per Lei scrivere quest’opera.
Scrivere questo libro ha rappresentato un traguardo non tanto perché verrà pubblicato ma perché è il sunto di un periodo importante della mia vita.
4. La scelta del titolo è stata semplice o ha combattuto con se stesso per deciderlo tra varie alternative?
Il titolo non è stata una scelta, alla fine della stesura la sensazione che ho provato ha trovato la sua espressione in "sono realmente felice", così è nato il titolo.
5. In un’ipotetica isola deserta, quale libro vorrebbe con sé? O quale scrittore? Perché?
Se potessi porterei più libri su un’isola deserta , tra questi "Desideriologia" di Gabriele Policardo, "La fisica dell'anima" di Fabio Marchesi, "Conversazioni con Dio" di Neale Donald Walsch. Perché ispirano, danno conoscenza, speranza.
6. Ebook o cartaceo?
Entrambi. Personalmente amo tenere in mano un libro, sfogliarlo, farci degli appunti, sentire il profumo delle pagine ma capisco che le abitudini dei nostri tempi si allontanano da alcuni piaceri per preferire la comodità.
7. Quando e perché ha deciso di intraprendere la carriera di scrittore?
Non ho scelto d intraprendere la carriera di scrittore e non so neanche se posso definirmi tale. Amo scrivere e rileggere ciò che ho scritto e un giorno mi sono detta che tutti gli scritti avrei potuto raccoglierli e proporli ad un pubblico più vasto ed essere un consiglio sul fatto che si può veramente essere felici in questo caos.
8. Come nasce l’idea di questo libro? Ci racconterebbe un aneddoto legato alla scrittura di questo romanzo?
Non c'è stata un’idea che ho sviluppato ma è stato una conseguenza. La vita mi ha dato la possibilità di vivere esperienze di salute importanti che mi hanno messo alla prova, la forza, la tenacia il crederci sempre e comunque, l'inclinazione allo scrivere ha fatto sì che mi rendessi conto che tutte quelle parole, pensieri, emozioni le potevo condividere e forse e magari essere d'aiuto a qualcuno.
9. Cosa si prova a vedere il proprio lavoro prendere corpo e diventare un libro?
Una sensazione indescrivibile, l’ultima pennellata di un quadro, lo sbocciare di un fiore, il germinare di un seme.
10. Chi è stata la prima persona che ha letto il suo libro?
Non mi crederà ma nessuno l’ha letto, i primi siete stati voi.
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
È un’esperienza che non ho provato. Ascoltare in un salotto uno scrittore che legge il suo libro lo trovo affascinante ma un audiolibro non saprei se avesse la stessa magia.