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BookSprint Edizioni Blog

13 Apr
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Intervista all'autore - Carmelo Donato Serrentino

1. Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittore?
Sono nato a Catania, dove ho vissuto fino all'età di 16 anni, sono andato a vivere a Milano dai miei zii, dopo il diploma ho svolto il servizio militare in Marina, dopo sposato frequentando la Chiesa ho iniziato a leggere la Sacra Bibbia e capirla. Trovavo soltanto orrori, morti e guerre, ed è nata in me una irrefrenabile voglia di scoprire i motivi del perché era scritta nei modi che conosciamo, questo mi ha portato a laurearmi in scienze religiose, ma la domanda rimaneva sempre come mai l'uomo creato da Dio supera l'animale in ferocia ed agisce in modo istintivo per sopravvivere? Questa domanda in verità me la sono sempre fatta fin da quando avevo giurato di mantenere una promessa all'uomo che per sopravvivere si trasformò in una Tigre.
 
2. Nell’arco della giornata qual è il momento che dedica alla scrittura?
I momenti della sera portano serenità nella mente, e i pensieri danno libero sfogo ai ricordi, e perché no, anche all'immaginazione, anche se nel mio caso quello che ho scritto è un riferimento anche a ciò che realmente o quasi è avvenuto, forse il mio istinto mi porta a creare dubbi su ciò che è e quello che non è.
 
3. Il suo autore contemporaneo preferito?
Il mio autore preferito è Isaac Asimov nel suo modo di scrivere e descrivere riesce a mettere insieme realtà, fantascienza e scienza.
Chi può affermare in modo amletico o con assoluta certezza che quello che ha scritto si riferisce al vero? oppure al falso?
A voi l'ardua sentenza.
 
4. Perché è nata la sua opera?
Quando ero ragazzo, finito i compiti mi rilassavo ascoltando un anziano che mi raccontava la storia della sua vita, per meglio dire episodi ascoltati per centinaia di volte, ho giurato di scrivere un giorno ciò che mi raccontava, ho sempre iniziato ma dopo poche pagine smettevo e perdevo con il tempo le pagine. Mi sono deciso di scrivere questa storia proprio durante il centenario della fine della prima guerra mondiale, o mi deciso in questo frangente o non la scrivevo mai più, devo dire che ho chetato la mia coscienza.
 
5. Quanto ha influito nella sua formazione letteraria il contesto sociale nel quale vive o ha vissuto?
Nell'arco della mia vita ho letto moltissimi libri e enciclopedie, ma non credo che queste letture abbiano influenzato la mia vita, quello che ho scritto lo dovevo scrivere e basta.
 
6. Scrivere è una evasione dalla realtà o un modo per raccontare la realtà?
Entrambe le cose, anche la realtà è una evasione, lo diventa quando la si racconta in modo da farla diventare fantarealtà.
 
7. Quanto di lei c’è in ciò che ha scritto?
In me di quello che ho scritto non c'è assolutamente niente, non sono nascosto tra le righe del racconto, confesso che tra i ricordi vi aleggia soltanto la mia memoria.
 
8. C’è qualcuno che si è rilevato fondamentale per la stesura della sua opera?
Il personaggio descritto nella mia opera è il fulcro e la linfa che la alimenta, io credo che quando si legge un romanzo o un'opera per viverla nei suoi momenti è necessario trasformare le parole, più che leggerle vederle nel loro stesso movimento
 
9. A chi ha fatto leggere per primo il romanzo?
Per la prima volta il romanzo lo ha letto un operatore di BookSprint Edizioni.
 
10. Secondo lei il futuro della scrittura è l’ebook?
L'ebook è il futuro non vi è dubbio alcuno, ma non può superare un bel libro che si legge sfogliando con le proprie dita pagina dopo pagina, seduto su una bella poltrona davanti a un camino, assaporando parola dopo parola fino a saziarsi, e alla fine... chiudere gli occhi e riflettere tutto ciò che è stato letto.
 
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Ascoltare un racconto è un'opportunità irripetibile, ma forse leggendolo lo si apprende meglio, la mia esperienza l'ho fatta nell'ascolto, ma per poterla scrivere l’ho ascoltata in un numero imprecisato di volte.
 
 
 

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Sabato, 13 Aprile 2019 | di @BookSprint Edizioni

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