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16 Feb
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Intervista all'autore - Giovanni Mameli

1. Che cos’è per Lei scrivere, quali emozioni prova?
Scrivere poesie, per me è liberare qualcosa che è incatenato in fondo all'anima.
È come avere una tigre legata al guinzaglio, e appena arriva l'ispirazione quella tigre si libera dal suo giogo e attacca.
 
2. Quanto della sua vita reale è presente in questo libro?
Molto, c'è sicuramente tantissimo della mia vita. Delusioni, rimpianti, rimorsi.
La lontananza della mia famiglia. Ma soprattutto una profonda tristezza perché le cose non sono andate come avevo programmato.
 
3. Riassuma in poche parole cosa ha significato per Lei scrivere quest’opera.
È un sogno che si realizza. Qualcosa in cui credevo e speravo di realizzare da un po' di tempo.
 
4. La scelta del titolo è stata semplice o ha combattuto con se stesso per deciderlo tra varie alternative?
Il titolo è un verso che si ritrova in una mia poesia. E vuol dire che nel mondo non ci sono soltanto rose... ma tante spine. E abbiamo bisogno di tutte e due. Le rose per ristorarci, le spine per spronarci. È stato abbastanza semplice sceglierlo.
 
5. In un’ipotetica isola deserta, quale libro vorrebbe con sé? O quale scrittore? Perché?
Sicuramente Leopardi. Ma se mi è consentito, anche Baudelaire. E tutte le loro opere. Sono i poeti che amo di più al mondo.
 
6. Ebook o cartaceo?
Sicuramente cartaceo.
 
7. Quando e perché ha deciso di intraprendere la carriera di scrittore?
È da quando ero diciottenne che scrivo poesie... però è dall'anno scorso che è esplosa un'ispirazione più profonda . E quando ho visto che venivano apprezzate da sempre più persone, mi sono detto: proviamoci.
 
8. Come nasce l’idea di questo libro? Ci racconterebbe un aneddoto legato alla scrittura di questo romanzo?
Beh, scrivevo le poesie su FB, per i miei amici, reali e virtuali. Un aneddoto? Quando ho spedito gli auguri in rima a mia sorella per il suo compleanno... è rimasta così colpita che mi ha consigliato di scriverla su carta. Mi ha riempito di complimenti e mi ha consigliato di scrivere una raccolta (se mai avessi continuato).
 
9. Cosa si prova a vedere il proprio lavoro prendere corpo e diventare un libro?
Un'emozione indescrivibile! Una soddisfazione immensa.
 
10. Chi è stata la prima persona che ha letto il suo libro?
Sinceramente il libro così composto nessuno. Le mie poesie ogni tanto venivano lette dai miei amici.
 
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Non so... sinceramente. Certo per chi ha problemi alla vista, sentirsi leggere un libro è un bel vantaggio. Il mondo va avanti e la tecnologia ci ha fatto fare passi da gigante. L'importante a parer mio è leggere (farsi leggere) continuamente qualcosa, sia un giornale o poesie o narrativa o quello che si desidera. Comunque leggete leggete leggete.
 
 
 
 

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Sabato, 16 Febbraio 2019 | di @BookSprint Edizioni

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