1. Che cos’è per Lei scrivere, quali emozioni prova?
Ho cominciato a scrivere fin da ragazzina per me stessa, poi per fissare i miei pensieri. Uso la scrittura spesso per comunicare agli altri, per comunicare le mie emozioni ed i miei pensieri.
È sicuramente il mio modo migliore di comunicare.
Adoro scrivere perché le parole si fissano sulle pagine e ci restano. Le cose dette a voce possono scappare sia fuori dalla bocca di chi le pronuncia che dalle orecchie di chi le ascolta.
2. Quanto della sua vita reale è presente in questo libro?
In questo libro è tutto inventato, non c'è nulla di reale. Chi mi conosce e ha letto il libro, e il suo seguito, mi riconosce, mi intravede perché è una sorta di bianco e nero, specchio e riflesso della mia vita, o di quella che desidererei, o di quella che potrebbe essere, ci sono i miei pensieri, le mie sensazioni, pezzi di situazioni che ho vissuto o che avrei voluto vivere.
Sono tra le righe.
3. Riassuma in poche parole cosa ha significato per Lei scrivere quest’opera.
Ho cominciato a scrivere questo libro non pensando potesse essere un libro vero. Avevo voglia di scrivere una storia i cui personaggi liberassero alcune sensazioni che provavo chiuse nel cuore e che non uscivano, e condirlo con un po' di intrigo e di mistero.
4. La scelta del titolo è stata semplice o ha combattuto con se stesso per deciderlo tra varie alternative?
La scelta del titolo è stata facile, molto facile, e dopo che lo leggerete capirete il perché.
5. In un’ipotetica isola deserta, quale libro vorrebbe con sé? O quale scrittore? Perché?
In un'isola deserta non mi basterebbe un libro solo, però se proprio dovessi scegliere vorrei un classico, Notre-Dame de Paris di Victor Hugo e come scrittore sicuramente Glenn Cooper.
6. Ebook o cartaceo?
Carta sempre!
Ebook comodo in viaggio.
7. Quando e perché ha deciso di intraprendere la carriera di scrittore?
Non sono una scrittrice. Adoro scrivere. Ci ho semplicemente provato e ai miei amici è piaciuto molto e sono stati loro stessi che mi hanno spinto da subito fortemente a scrivere il seguito di Un Cuore Rovesciato e così ho preso il "vizio", ed ora sto per scrivere anche il terzo.
Mi rilassa, mi diverte e mi aiuta.
8. Come nasce l’idea di questo libro? Ci racconterebbe un aneddoto legato alla scrittura di questo romanzo?
Avevo assistito alla presentazione di un libro che era stato tanto "magnificato" di una mia concittadina. La lettura dello stesso mi aveva così profondamente deluso rispetto a quando annunciato per la pochezza della storia che ho pensato che forse avrei potuto scrivere anch'io, ma avrei scritto una storia più piacevole, non particolarmente intricata ma convincente. E così è stato.
9. Cosa si prova a vedere il proprio lavoro prendere corpo e diventare un libro?
L'emozione più grande l'ho provata quando ho scritto la parola FINE.
È stata un'emozione intensa che assomiglia a quella che si prova dopo aver partorito: sei felicissima di vedere l'opera completa davanti ai tuoi occhi, è bellissima, ti piace, è una cosa che hai creato tu, a cui ha dato la vita, ma sei terribilmente triste perché tutto quello che per tanto tempo hai tenuto dentro te stessa, ed è stato parte di te, ora è tutto al di fuori di stessa.
Mi sono sentita un po' sola, felice ma sola.
Stringere tra le mani la tua prima copia come l'hai immaginata e voluta è una commovente sensazione concreta.
10. Chi è stata la prima persona che ha letto il suo libro?
Mia figlia più grande Arianna.
Lo ha cominciato a leggere quando ero circa a metà. Mi ha sempre detto che le piaceva molto e che le sembrava addirittura di sentirne i profumi.
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Mi piace l'audiolibro, è una buona opportunità se non si ha tempo per leggere o magari se si viaggia molto in auto. Ne ho comprato qualcuno e mi è piaciuta la narrazione, ma il libro mi permette di fissare frasi che magari dimenticherei.