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02 Gen
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Intervista all'autore - Fabrizio Chiccoli

1. Parliamo un po’ di Lei, dove è nato e cresciuto?
Sono nato a Ferrara, ma ho vissuto prevalentemente quasi in tutta Italia.
Mio padre lavorava nel settore metalmeccanico ed era un trasfertista, quindi già dall’età di 2 anni non vivevo più a Ferrara. All’età di 4 anni approdammo a Cogoleto (GE) dove vissi la mia infanzia e la mia adolescenza. A 15 anni andammo a vivere a Napoli, poi Roma, Cremona, Sassari, Foggia, ed ancora in Sardegna, ad Alghero dove conobbi mia moglie e da allora vivo ancora qui. Ho svolto il servizio militare nella gloriosa VAM (Vigilanza Aeronautica Militare) e per c.a. 40 anni ho svolto l’attività di rappresentante di commercio nel settore della ferramenta e del giardinaggio.
2. Che libro consiglierebbe di leggere ad un adolescente?
Da piccolo amavo i libri, tranne quelli della scuola, credo di averli tutti quelli di allora, da Moby Dick, L’isola del tesoro, Capitani coraggiosi, 20.000 leghe sotto i mari, e tanti altri dello stesso genere. Oggi vorrei poter consigliare quei libri, ma agli adolescenti oggi piacciono altri generi, forse più ricchi di particolari , ma forse con meno fantasia.
 
3. Cosa pensa della progressiva perdita del libro cartaceo a favore dell’ eBook?
L’ebook avrà sicuramente una sua forte espansione, per praticità, per convenienza, ma non potrà mai dare la stessa emozione che può dare il cartaceo. Ci sono tanti piccoli particolari; l’odore della carta, un segnalibro personalizzato magari da un ricordo, le note messe a matita accanto alle parole incomprese ed il cartaceo da conservare amorosamente magari avuto in regalo da una persona cara. Questo l’ebook non lo potrà mai dare.
 
4. La scrittura è un colpo di fulmine o un amore ponderato?
Credo che la scrittura sia sempre stata intrinseca in me. Ricordo quando ero alla scuola media mi divertivo a scrivere racconti in rima allegorici, parafrasando le gesta dei paladini. Spesso capitava che durante l’ultima ora di italiano la professoressa mi invitava a leggere agli altri un mio racconto, magari scritto la notte prima. I miei temi sembravano romanzi tanto erano lunghi. Durante il servizio Militare scrissi parecchie poesie e canzoni, che tra l’altro conservo ancora. A volte capitava anche di scrivere lettere d’amore per le ragazze dei miei commilitoni. Conquistai mia moglie con un libro di poesie, tutte mie, scritte con una penna ad inchiostro, credo che lo conservi ancora.
 
5. Cosa l’ha spinta a scrivere questo libro?
Ne ho iniziati diversi, ma mai conclusi. Forse a causa della mancanza di tempo e quando si fa un lavoro come facevo io non esistono orari,di conseguenza viene a mancare l’ispirazione. Ora da pensionato il tempo non mi manca, ma anche questo libro è stato iniziato parecchio tempo fa ed era fermo in un cassetto. Poi non si sa come arriva d’improvviso l’ispirazione ed è quella cosa che ti spinge a scrivere come se fossi sotto dettatura. Poi mi sono chiesto, perché non farlo leggere anche ad altri pubblicandolo.
 
6. Quale messaggio vuole inviare al lettore?
Ognuno dentro di noi ha un bagaglio ricco di esperienze ed a volte è bello trasformare queste in un racconto ricco di fantasia. Chi leggerà questo libro avrà il piacere, per il tempo della lettura, di vivere con la fantasia ciò che tutti vorremmo che tutto fosse vero.
 
7. La scrittura era un sogno nel cassetto già da piccolo o ne ha preso coscienza pian piano nel corso della sua vita?
Come già descritto nel punto 4, la scrittura è una cosa che è sempre stata dentro di me. Da bambino quando mi chiedevano cosa volessi fare da grande rispondevo, il giornalista. Ma gli eventi della vita non mi hanno permesso di attuare questo mio desiderio.
 
8. C’è un episodio legato alla nascita o alla scrittura del libro che ricorda con piacere?
Sì, ricordo ancora quel momento, il momento in cui quella cosa chiamata ispirazione ti assale e ti fa vedere tutto ciò che poi scriverai. Ero ad un funerale di un conoscente, dentro la chiesa il prete raccontava del defunto. Ma all’improvviso non sentivo più la sua voce, ma immaginai l’anima del defunto che ci guardava. Allora tutto il racconto del protagonista mi apparve come un libro già scritto.
 
9. Ha mai pensato, durante la stesura del libro, di non portarlo a termine?
Sì, come altri che ho nel cassetto e mai terminati. Ma stavolta è stato diverso.
 
10. Il suo autore del passato preferito?
Mi sono sempre piaciuti i libri di avventura, ma credo di aver letto di tutto, da Prevert, a Pirandello, Umberto Eco, Luca Goldoni, Paolo Villaggio, Enzo Biagi, G.P. Pansa, Bruno Vespa, e ultimamente Ken Follet, Wilbur Smith, Giorgio Faletti. In ogni periodo della propria vita credo che esistano momenti diversi con autori diversi.
 
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Io l’ho provato una volta ed è stato un ottimo mezzo per addormentarmi in fretta.
 

 

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