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BookSprint Edizioni Blog

19 Dic
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Intervista all'autore - Massimo Rigamonti

1. Parliamo un po’ di Lei, dove è nato e cresciuto?
Parlare di me risulta sempre un po’ difficile. Non perché questo mi metta in imbarazzo ma semplicemente perché non so esattamente come e dove cominciare e soprattutto come e quando finire. Il rischio è sempre quello di disperdermi in mille rivoli. Comunque sono nato in quel di Milano una sessantina di anni fa crescendo nella periferia nord di questa città che ho sempre amato rimanendone vincolato in tutte le mie attività, dallo sport alle arti, dagli studi al lavoro. Ora ci lavoro e basta e mi sono trasferito a vivere sulle colline del Lago Maggiore.
Nel mio passato ho studiato chimica diplomandomi in un Istituto Tecnico e poi ho tentato con l’Università serale, prima con la facoltà di Ingegneria e poi con quella di Biologia. Serale perché lavoravo come chimico in una multinazionale e poi, negli anni a venire, ho cambiato vari posti di lavoro ricoprendo ruoli di responsabile tecnico; attività quest’ultima che sto ancora facendo per vivere. Mi è sempre piaciuto fare sport, in gioventù ho militato in squadre agonistiche di atletica e di pallavolo, ho frequentato piscine, laghi e mari per quella grande passione che ho di fare immersioni in apnea, ho pedalato per migliaia di chilometri sulle strade di Italia con le mie biciclette, ho frequentato palestre di ogni genere e lo sto ancora facendo. Mi sono avvicinato anche allo Yoga così come ho provato tanti altri percorsi che in alcune occasioni ho approfondito, dalle varie forme di meditazione al thai-chi fino al chi-chong, dal rebirthing al respiro consapevole, dallo Judo alla spada celtica, dalla digitopressione alla pranoterapia ed al Reiki cui sono stato iniziato, dal teatro attoriale ad imparare la musica ed a suonare il Sax, senza dimenticare il documentarsi continuo sui misteri del mondo, della storia e degli esseri umani. Devo dire che in questo mio movimento di vita lo scrivere mi ha sempre accompagnato come un grande amico fidato senza mai abbandonarmi, ma questa è un’altra storia per la quale potrei dilungarmi all'infinito.
 
2. Che libro consiglierebbe di leggere ad un adolescente?
Ne avrei più di uno, anzi, molti, moltissimi da consigliare ad un adolescente di oggi ma non voglio sottrarmi ad una scelta precisa. Consiglio il libro che ho più amato nella mia prima adolescenza, una lettura che era uscita da poco ed era non solo magica ma conteneva magia. Questo perché il più bel regalo che si può fare ad una persona giovane è consigliarlo con qualcosa di magico, o meglio ancora con una magia. Il libro è “Cent’anni di solitudine” di Gracia Marquez uscito in Italia la prima volta nel 1968.
 
3. Cosa pensa della progressiva perdita del libro cartaceo a favore dell’ eBook?
Penso che non sia una perdita ma una nuova forma pratica con cui si riesce a tenere nella propria tasca un’intera libreria. Mi piace leggere gli eBooks anche se amo la fisicità della carta ed il suo odore di stampa. Il mio cuore è lì e rimarrà sempre con il libro di carta che si consuma ed ingiallisce nel tempo, che si sfoglia e che diventa pesante se si tiene a mezz'aria mentre lo si legge. Penso che esistono momenti per i quali l’opportunità di leggere un eBooK sia la cosa giusta mentre invece ci sono momenti in cui il maggior godimento è leggere il libro di carta. Mi spiego meglio, seduto su un treno a leggere dal proprio cellulare o dal proprio “reader elettronico” un eBook è di una grande comodità, mentre invece sdraiati sulla poltrona di casa, magari di sera e bevendo qualcosa di buono, è assolutamente necessario leggere un libro fatto di carta. In altre parole il piacere ha diverse forme pur avendo un medesimo contenuto.
 
4. La scrittura è un colpo di fulmine o un amore ponderato?
La scrittura è una passione e come tutte le passioni arriva irruente, luminosa ed improvvisa come un colpo di fulmine. Questo mi lascia sempre stupito ed anche momentaneamente istupidito. Tuttavia per poi diventare comunicazione di accezione comune, necessita di fluire in un percorso simile ad un amore che diventa ponderato. Come dire? In ogni scrittura fatta esiste l’esplosione della passione e la realtà dell’amore ponderato, penso che l’una non possa e non debba escludere l’altra ma anzi che queste realtà convivano armonicamente nello stesso momento.
 
5. Cosa l’ha spinta a scrivere questo libro?
Non vorrei peccare di faciloneria dicendo quello che mi ha spinto a scrivere questo libro o meglio a chiedere di farlo diventare un’edizione. Ma quello che mi ha realmente spinto è stato il divertimento, la curiosità e la voglia di raccontare. Oltre a ciò una prova di assemblaggio di alcuni racconti che avevo sparso qui e là fra i miei cassetti ed il mio computer, limandoli e correggendoli un poco.
 
6. Quale messaggio vuole inviare al lettore?
La magia. Quella che si trova ovunque nel nostro quotidiano e di cui spesso non ci accorgiamo, perché troppo impegnati e distratti da altre cose che reputiamo più importanti. Possiamo scoprire la magia andando da una parte all’altra del cerchio che avvolge la vita di tutti i giorni. Fermandoci un attimo, in un certo punto, e poi andare di nuovo da una parte all’altra del cerchio sia dentro che fuori di esso.
 
7. La scrittura era un sogno nel cassetto già da piccolo o ne ha preso coscienza pian piano nel corso della sua vita?
Mia madre e mio padre sono stati gli artefici del tutto, non solo nel darmi la vita ma regalandomi anche la tecnica e la fantasia. Devo a mia Madre di avermi insegnato a leggere e scrivere in primissima infanzia, anni prima che cominciassi la scuola delle elementari, così come devo a mio Padre di avermi sempre fatto sognare con i suoi racconti di vita. Sicuramente la scrittura è un sogno nato assieme a me fin da piccolo, una magia che mi ha sempre descritto e fatto descrivere il mondo, l’universo, la vita, il cerchio che ci sta intorno, la magia.
 
8. C’è un episodio legato alla nascita o alla scrittura del libro che ricorda con piacere?
Sì, certo e non solo uno. Quello che ricordo con maggior piacere è legato al personaggio della Tilli e della gatta Tse-Tse, di cui vi anticipo che sto realizzando un libro apposta sulla loro saga. Ebbene nel dare il nome della gatta Tse-Tse mi sono ispirato , penso inconsciamente, ad una gatta che vedo quotidianamente e che fa veramente il verso tse-tse, simile ad uno starnutire soffocato, quando è innervosita da qualcosa.
 
9. Ha mai pensato, durante la stesura del libro, di non portarlo a termine?
No, perché portare a termine il libro non era il mio scopo. Volevo solo divertirmi nel raccogliere racconti che avevo fatto ed erano nascosti nei miei cassetti, sistemarli, scriverne di nuovi ed assemblarli assieme a quelli trovati. Insomma in altre parole, giocare e stare bene. Cosa fondamentale per ogni tipo di magia.
 
10. Il suo autore del passato preferito?
Giorgio Faletti. Io sono innamorato dei libri di thriller e dei gialli. Faletti lo si deve considerare come un autore contemporaneo ma purtroppo non è più con noi da ormai quasi 4 anni e questo me lo fa percepire come un autore che ha fatto un passato, un gran bel passato. Giorgio Faletti una persona eclettica ed uno scrittore da cui imparare veramente.
 
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Una frontiera stupenda che mi lascia sempre a bocca spalancata e che mi intriga parecchio. Forse perché sono di una generazione nella quale alla radio venivano trasmessi i cosiddetti sceneggiati come alternativa alla televisione, che negli anni di allora aveva 1 o 2 canali nazionali. Sentire uno sceneggiato radiofonico mentre eri impegnato a fare altri lavori o rimanendo accanto alla radio che trasmetteva ti evocava fantasie ed era un’espressione artistica al pari della bellezza di una musica. Infatti lascia ancora adesso, nei miei ricordi, un alone di magia e mistero. L’audiolibro mi fa lo stesso effetto. Però deve essere fatto e letto bene, con la giusta voce ed intonazione e le giuste intenzioni. Un’altra frontiera, a mio parere, di cui innamorarsi perdutamente.
 
 
Mercoledì, 19 Dicembre 2018 | di @BookSprint Edizioni

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