1. Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittore?
Vengo da Monte Cerignone, un bellissimo paesino in provincia di Pesaro e Urbino, situato nel Montelfetro, una storica regione delle Marche, l'idea di diventare scrittore è nata un po’ dal nulla, ho sempre amato scrivere dalle elementari, ricordo che il lunedì (nelle 2 ore di italiano ovviamente) era riservato per la stesura di racconti, li sprigionavo sempre la mia fantasia, penso di essere stata l'unica persona ad amare il lunedì all'epoca.
2. Nell’arco della giornata qual è il momento che dedica alla scrittura?
Il pomeriggio, è il momento della giornata dove ho più ispirazione.
3. Il suo autore contemporaneo preferito?
Onestamente mi capita raramente di leggere libri contemporanei, amo leggere tuttora oggi libri di autori "vintage", ma sono ben informato sugli autori contemporanei, in conclusione penso che Wilbur Smith per il suo strabiliante rapporto per l'Africa e Francesco Dimitri per le sue opere fantasy siano i miei autori contemporanei preferiti.
4. Perché è nata la sua opera?
“Alice in a nightmare” nasce per caso, stavo scrivendo un altro libro, e come al solito ero rimasto bloccato, non sapendo come andare avanti lascio perdere e accendo la televisione, in quel momento stavano trasmettendo Bastardi senza Gloria, un film che avevo visto già molte volte, ma la scena iniziale mi ha come aperto la porta della fantasia, mi sono precipitato subito al PC e ho incominciato la stesura, in 2 settimane l'ho terminato, lo considero una breve novella, un "assist" per avere più tempo per finire di scrivere la mia principale opera, ma ho già in mente il sequel.
5. Quanto ha influito nella sua formazione letteraria il contesto sociale nel quale vive o ha vissuto?
Abbastanza, la mia è un'opera distopica, basata sul razzismo e sulla superiorità di un determinato gruppo di individui, purtroppo tematiche che ancora oggi sentiamo.
6. Scrivere è una evasione dalla realtà o un modo per raccontare la realtà?
Scrivere è una evasione dalla realtà che spesso vuole raccontare la realtà, un esempio è il romanzo di Anthony Burgess “Un'arancia a orologeria”.
7. Quanto di lei c’è in ciò che ha scritto?
Forse, le 2 personalità dei protagonisti, da una parte la fragilità di Alice e dall'altra quel sentimento di pentimento del comandante nel finale.
8. C’è qualcuno che si è rilevato fondamentale per la stesura della sua opera?
No, ma per il prossimo libro, una persona in particolare avrà questo ruolo fondamentale.
9. A chi ha fatto leggere per primo il romanzo?
Al mio insegnante di diritto commerciale, solo perché ha fortemente insistito, altrimenti non l'avrei mai fatto leggere a nessuno.
10. Secondo lei il futuro della scrittura è l’ebook?
Sì, ma penso che ci vorrà molto, molto, molto tempo prima che l'ebook sostituisca il libro cartaceo.
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Io personalmente ho ascoltato un audiolibro, la lettura ad alta voce è un'esperienza meravigliosa, poi perché lo speaker o gli speaker sono attori, quindi uno può immedesimarsi ancora di più.